Presentazione Rapporto Ambiente ISPRA

Una sintesi del documento su qualità dell’aria, dell’acqua, i rifiuti e il consumo del suolo.

Qualità dell’aria

Secondo il rapporto annuale, redatto da SNPA e ISPRA, sullo stato ambientale italiano emergono dati certamente oscillanti tra loro. Sono stati fatti importanti passi avanti relativamente alla qualità dell’aria visto che si sono ridotte le emissioni inquinanti, calati anche i livelli atmosferici di alcuni inquinanti (- 65,9% emissioni di SOx, NOx, NH3 in diminuzione dal 1990 al 2015 le emissioni di ossidi di zolfo, ossidi di azoto, e ammoniaca). Altro valore decrescente a livello nazionale è quello della Materia Particolata (PM10) con -34,1% di emissioni in diminuzione dal 1990 al 2015. A tal proposito, secondo ISPRA, le aree più soggette a superamento dei limiti giornalieri sono invece il bacino padano e diverse aree urbane del centro sud Italia. Tuttavia rimangono ancora innumerevoli criticità che necessitano una repentina inversione di tendenza. Nello specifico il rapporto evidenzia che ben il “40% delle stazioni non rispetta il valore limite giornaliero” relativo al particolato atmosferico, per il biossido di azoto invece “il 13% delle stazioni non rispetta il valore limite giornaliero”, per i quali è ormai costante il superamento degli standard normativi, ad esempio il rapporto descrive che “l’8% delle stazioni supera il valore di riferimento OMS (200 µg/m3 , nessun superamento della media oraria) del biossido di azoto (NO2) nel 2015”. Per quanto riguarda i livelli di ozono in Italia ben il “94% delle stazioni supera l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana (120 µg/m3 ) nel 2015” con superamenti nell’88% delle aree urbane, la percentuale si riferisce a 82 su 93 comuni analizzati.

Qualità dell’acqua

I dati sulla qualità dell’acqua invece appaiono ancora insoddisfacenti e sicuramente migliorabili, infatti il 43% dei fiumi e il 20% dei laghi raggiungono l’obiettivo di qualità ecologica; il 75% dei fiumi e il 48% dei laghi invece l’obiettivo di qualità chimica. Altro dato sicuramente molto rilevante è il continuo livello di inquinamento da pesticidi. Risultano contaminati ben 370 punti di monitoraggio, il 23,8% del totale delle acque superficiali, con conseguenti maggiori concentrazioni rispetto ai limiti di qualità ambientali. Per quanto riguarda invece le acque sotterranee, il rapporto mette in risalto che 276 punti (8,6% del totale) riportano anche queste un superamento di soglia. Per essere più chiari sullo stato del mare e dell’ambiente costiero italiano: il 58% a livello di stato chimico (SCAS) è in “classe buono” , mentre per lo stato quantitativo (SQUAs) il 61% è in classe buono. Preoccupante invece la percentuale che fa spiccare ancora una volta l’area della pianura padana con il 62% delle lagune del Distretto definite in stato ecologico “scarso” e “cattivo”.

Rifiuti

Percentuali crescenti invece vengono rilevate relativamente alla produzione dei rifiuti urbani (+2%): a livello di produzione pro capite si passa da 487 chilogrammi/abitante (2015) a 497 kg (2016). La raccolta differenziata si afferma con 52,5% della produzione totale dei rifiuti urbani”, tuttavia ancora lontana dal target europeo del 65% fissato per il 2035.

Consumo di suolo

Relativamente al consumo di suolo, purtroppo circa 23.000 chilometri quadrati del territorio nazionale italiano sono andati per sempre perduti (compresi gli annessi servizi ecosistemici). Analizzando il solo semestre tra il 2015 e il 2016, ben 5mila ettari di terra sono stati permanentemente consumati. Al contrario nel 2016 oltre 300mila ettari sono diventati agricoltura biologica per una estensione territoriale paragonabile alla intera Valle d’Aosta”. A tal proposito gli operatori del settore agricoltura biologica sono aumentati del 20,3%.

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