Riconosciuto il diritto al risarcimento per danni ambientali
La Corte Internazionale riconosce il diritto al risarcimento per danni ambientali
Con una sentenza emessa il 2 febbraio 2018 che obbliga il Nicaragua a risarcire il Costa Rica per i danni derivanti dall’abbattimento di 300 alberi e la deforestazione di 6,19 ettari di vegetazione, la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) riconosce, per la prima volta, il diritto al risarcimento per danni ambientali.
Secondo quanto si legge nella decisione della CIG “è coerente con i principi del diritto internazionale che regolano le conseguenze di atti illeciti a livello internazionale, incluso il diritto della riparazione integrale, di considerare che i danni ambientali diano luogo al diritto di risarcimento danni.” Nel caso specifico, la CIG ha condannato il Nicaragua a risarcire i danni ambientali derivanti dallo scavo, nel 2010 e nel 2011, di due canali su territorio del Costa Rica al confine tra i due stati e all’interno di una zona umida protetta facente parte della Convenzione Ramsar, un trattato internazionale per la conservazione e l’uso sostenibile delle zone umide e delle loro risorse.
Secondo il Costa Rica le attività di scavo e deforestamento hanno ridotto la capacità di questa zona di fornire beni e servizi ecosistemici e il paese ha chiesto il risarcimento per 6 tipi di danni: perdita di legname degli alberi abbattuti; perdita di altri materiali grezzi utilizzabili per la produzione di fibre vegetali ed energia; riduzione della capacità di regolazione dei gas e qualità dell’aria (inclusa la capacità di sequestrazione del carbonio); perdita di biodiversità (habitat e zone di nursery); riduzione della capacità di mitigazione dei rischi naturali; riduzione della capacità di controllo della formazione del suolo e dell’erosione. La CIG ha riconosciuto l’esistenza dei primi 4 tipi di danno (perdita di legname, di materiali grezzi, del servizio di regolazione dei gas, e di biodiversità) e obbligato il Nicaragua al loro risarcimento.
Risarcimento per distruzione di beni ambientali e perdita di servizi ecosistemici
Nella sua decisione, la Corte nota che “la mancanza di certezza sull’entità del danno non preclude la possibilità di ordinare un risarcimento che approssimativamente rifletta il valore del danno o la perdita dei beni e dei servizi ambientali”. Nel determinare l’importo del risarcimento dovuto da parte del Nicaragua, la Corte ha dunque considerato sia il valore da essere corrisposto per il ripristino dell’ambiente danneggiato, sia il danneggiamento e la perdita dei beni ambientali e dei servizi ecosistemici dal momento dell’azione di distruzione sino al momento del ripristino ambientale. Il Nicaragua deve quindi pagare al Costa Rica 2708 US$ per il ripristino della zona umida e 120 000 US$ per il danneggiamento e perdita di beni ambientali e servizi ecosistemici che erano ad essa associati. La sentenza della CIG obbliga inoltre il Nicaragua a risarcire costi e spese aggiuntive sostenute dal Costa Rica in seguito delle attività illegali condotte dal Nicaragua, per un totale di 378,890.59 US$ da pagare entro il 2 aprile, data dopo la quale dovranno essere corrisposti degli interessi del 6% annuo.
Precedente giuridico importante
Secondo le parole del presidente della Commissione sui diritti e le politiche ambientali dell’Unione per la Conservazione della Natura (IUCN), l’avvocato Sébastien Mabile, riportate dal giornale francese Actu Environnement, il risarcimento che dovrà pagare il Nicaragua è piuttosto elevato considerando la piccola estensione di superficie danneggiata. “Se future decisioni della corte implicheranno risarcimenti importanti, è probabile che questo abbia grandi conseguenze” nelle dispute tra stati confinanti.
La decisione presa dalla CIG nel caso tra Costa Rica e Nicaragua costituisce un precedente giuridico importante per le dispute future che riguarderanno i crimini ambientali.