Patti educativi di comunità

Verso una proposta condivisa

Il 5 Ottobre presso l’Istituto Simonetta Salacone, plesso Rosa Parks, nel Municipio V di Roma, si è tenuto l’incontro promosso da A Sud sui patti educativi di comunità.

L’occasione ha creato un fertile spazio di confronto per realtà nazionali impegnate sui temi della povertà educativa e sulla proposta dell’Associazione A Sud di inserire le questioni ambientali e climatiche nei Patti educativi di comunità e nella definizione di povertà educativa.

L’iniziativa si inserisce nel quadro delle azioni che le realtà attive in questo territorio stanno ormai da molti anni realizzando con il fine di creare una comunità educante composita e capace di affrontare la sfida della lotta alla povertà educativa e all’inclusione.

A Sud, Asinitas, Cemea e le Associazioni di genitori sono solo alcune delle realtà che compongono quella che chiamiamo la “Galassia Torpigna” che vede nell’Istituto IC S.Salacone un esempio virtuoso di sinergie tra mondo scolastico e realtà associative e genitoriali.

Grazie al lavoro di queste realtà i temi dell’uguaglianza, dell’inclusione, della sostenibilità ambientale e dei diritti sono diventati azioni concrete, progetti e programmi che ogni giorno animano questi spazi, arrivando alle bambine e ai bambini, grazie soprattutto a istituzioni scolastiche capaci di ascoltare e farsi permeare da quanto accade attorno.

E la sfida da affrontare oggi come comunità educante e come scuola è rappresentata dalla crisi climatica che stiamo vivendo: le condizioni ambientali e gli impatti climatici sempre più frequenti e pervasivi incidono in maniera decisiva su tutti gli aspetti dello sviluppo in età pre-scolare e scolare. Il CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) ha pubblicato nei mesi scorsi un report che disegna gli scenari di rischio climatico per sei città italiane in cui Roma ha indici di vulnerabilità tra i più preoccupanti, soprattutto per intensità e durata di ondate di calore e frequenza di eventi climatici estremi che riguardano l’intero territorio cittadino; mentre uno studio realizzato da Nature del maggio 2021 rileva un drammatico nesso tra neurosviluppo infantile ed esposizione a metalli pesanti.

Le nostre comunità sono impreparate: secondo una stima di German Watch siamo al terzo posto per morti dovute agli eventi estremi in Europa e sesti a livello internazionale e il caso delle Marche è il più vicino e vivo nella nostra memoria.

Non sono solo le comunità a non essere preparate, secondo il rapporto Ecosistema scuola 2021 di Legambiente più della metà degli edifici scolastici sono vecchi e spesso privi delle certificazioni minime per l’agibilità, esponendo la popolazione scolastica a gravi rischi.

Da questa riflessione è nata la necessità di costruire spazi e processi di articolazione tra istituzioni politiche ed educative e società civile verso la costruzione di processi inclusivi e capaci di rispondere assieme a tutte le crisi in campo.

La sfida ambientale è l’occasione per la costruzione di un nuovo paradigma educativo. Un nuovo paradigma su cui abbiamo cominciato a riflettere a livello nazionale da maggio scorso, coinvolgendo associazioni sorelle e soggetti interessati da tutta Italia, sviluppando un documento in dieci punti che abbiamo condiviso con tutte le realtà presenti all’iniziativa.

La crisi climatica, infatti, ci mostra quella che abbiamo ormai definito la multifattorialità della povertà educativa ovvero un chiaro nesso tra povertà educativa e vulnerabilità ambientale, climatica e sociale. Le conseguenze dell’emergenza ambientale e climatica sul mondo dell’infanzia e dei giovani sono diverse: problemi di salute, ritardi e/o disturbi dell’apprendimento, fragilità dei territori, sicurezza degli edifici scolastici, accessibilità al verde, nuove povertà. La multifattorialità della povertà educativa esige la presenza di diversi attori ed esperti multidisciplinari e di alleanze, di patti educativi.

Vogliamo provare a costruire una visione sistematica e comune dei problemi, prendendo spunto dalla natura, guardando al nostro territorio come a un vero e proprio ecosistema, una comunità capace di costruire un patto tra individui e per gli individui.

In quest’ottica sono importanti anche le pratiche condivise: fare della scuola un presidio di lotta, promuovere insieme azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.

Rendere la scienza fruibile, costruire un metodo per avvicinare le comunità alla conoscenza dei fenomeni naturali. Costruire comunità energetiche e circolari rendendo la scuola il luogo per eccellenza della trasformazione della comunità.

Vogliamo affrontare insieme processi di:

  • efficientamento energetico e comunità energetiche;
  • cambio negli stili di vita che parta dalla riduzione a monte dei rifiuti;
  • implementazione del verde;
  • risparmio idrico;
  • promozione di una cultura della condivisione e non del consumo;
  • riduzione dello spreco alimentare;
  • forme di autoproduzione;
  • monitoraggi partecipati delle matrici ambientali;
  • mobilità sostenibile.

I nostri alleati sono molteplici e l’incontro del 5 ottobre ce lo ha dimostrato. Si è aperto uno spazio di dialogo e confronto tra scuole e comunità educante, istituzioni pubbliche nazionali e locali, mondo della filantropia, associazionismo, movimenti giovanili, attivismo e comunità scientifica sul tema fondamentale della co-progettazione dei Patti educativi di comunità riguardo alle questioni ambientali e climatiche. La partecipazione di Claudia Pratelli – Assessora alla Scuola, Formazione e Lavoro del Comune di Roma, Carola Carazzone – Segretaria Generale di Assifero, Marco Rossi-Doria presidente di Impresa sociale Con i Bambini, gli attivisti Sophia Mayer dei Fridays for future e Tommaso Martelli di Unione degli Studenti, Rosanna Labalestra – Dirigente Scolastica dell’Istituto Simonetta Salacone, Marta Bonafoni – Consigliera Regione Lazio, Giulio Cederna – Direttore Fondazione Bulgari e Andrea Morniroli – Coordinatore del Forum Diseguaglianze e Diversità, ha contribuito a gettare la base per una costante futura collaborazione.

Se una trasformazione radicale del mondo della scuola è condivisa da tutti i presenti, l’alleanza tra scuola, famiglie e istituzioni è fondamentale per rendere la scuola un centro propulsivo che cuce e intesse relazioni sul territorio, come ha affermato Marco Rossi Doria. L’assessora Claudia Pratelli ha ricordato invece che proprio sulle comunità energetiche è stato siglato un CIS (contratto istituzionale di sviluppo) tra Comune e Governo che stanzia 400 milioni di euro per l’efficentamento dell’edilizia scolastico di Roma.

La Consigliera regionale Marta Bonafoni, invece, ha assicurato che l’obiettivo e l’impegno sarà quello di “garantire a processi come questo continuità sia nel metodo – partecipativo e inclusivo – sia nel merito. Le alleanze che sapremo costruire e rafforzare faranno la differenza anche sul piano istituzionale”. Ora guardiamo alle istituzioni nazionali nella speranza di poter continuare il ragionamento avviato su più fronti sulla povertà educativa: la comunità educante ha bisogno di noi.

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