Con l’inizio del nuovo anno scolastico A Sud rilancia la riflessione sui patti educativi di comunità come strumento per lavorare sulla multifattorialità della povertà educativa connessa alla povertà energetica, alla vulnerabilità ambientale dei territori e delle persone che li abitano, alla salute e al diritto al lavoro.

Importanti passi avanti sono stati realizzati per il rafforzamento delle alleanze educative sui territori, e a dimostrazione di questo sono le indicazioni che il Gruppo di Lavoro contro la dispersione scolastica ha inviato nel giugno scorso al Ministro Bianchi in merito all’utilizzo dei fondi del PNRR.

Si sta per chiudere l’estate più calda e la più secca degli ultimi 500 anni, e i corsi d’acqua italiani ne sono stati le vittime più evidenti. Sono stati mesi di preoccupazione, alleviati solo in minima parte dalle piogge di agosto.

Importanti passi avanti sono stati realizzati per il rafforzamento delle alleanze educative sui territori, e a dimostrazione di questo sono le indicazioni che il Gruppo di Lavoro contro la dispersione scolastica ha inviato nel giugno scorso al Ministro Bianchi in merito all’utilizzo dei fondi del PNRR.

Si chiede che le risorse vengano assegnate secondo indicazioni chiare e verificabili fondate sull’esperienza di tante scuole e operatori del civismo educativo. Il gruppo di lavoro inoltre ritiene che la promozione di stabili alleanze educative, fondate sulla costruzione di patti territoriali, debba essere un’opzione vincolante e non opzionale.

Riteniamo come Associazione fondamentale rilanciare il dibattito sperando che l’attuale congiuntura politica non faccia tabula rasa degli importanti avanzamenti che la riflessione del terzo settore ha fin qui portato.

Mercoledì 5 ottobre 2022 alle ore 17.00 si svolgerà l’evento Comunità, territorio e ambiente. I Patti Educativi come strumento di contrasto all’emergenza ambientale e alla povertà educativa: un approccio integrato presso la Scuola Secondaria di primo grado Rosa Parks, IC Simonetta Salacone – Aula Magna, In Via U. Guattari 45.

L’evento sarà occasione per creare uno spazio di confronto tra scuole e comunità educante, Istituzioni Pubbliche nazionali e locali, Enti Privati erogatori, associazionismo e mondo dell’attivismo, comunità scientifica, che metta al centro della co-progettazione dei Patti le questioni ambientali e climatiche e che le inserisca nella definizione di povertà educativa.

 

Dalla riflessione con le altre realtà nazionali avvenuta durante il workshop del 13 maggio scorso, (qui l’articolo Giustizia ambientale e giustizia sociale attraverso i Patti educativi di comunità) A Sud ha elaborato alcuni punti cruciali per orientare il dibattito nei prossimi mesi intorno alla definizione, programmazione e al finanziamento dei processi territoriali che si stanno sviluppando attorno ai Patti educativi territoriali.

 

Cosa sono i patti educativi di comunità

I patti educativi di comunità sono alleanze territoriali tra scuola, amministrazione pubblica e terzo settore in grado di trasformare la scuola in un’agente di conoscenza e trasformazione che si apre al territorio attivando processi di co-progettazione del cambiamento. I patti educativi di comunità rappresentano uno strumento centrale per lavorare sulla multifattorialità della povertà educativa che è connessa alla povertà energetica, alla vulnerabilità ambientale dei territori e delle persone che li abitano, alla salute e al diritto al lavoro.

 

Perché inserire nei patti la questione ambientale e climatica

L’urgenza dell’attuale situazione ambientale e climatica impone di agire e trasformare i territori e le comunità in agenti del cambiamento. Attraverso i patti educativi di comunità la scuola può divenire presidio culturale e sociale ma anche presidio ecologista in grado di realizzare e diffondere nuove pratiche, nuovi stili di vita, nuovi modelli esistenziali, abitativi, di consumo e di mobilità che sappiano rispondere alle sfide poste dalla realtà.

