Voci dalla scuola #2 - Le parole di Angela
I racconti di chi la scuola la vive da dentro: le parole di Angela
Il giorno del ritorno a scuola, riprendiamo l’appuntamento con i racconti di chi la scuola la vive ogni giorno.
Un po’ mi rammarica essere qui a stilare una “lista dei desideri” per la scuola che vorrei. Avrei di gran lunga preferito parlare di una scuola reale in cui molti dei desideri sono ormai esauditi.
Immagino che, interpellando insegnanti di ogni ordine e grado per tutta la lunghezza della nostra penisola, avremmo una produzione di liste dei desideri innumerevoli e ricche di suggestioni, perché ognuno di noi porta con sé la propria idea di scuola. Queste liste messe insieme potrebbero andare a comporre un manifesto per una scuola possibile, un invito a realizzare quella scuola davvero necessaria alle bambine e ai bambini.
Ma bando alle ciance, ecco di seguito la mia sintetica wishlist:
- Vorrei una scuola al centro dei pensieri di chi ci governa, una scuola pensata nelle sue diverse dimensioni: il nostro patrimonio edilizio non è più adeguato alle esigenze di una didattica efficace, e riconoscere che i processi di insegnamento-apprendimento non possono più prescindere da architetture scolastiche e ambienti di apprendimento che non prevedano aule spaziose, laboratori, servizi e spazi comuni, aree verdi, vuol dire aver fatta propria l’idea che la scuola è uno spazio da vivere e non solo uno spazio in cui stare e che necessita di un’attenzione specifica alle dinamiche ambientali, socio-relazionali e comunicative.
- Vorrei una scuola attenta ai corpi delle bambine e dei bambini, una scuola che non tema la corporeità ma che al contrario incentivi il movimento nello spazio, che non imprigioni e immobilizzi i corpi ma li liberi rendendoli strumento di apprendimento emotivo e cognitivo.
- Vorrei una scuola che riconosca il diritto di bambine e bambini a viversi con le proprie specificità, i propri talenti, le proprie differenze, una scuola che sia uno spazio di esplorazione, un luogo di ricerca e di progettualità personale e collettiva in cui realizzare e vivere esperienze intense che stimolino e incoraggino la creatività e l’immaginazione di tutte e tutti.
- Vorrei una scuola che non smetta mai di interrogarsi, di esplorare e di restare in ascolto.
Angela, docente di Roma