Alleghiamo e condividiamo il contributo della Rete Ecosistemica, cui partecipa l’associazione A Sud, alla strategia di adattamento del Comune di Roma.


Nei processi strategici e pianificatori che Roma Capitale ha messo in atto negli ultimi anni, dall’individuazione di uno specifico ufficio sotto la titolarità del Sindaco, la revisione del PAESC, la partecipazione al programma EU 100 città carbon neutral, la promozione del contratto climatico fino alla promozione di una strategia di adattamento ai cambiamenti climatici, emerge una consapevolezza di Roma Capitale, delle Università, dei centri di competenza, degli enti responsabili, riguardo alla debolezza di Roma di fronte ai gravissimi impatti del collasso climatico. 

Nelle politiche climatiche, in particolare quelle di adattamento e di preparazione, è fondamentale lavorare su un piano di coinvolgimento attivo delle persone, favorendo consapevolezza, conoscenza e adozione di pratiche di sostenibilità che coinvolgano direttamente le persone e le comunità.

La considerazione di prospettive diverse contribuisce a strategie di adattamento trasformativo più efficaci ed eque e la conoscenza locale e il coinvolgimento delle comunità sono essenziali per identificare le vulnerabilità specifiche del contesto e strategie di adattamento efficaci.

Aspetti questi che si ritrovano anche nella prima valutazione europea del rischio climatico ( EUCRA), dove viene evidenziato che il coinvolgimento dei gruppi più vulnerabili è essenziale per la pianificazione dell’adattamento a tutti i livelli (nazionale, regionale e locale).

La partecipazione non può ridursi alla seppur necessaria, e da rafforzare, comunicazione e informazione, ma deve prevedere dei reali momenti di scambio multilaterale, presentazione di proposte, discussione pubblica aperta e informata, strumenti pubblici di monitoraggio, percorsi di co-programmazione, co-progettazione e co-gestione di specifiche azioni. 

Il percorso di condivisione relativo alla Strategia, consistito in appuntamenti pomeridiani infrasettimanali, non accessibili da remoto, svolti con modalità frontali, interventi programmati a monte e in mancanza della pubblicazione di video o report, può essere considerato un piccolissimo tassello ma è molto lontano dall’ essere un vero percorso di partecipazione.

Alle persone non è stata data, ad esempio attraverso tavoli di confronto tematici, di municipio o di quadrante, la reale possibilità di intervenire a monte della preparazione del “piano” e questo ha di fatto impedito di individuare esigenze concrete dei territori, criticità, necessità , ed è mancato il confronto per definire le azioni concrete sui territori finalizzate al raggiungimento dei diversi obiettivi presentati nella strategia. 

Roma deve radicalmente rivedere il suo modello urbanistico, socio economico, di relazione con il territorio e parte di questo cambiamento è rappresentato dalla partecipazione delle persone alla vita pubblica. E deve avere il coraggio di ascoltare i territori attraverso il continuo confronto con associazioni, comitati, reti e cittadini, che non si può praticare esclusivamente in osservazioni da fare ad un Piano Clima già scritto e da commentare a posteriori.

Siamo collettivi, associazioni, singole persone che rivendicano una maggiore e fondamentale partecipazione della collettività alle decisioni pubbliche della città e critichiamo le vere e proprie incongruenze tra quel che “si dice di voler fare e quello che che si fa”.

Nel documento scaricabile che trovi in fondo alla pagina, illustriamo alcune delle criticità riscontrate nel Piano clima del Comune di Roma proponendo al tempo stesso alcune riflessioni di metodo su quello che manca e su quanto ancora ci sarebbe da fare.


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