Spoiler: non ci sono alberelli

Il Ministro dell’Interno oggi ha perso l’ennesima occasione di dire qualcosa di sensato, affermando che le responsabilità del disastro e dei lutti degli ultimi giorni nel nostro Paese sono di un certo ambientalismo da salotto che, a costo di difendere un alberello, mette a rischio vite umane.

Come per molti degli argomenti per i quali Matteo Salvini decide di deliziarci con la sua opinione, anche in questo caso è evidente che non sa di cosa parli. Tralasciando quanto peso possa avere sentirsi dire di essere “da salotto” da parte di uno che passa in tv o a cene di gala più tempo di quanto ne passi con suo nobil fondoschiena sulla pur comoda poltrona dalla quale dovrebbe servire lo Stato, vogliamo offrirgli un piccolo assist e introdurlo nel mondo della tutela dell’ambiente.

Insomma, proviamo, con le parole più facili che ci vengono, a fargli una piccola lezione di ambientalismo for dummies, così che la prossima volta almeno parliamo ad armi pari.

Il disastro di questi giorni ha dei precisi responsabili: sono l’incuria nell’amministrazione delle città, legata in parte all’inefficienza di chi amministra, al lassismo della burocrazia pubblica e, in generale, alla poca, pochissima attenzione che questo paese dedica alla cura degli spazi pubblici, ma anche al progressivo svuotamento delle casse dei Comuni, che hanno troppi pochi mezzi per rispondere a ritardi che si accumulano gli uni sugli altri, aggravandosi progressivamente e trasformandosi, anch’essi, in disastri, che si accumulano gli uni sugli altri.

Le casse dei Comuni non le riempiono gli ambientalisti da salotto, come è ovvio che sia, ma nemmeno il governo centrale, troppo impegnato a fare propaganda sulla pelle dei più deboli e a creare manovre di finanza creativa che di creativo hanno ben poco, visto che si basano sul sempreverde schema per cui impoverisci il povero e arricchisci il ricco.

Responsabili però è pure il dissesto idrogeologico che è aggravato dal maltempo, per il quale qualcuno dovrebbe proprio iniziare a preoccuparsi e magari investire seriamente in risanamento dei territori. È anche l’abusivismo edilizio che piaga i nostri territori, per i quali spunta un condono un giorno sì e l’altro pure da parte di tutti i governi, di ogni schieramento e colore.

Il disastro di questi giorni ha però anche altri precisi responsabili: sono i cambiamenti climatici, e con essi chi li ha causati.

Chi causa i cambiamenti climatici?

Li causano le emissioni di agenti inquinanti che aumentano la temperatura media del pianeta e causano sconvolgimenti nel clima, gravissimi e imprevedibili, dei quali stiamo sperimentando solo un piccolo assaggio.

Chi combatte i cambiamenti climatici?

L’ambientalismo.

Chi ha potere di combatterli veramente?

I capi di governo di tutto il mondo, che si sono riuniti decine di volte per farlo negli ultimi 40 anni ma non sono ancora riusciti a cavare un ragno dal buco.

Come si combattono i cambiamenti climatici?

Diminuendo le emissioni.

Come si diminuiscono le emissioni?

Non tenendo aperte le fabbriche della morte, come – una a caso – l’Ilva di Taranto.

Abbandonando immediatamente qualunque fonte energetica di provenienza fossile, quindi fermando le estrazioni petrolifere, come quelle di tutti gli impianti dei nostri territori.

Non incentivando lo sviluppo di fonti energetiche che causano emissioni che danneggiano il clima, come quella del gas, come quella che trasporterebbe Tap.

Contrastando immediatamente tutte le attività di combustione dei rifiuti, come quelle degli inceneritori sui nostri territori, o degli impianti di stoccaggio di rifiuti, pericolosi e non, che vengono dati alle fiamme ogni volta che le mafie, che ne gestiscono il traffico vogliono mettere le cose in chiaro con la politica connivente che glielo lascia fare.

Ecco, intervenire su queste prime poche cosette darebbe una bella botta alla questione, in questo momento, e farebbe guadagnare un sacco di punti a qualunque uomo politico voglia dedicarsi loro. Certo, ci si perderebbe la stima di mafie, grande imprenditoria, lobbies, multinazionali e alta finanza. In compenso si salverebbero le vite di milioni di cittadine e cittadini.

Si tratta di appena un paio di suggerimenti, giusto per iniziare.

Quando ha finito con l’elenco, il Ministro degli Interni può parlarci di tutti gli alberelli che vuole. Saremo pronti a trattare.

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