Partire dai dati per migliorare la comunità

La raccolta, l’elaborazione, l’interpretazione e il racconto dei dati formano insieme il monitoraggio di un fenomeno. È proprio questo il focus del laboratorio di Data monitoring – letteralmente monitoraggio di dati – in corso di realizzazione in alcuni istituti siciliani delle province di Palermo, Enna e Catania, nell’ambito del progetto OpenScience.

In un mondo sempre più complesso (e connesso), è molto difficile costruirsi un’opinione informata e basata sui fatti. Non è sufficiente leggere un giornale o guardare un talk-show in tv per informarsi. Anzi, spesso le tribune politiche diventano i ring di chi si contrappone in modo conflittuale alimentando un dibattito che prescinde da dati di fatto. Il risultato è che non ci si riesce a fare neanche un’idea su una dinamica o una politica pubblica.

Per questo, per comprendere le radici dei problemi e immaginare le possibili soluzioni, sono fondamentali i dati. Se ne è parlato molto, soprattutto nel corso degli anni della pandemia. Ma, in fondo, cos’è un dato? In senso generico, è una informazione raccolta attraverso un’indagine che può essere svolta a vario titolo e in varie modalità. Ma la realtà è più complessa delle definizioni.

Monitorare un fenomeno per comprenderlo

La raccolta, l’elaborazione, l’interpretazione e il racconto dei dati formano insieme il monitoraggio di un fenomeno. È proprio questo il focus del laboratorio di Data monitoring – letteralmente monitoraggio di dati – in corso di realizzazione in alcuni istituti siciliani delle province di Palermo, Enna e Catania, nell’ambito del progetto OpenScience.

Osservare un fenomeno, un fatto o una dinamica che accade sul territorio, attraverso lo studio dei dati, significa comprendere tutti gli elementi che compongono, per esempio, il quadro di partenza sui servizi necessari alla vita della comunità.

I dati, insomma, sono un ottimo modo per raccontare molte storie. Conoscere il territorio, infatti, è il primo passo per cambiare i nostri paesi e le nostre città. Solo in questo modo possiamo affrontare in modo responsabile il grande tema delle politiche pubbliche da intraprendere per migliorare le comunità e la società, utilizzando intelligentemente le risorse pubbliche.

Questo processo è certamente complesso, ma può essere spiegato in modo semplice e funzionale anche ai più giovani. Anzi, deve essere fatto, perché proprio ai ragazzi e ragazze più giovani è necessario spiegare quant’è importante l’educazione al dato, quanto è fondamentale un dibattito informato e quanto è utile ciò che accade nel territorio ogni giorno, per esempio in termini di servizi pubblici.

L’importanza delle fonti

Il percorso attraverso il quale le giovani generazioni imparano a considerare il dato come chiave di lettura nell’analisi di un territorio è lungo e graduale. Nel caso dei ragazzi e ragazze coinvolti nei laboratori di OpenScience il percorso è triennale e nel primo anno ci occuperemo innanzitutto delle fonti, ossia di quelle raccolte di dati da cui si può attingere per osservare una situazione o un fatto.

Ci sono molti modi di raccogliere dati. Attraverso il laboratorio ne scopriremo almeno tre. Il primo consiste nella ricerca sul campo, ossia il recarsi fisicamente nei luoghi insieme agli studenti e alle studentesse, per raccogliere e collezionare i dati di cui abbiamo bisogno. Per esempio, se vogliamo fare un’analisi dei parchi della città per capire se siano puliti, efficienti o accessibili, potremo visitarli tutti insieme alla classe e raccogliere informazioni a riguardo.

Un altro modo per raccogliere dati e lavorare con fonti dirette attraverso interviste o questionari. In questo caso intervisteremo persone qualificate, attraverso domande utili a ottenere le informazioni che si è scelto di raccogliere e verificare.

Infine c’è possibilità di attivare una ricerca da desk, ossia raccogliere dati consultando siti web istituzionali o comunque qualificati come attendibili. Proprio qui sta uno degli obiettivi del primo anno del laboratorio di Data monitoring: imparare a distinguere le fonti attendibili da quelle non qualificate o fallaci. Un lavoro di coscienza critica fondamentale per combattere le false notizie o gli artifici tecnologici pensati per mostrare la realtà come non è. Una volta acquisite le informazioni, i ragazzi e le ragazze di OpenScience le inseriranno in un dataset, l’obiettivo finale del primo anno di laboratorio. 

Un dataset è un insieme di dati raccolti e organizzati in forma relazionale. Segue una struttura a tabella e rappresenta la base per analizzare un fenomeno partendo da cifre o parole “sistematizzate”, ossia rese omogenee tra loro. Nel prosieguo del percorso formativo verranno poi realizzate visualizzazioni grafiche, mappe interattive, fino ad arrivare a veri e propri articoli di data journalism.

Mettere in relazione i dati e presentarli attraverso visualizzazioni comprensibili ci consente infatti di analizzare criticamente il fenomeno che indaghiamo e di attivarci come comunità, interloquendo con i decisori pubblici. 

In altre parole, partendo dai dati possiamo conoscere le caratteristiche dei servizi del nostro territorio, da quelli educativi come le scuole, alla presenza di biblioteche, alle aree verdi fino i ai centri culturali e al sistema dei trasporti, analizzando criticamente e quindi contribuendo al miglioramento dei servizi fondamentali della vita privata e pubblica delle persone.

Foto di Markus Spiske su Unsplash

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