“Il vero costo del cambiamento climatico lo vediamo negli ospedali e nei nostri polmoni”. Questa la sintesi della dottoressa Maria Neira, membro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità data a margine della presentazione del rapporto speciale Cambiamento climatico e salute avvenuta durante uno dei panel della Cop24 in corso in questi giorni in Polonia, a Katowice.

Una pubblicazione che cerca di supportare e sostenere le negoziazioni tra le parti, portando nel dibattito mondiale sul clima le connessioni tra riscaldamento globale, inquinamento e salute umana. Dall’energia elettrica prodotta da fonti fossili, passando per i mezzi di trasporto fino ai sistemi di alimentazione. Le stesse attività umane responsabili dell’alterazione del clima, hanno impatti negativi sulla salute della popolazione mondiale, con conseguenze maggiori per i paesi in via di sviluppo. “Il costo sanitario dovuto alle fonti d’energia inquinanti – ha asserito la Neira – in questo momento è così alto che il passaggio a scelte più pulite e sostenibili si ripagherebbe efficacemente da sé. Quando si tiene conto della salute, la mitigazione dei cambiamenti climatici è un’opportunità, non un costo”.
Secondo il rapporto dell’Oms infatti realizzare gli obiettivi dell’accordo di Parigi potrebbe salvare, in tutto il mondo, circa un milione di vite all’anno entro il 2050, soltanto con la riduzione dell’inquinamento atmosferico. Inquinamento che, proprio secondo i dati diffusi a maggio di quest’anno dall’Oms, causa ogni anno 7 milioni di morti in tutto il mondo. Un bollettino di guerra che ha dunque tra i carnefici gli stessi imputati per il climate change. Con questa pubblicazione gli esperti dell’Oms consegnano un elenco di raccomandazioni ai decisori politici e ai negoziatori, chiamati il prossimo venerdì ad attuare e rendere pratici gli accordi di Parigi del 2015. Nello specifico, il documento invita tutti i Paesi a considerare il fattore salute nelle linee guida che renderanno operativo l’accordo di Parigi (Paris Rulebook) e nei contributi determinati a livello nazionale (NDCs). L’Oms esorta anche gli Stati a «rimuovere gli ostacoli esistenti al sostegno dei sistemi sanitari resilienti ai cambiamenti climatici. L’organizzazione mondiale della Sanità lancia anche delle raccomandazioni alla comunità medica, sollecitandola a mobilitarsi e a tenere costantemente in considerazione la stretta connessione tra ambiente e salute.

Un appello e un richiamo anche per le comunità locali e per le loro amministrazioni che, secondo l’Oms, dovrebbero mettere in campo politiche capaci di ridurre le emissioni nelle varie città, senza attendere i provvedimenti nazionali o internazionali. Dopo il rapporto speciale del’IPCC, dopo i dati diffusi a novembre dell’organizzazione metereologica mondiale, secondo i quali stiamo vivendo una nuova era climatica, segnata da concentrazioni record di Co2 nell’atmosfera, questa pubblicazione amplifica e completa gli appelli, i dati e le evidenze della comunità scientifica. E per Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore dell’Oms, non ci sono dubbi, secondo lui “l’accordo di Parigi è potenzialmente il più grande accordo sulla salute di questo secolo”. Tra un giorno sapremo se i grandi della terra saranno chiamati ad attuare questo accordo. Se non dovesse andare a buon fine saremo costretti a contare i danni e le vittime di un altro bollettino di guerra.

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