GELA / Cicatrici ambientali e resistenze territoriali

Gela è un osservatorio urbano privilegiato per comprendere in che modo le politiche energetiche a livello nazionale si traducono in conflitti e impatti sul territorio.

Petrolio e gas hanno radicalmente cambiato la storia della città e sebbene l’arrivo di Eni sia datato fine anni ‘50 ad oggi il ruolo che il cane a sei zampe ha in città è ancora centrale: dai nuovi progetti industriali (si pensi al nuovo gasdotto che connetterà Gela con Licata) ai progetti culturali e sociali che la stessa impresa propone sul territorio per edulcorare gli impatti negativi dal punto di vista ambientale, sociale e sanitario.

Ma Gela non è solo un territorio che vive in maniera passiva le conseguenze che questa industrializzazione senza sviluppo (Hytten e Marchione, 1970) ha portato sul territorio. Realtà attive, associazioni e cittadini stanno immaginando nuove possibilità di rigenerare vivibilità, proponendo un’altra visione di città che parte dalla cura delle aree naturali e immagina e mette in campo nuovi scenari, anche dal punto di vista lavorativo.

A maggio in conclusione del percorso del progetto Fossil Free School (finanziato dall’8×1000 della chiesa Valdese) che A Sud ha svolto con i docenti e le docenti di Gela per comprendere in che maniera svolgere percorsi di educazione ambientale in luoghi di criticità ambientale, siamo scesi a Gela coinvolgendo docenti, studenti, realtà locali e giornalisti critici per una giornata esplorativa della città.

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