#greEniwashing: denuncia all’OCSE contro ENI

Webinar

Lunedì 14 marzo 2022, ore 18.00

 

Il 14 febbraio 2022 diversi gruppi ambientalisti ed Europa Verde hanno presentato al Punto di Contatto Nazionale dell’OCSE un’istanza contro ENI. La vertenza denuncia l’inadeguatezza del piano industriale rispetto al quadro di impegni internazionali volti al contrasto dell’emergenza climatica.

Un mese dopo, il 14 marzo alle ore 18:00 si terrà il webinar #GrEniwashing, il seminario online organizzato dai promotori della vertenza.

Sarà un’occasione per approfondire le ragioni che hanno spinto molti gruppi di attivistз per l’ambiente ad agire contro le politiche industriali di ENI. L’avvocata Veronica Dini modera il seminario in cui interverranno:

Michele Carducci, Professore ordinario di Diritto costituzionale comparato e climatico nell’Università del Salento, dove coordina il CEDEUAM
Marco Grasso, Professore ordinario del Dipartimento Di Sociologia e Ricerca Sociale Università Bicocca, Milano
Federico Butera, professore emerito di Fisica Tecnica Ambientale presso il Politecnico di Milano
Per partecipare al seminario sarà sufficiente partecipare alla diretta Facebook da questo link.

Perché gruppi ambientalisti hanno presentato un’istanza contro ENI?
Tra i rilievi sollevati nell’istanza ricordiamo che il piano strategico di ENI non prevede un sufficiente taglio delle emissioni nei prossimi anni. Manca, inoltre, la mancanza di una valutazione di impatto climatico delle attività d’impresa. Non c’è l’elaborazione di un piano di prevenzione e mitigazione dei rischi, come prevedono le Linee Guida OCSE per le imprese multinazionali.

La vertenza contro Eni si fonda su suddette Linee Guida. Le raccomandazioni dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico fissano principi volti alla promozione di condotte responsabili nelle imprese. Persino un’oil company come ENI, secondo l’OCSE, dovrebbe pensare alle ricadute sociali e ambientali della propria attività. Tra essi appaiono anche obblighi di trasparenza e di adozione di policy d’azienda che tengano conto delle conoscenze scientifiche attuali.

Ecco cosa ha detto Marica Di Pierri, portavoce di A Sud, sulle ragioni dell’istanza contro ENI presentata all’OCSE
“Parliamo di greENIwashing perchè il greenwashing sembra diventato per ENI un marchio di fabbrica. Per quanto si sforzi di raccontarsi come attenta all’ambiente, […] ENI resta il primo emettitore italiano di gas serra. Si classifica 30° a livello globale. Riconoscere le responsabilità delle imprese petrolifere è doveroso: sono i principali responsabili dell’emergenza climatica. A ciò va aggiunto che lo Stato italiano possiede oltre il 30% delle azioni di ENI. Anziché permettere all’impresa di condizionare le politiche energetiche nazionali, lo Stato dovrebbe orientarne il piano strategico verso un’ottica di abbandono delle estrazioni, che invece sono in crescita.”

Leggi qui tutti i punti dell’istanza contro ENI presentata all’OCSE da Verdi/ALE, Europa Verde, A Sud Ecologia e Cooperazione e altri promotori.

 

Foto di Buton72 su Getty Images

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