 

Povertà educativa e vulnerabilità ambientale

Tra i fattori che determinano le diseguaglianze educative non si possono non annoverare i diversi effetti che i cambiamenti climatici hanno sulle nuove generazioni. Le conseguenze dell’emergenza ambientale e climatica sul mondo dell’infanzia e dei giovani sono diverse: problemi di salute, ritardi e/o disturbi dell’apprendimento, fragilità dei territori, sicurezza degli edifici scolastici, accessibilità al verde, nuove povertà. La multifattorialità della povertà educativa esige la presenza di diversi attori ed esperti multidisciplinari.

 

Giustizia sociale e ambientale

L’azione di promozione dei Patti educativi di comunità non può prescindere da una armonizzazione di politiche, incentivi e finanziamenti atti a rendere le nostre città e i nostri luoghi resilienti, mitigare e adattarci ai cambiamenti climatici, costruire società più inclusive, e lottare contro la povertà educativa, ambientale ed energetica. Giustizia sociale e giustizia ambientale sono due facce della stessa medaglia.

 

Ruolo delle questioni ambientali nei Patti

Le questioni ambientali e climatiche dei singoli territori possono rappresentare l’innesco per l’avvio di percorsi di co-progettazione del cambiamento e espediente per riflettere su esigenze di più ampio respiro. Partire dal locale per riflettere sul globale. Le comunità educanti e i patti possono divenire i soggetti che operano una mediazione territoriale in modo che le scelte politiche possano essere introdotte nel modo giusto all’interno delle specificità dei singoli territori e, viceversa, che le vertenze territoriali possano generare scelte politiche. Partire dal territorio permette di evitare di replicare buone pratiche ma piuttosto facilita il diffondersi di metodi di azione e processi.

 

Cosa si può fare

Sono molteplici le azioni che concretamente si possono implementare attraverso patti e alleanze educative. Parliamo ad esempio di ridurre l’impatto ambientale degli edifici scolastici; di scuole al centro di comunità energetiche per proporre praticamente soluzioni innovative; l’introduzione di aree pedonalizzate per una mobilità sostenibile; il recupero di spazi verdi abbandonati; progetti di rigenerazione urbana e territoriale in grado di fermare il consumo di suolo e promuovere processi di riforestazione urbana e di risanamento ambientale in aree colpite da particolari criticità. Questo può essere possibile con una co-progettazione ecologicamente orientata per promuovere scuole più verdi, più attente e consapevoli del ruolo che possono svolgere e che attraverso la scienza aperta e i monitoraggi civici possano divenire sentinelle del clima e dell’ambiente.

 

Normativa

Una normativa sul tema è necessaria per garantire supporto agli istituti e ai territori con maggiori difficoltà evitando che l’autonomia scolastica e la logica dei bandi possano originare scuole di serie A e serie B e discriminazioni territoriali. All’interno della normativa devono essere inseriti chiari obiettivi e indicazioni che possano orientare il lavoro sui territori e tra questi chiare indicazioni in merito alle questioni ambientali e climatiche anche nella chiave della loro finalità educativa.

 

Sistema di monitoraggio

Crediamo che la normativa dovrebbe inoltre considerare la necessità di istituire un qualche sistema di valutazione e monitoraggio pubblico, anche allo scopo di valutare l’impatto in un’ottica di genere, della diminuzione delle diseguaglianze, l’inclusione, la tutela dei minori. Il sistema di monitoraggio dovrebbe inoltre permettere l’accesso ai dati (aperti e disaggregati) in modo da favorire la condivisione delle esperienze.

 

Sostenibilità e relazioni con la politica

Nella realizzazione dei patti educativi di comunità spesso risulta complessa la relazione con il mondo delle istituzioni scolastiche e dell’amministrazione pubblica. Per questo risulta importante l’individuazione di figure competenti, sia all’interno della scuola che dell’amministrazione pubblica, che possano facilitare il lavoro di co-progettazione. La presenza di queste figure e di luoghi proposti è inoltre in grado di facilitare il sedimentarsi di queste esperienze.

 

Attori dei Patti

Un altro rischio da tenere in considerazione nell’approcciarsi al tema è il ruolo del privato for profit, ed in particolare di grandi interessi e corporation, di usare la scuola come cassa di risonanza di operazioni di marketing e, dal nostro punto di osservazione, green o social washing. Dobbiamo stare attenti, ed in particolare deve farlo la pubblica amministrazione, a tenere il focus sui diritti delle bambine e dei bambini, non delegando l’azione educativa al privato, e proteggendo gli ambiti scolastici.

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