Clean the Cop!

Fuori le lobby fossili dalle Cop sul clima

La campagna per ripulire le negoziazioni climatiche dalle pressioni dell’industria fossile.  Perchè? Perchè le decisioni prese alle Cop non saranno mai realmente a favore del clima finché parteciperanno ai negoziati frotte di lobbisti che difendono gli interessi del settore fossile. E i governi, che li accreditano, come possono essere credibili nel perseguire la decarbonizzazione?

clean the cop!

La campagna

Non si possono coinvolgere i piromani nella scrittura di una legge contro gli incendi: cercherebbero stratagemmi per indebolirla, o sfrutterebbero l’occasione per scambiarsi fiammiferi ed esche incendiarie. Allo stesso modo, non si possono coinvolgere i lobbisti dei combustibili fossili nelle Conferenze Onu per il clima, il cui obiettivo primario è proprio limitare l’uso delle fonti energetiche fossili: carbone, petrolio e gas.

Clean the Cop! ha l’obiettivo di chiedere che i lobbisti italiani che lavorano per l’industria dei combustibili fossili non partecipino alle negoziazioni climatiche, a partire da quelli – la maggior parte – accreditati direttamente dal governo. In un momento cruciale per la sfida climatica, in cui è necessario moltiplicare gli sforzi di riduzione delle emissioni, è fondamentale svincolare gli obiettivi delle Cop da quelli delle imprese del gas e del petrolio e di chi queste imprese le finanzia, per assicurare che le decisioni prese siano realmente a favore del clima.

 

Fuori i lobbisti dalle Cop sul clima!

FERMIAMO L'INVASIONE

Le COP, Conferenza delle Parti dell'UNFCCC, Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite, sono il luogo dove annualmente si discute e si decide – o si dovrebbe decidere – sui passi da compiere per porre un freno alla crisi climatica che impazza. Un cammino la cui direzione è stata indicata, da tempo, dalla scienza. Ma di sicuro non è la strada per cui lavorano le imprese che fanno profitti estraendo e commercializzando combustibili fossili, le stesse che da decenni, come dimostrato da numerose e clamorose inchieste giornalistiche, promuovono disinformazione e foraggiano il negazionismo climatico.

UN TREND IMPRESSIONANTE

Nel 2023 è diventato finalmente obbligatorio per i delegati accreditati alla Cop28 dichiarare chi rappresentano. Questo importantissimo passo verso la trasparenza ha rivelato la presenza di molti lobbisti dei combustibili fossili prima “in incognito”.

Prima di questo obbligo si stimava infatti la presenza di 503 lobbisti (alla Cop26) e di 636 (alla Cop27), cifre che non si avvicinano minimamente a quella – non più stimata ma precisa – dell’ultima Cop.

IL BATTAGLIONE DEL FOSSILE

A Dubai i lobbisti dei combustibili fossili registrati sono stati infatti ben 2.456, superando in numero quasi tutte le singole delegazioni nazionali, e di gran lunga le delegazioni delle dieci nazioni più vulnerabili ai cambiamenti climatici messe insieme (1.509).

Quando parla di nazioni vulnerabili, KBPO fa riferimento alla graduatoria della Notre Dame Global Adaptation Initiative (ND-GAIN) dell’Università di Notre Dame in cui ai livelli più bassi (maggiore vulnerabilità) troviamo, in ordine di vulnerabilità crescente: Mali, Sudan, Eritrea, Tonga, Somalia, Guinea-Bissau, Micronesia, Niger, Isole Salomone, Chad.

L'ITALIA NON FA ECCEZIONE

Il governo italiano, stando alle informazioni dell’UNFCC, è risultato il principale “sponsor” del settore oil&gas nazionale alla Cop28. Calcolando solo i rappresentanti di enti con interessi esclusivi o parziali nel mondo fossile: Eni, Snam, Saipem, Enel, A2A, Edison (limitandosi ai soggetti con interessi più evidenti), si contano 40 accrediti dal governo su un totale di 47 lobbisti del fossile presenti.

Le due organizzazioni col più alto numero di delegati accreditati dall’Italia sono Saipem (16) ed Eni (14) i cui affari, legati alla sempre maggiore diffusione delle fonti fossili, vanno in direzione contraria agli obiettivi della Cop e a quelli che dovrebbero essere gli obiettivi del governo italiano.

L'APPELLO DEL MONDO SCIENTIFICO

La campagna ha lanciato un appello alla politica, firmato da decine di scienziate e scienziati ed accademici che lavorano sui cambiamenti climatici, per chiedere al governo di non concedere accrediti per partecipare alle negoziazioni internazionali sul clima a rappresentanti di imprese coinvolte in attività di sfruttamento, lavorazione o distribuzione di carbone, petrolio e gas  e di promuovere scelte finalmente in linea con le indicazioni della scienza, non con i piani industriali delle imprese petrolifere.

 

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PROMOTORI

“Clean the Cop!” è una campagna nazionale promossa da A Sud, EconomiaCircolare.com e Fondazione Openpolis e collegata alla campagna internazionale Kick Big Polluters Out.

ADERENTI

 

Aderiscono alla campagna:

ISDE ITALIA – MEDICI PER L’AMBIENTE

ENERGIA PER L’ITALIA

COORDINAMENTO NAZIONALE NO TRIV

RINASCIMENTO GREEN

 

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