La Cumbre Social di Madrid e la lotta dei nostri tempi
“Vogliamo essere presenti lì dove si prendono, senza di noi, decisioni che riguardano le nostre vite”.
In queste parole, della leader indigena Mapuche Wilma Reyes, si riassume il senso della Cumbre Social, il contro-vertice dei movimenti, delle associazioni, delle attiviste e degli attivisti di tutto il mondo che si svolge dal 7 al 13 dicembre a Madrid, parallelamente alle negoziazioni ufficiali della 25° Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite.
Mentre tra le stanze della Feria de Madrid i rappresentanti di quasi 200 governi decidono sul futuro del pianeta, la società civile rimasta fuori si organizza e alza la propria voce, per portare avanti le proprie istanze di giustizia climatica ma anche di giustizia ambientale e sociale, perché, come si legge nel manifesto della Cumbre, “la giustizia climatica è l’ombrello più ampio che esiste per proteggere tutte le diverse lotte per un altro mondo possibile: ecologismo, attivismo climatico, femminismo, LGBTIQ+, sindacalismo, antirazzismo, antifascismo, antimilitarismo, movimenti per la decolonizzazione, movimento indigeno, movimento agricolo, movimento rurale…”
E questa convinzione è stata ripetuta più volte oggi, sabato 7 dicembre, inizio ufficiale della Cumbre: la necessità di unire forze da tutto il mondo per fare fronte a una società fatta di capitalismo, governi corrotti, neocolonialismo, razzismo e patriarcato. Durante la cerimonia di apertura, sono infatti intervenuti rappresentanti dei popoli indigeni dell’Amazzonia brasiliana, che hanno raccontato la lotta dei popoli originari che difendono la Madre Terra e la natura da secoli, così come un’attivista di Ende Gelände, il movimento tedesco che ha letteralmente occupato la foresta di Hambach per impedire l’apertura di una nuova miniera di lignite. Via Campesina ha denunciato l’opera delle multinazionali che comprano terreni privando le comunità del diritto alla sovranità alimentare, mentre dall’India è arrivato il racconto di come il clima stia già cambiando, le giornate sono sempre più umide e più calde e questo sta portando alla diffusione di malattie come la dengue. Acción Ecológica ha portato l’esempio ecuadoriano, dove i diritti della natura sono stati inseriti in Costituzione ma vengono continuamente violati, mentre dalla Nigeria è giunto l’appello a far sentire insieme tutte le voci. Anche dal popolo curdo, violentemente attaccato nel silenzio della Terra, è arrivata la testimonianza di come, prima della recente invasione, si cercava di costruire un nuovo modello di società che fosse anche ambientalista, con pratiche di recupero dei rifiuti e conservazione dell’acqua potabile.
Dopo l’ampia partecipazione alla manifestazione di ieri, nella quale sono scese oltre 500.000 persone in piazza, è la Cumbre Social il luogo in cui convergono le esperienze di lotta di tutto il mondo, per scambiare pratiche, idee, per ragionare insieme sulle politiche e sulle misure portate avanti dai governi, per costruire un’agenda comune capace di proporre e realizzare un modello di vita e di società diverso. Dall’estrattivismo minerario agli effetti sulla salute, dall’artivismo alla rivoluzione infantile, dalle migrazioni ambientali alla mobilità urbana, il programma della Cumbre si articola attraverso una serie di dibattiti, conferenze, proiezioni e assemblee che da diverse prospettive sviscerano la questione climatica.
Come A Sud, partecipiamo agli eventi della Cumbre e abbiamo contribuito all’organizzazione di due eventi:
Domenica 8 dicembre
16:00-16:30
AULA 1108 GLORIA CAPITAN, EM
Acciones contra el extractivismo: Accionariado crítico contra ENI en el mundo
Parleremo dell’azionariato critico come strumento per contrastare l’opera di grandi multinazionali fossili come ENI, e per portare la voce dell’attivismo all’interno delle assemblee degli azionisti
Giovedì 12 dicembre
16:00-17:45
AULA 1115-LEI YANG, EM
Climate litigation perspectives from Italy + Taking big emitters to court over their climate inaction!
Parleremo della nostra campagna Giudizio Universale e della relativa causa contro lo Stato italiano sui cambiamenti climatici insieme a rappresentanti di altre azioni legali contro Stati e industrie in varie parti del mondo.