Incontro col popolo Cofan

  • Di cosa avete paura?
  • Quali sono i vostri sport tradizionali?
  • Che tipo di sistema d’istruzione avete?
  • Com’è sentirsi tutt’uno con la natura?
  • Cosa volete fare riguardo al cambiamento climatico?
  • Com’è nato il vostro popolo?
  • Cosa provate nel sapere che la vostra terra ancestrale rischia di essere distrutta?
  • Credete nell’aldilà?
  • La vostra società è divisa in classi?
  • Che tipo di arte avete?

 

Con queste domande e tante altre, 5 classi di terza media dell’I.C. Donatello di Roma hanno incontrato l’11 Ottobre scorso una delegazione del popolo Cofan dell’Amazzonia colombiana, all’interno del percorso di Sentinelle Climatiche.In movimento per la difesa del clima, a cui collaborano Palma Nana, Upp, Cospe e A Sud. Ismed-CNR, Società Meteorologica Italiana, CDCA, Resilea, Docenti senza frontiere.

Il popolo COFAN è diffuso da molti secoli tra Ecuador e Colombia, ed è rappresentato oggi da poco più di 7.500 persone, di cui circa 2.500 in Colombia, dai 15.000 prima della colonizzazione spagnola. Il popolo Cofan ha resistito attivamente alla colonizzazione dei conquistadores spagnoli alla metà del XVI sec., fino a distruggere la città dei coloni di Mocoa, e inducendone la ritirata. Nel 1602 la missione del gesuita Rafael Ferrer viene cacciata con tutti i soldati e i coloni presenti. La continua venuta di missionari, cercatori d’oro e coloni in cerca di terre e commerci portò ad ogni modo con se malattie di origine europee che determinò la drastica diminuzione della popolazione Cofan.

Successivamente al dominio coloniale spagnolo, la loro terra ancestrale è stata colpita da anni di estrattivismo neocoloniale di multinazionali del fossile, di oro e argento, e di metalli preziosi in genere, venendo attenzionata dagli interessi di grandi multinazionali del fossile come Chevron. 

La comunità Ukumari Kankhe, di cui abbiamo incontrato lɜ  rappresentanti, è parte del popolo dei Cofan, ed è situata in Putumayo a sud della Colombia al confine con l’Ecuador,  e si batte oggi per proteggere il patrimonio del popolo Cofan, ovvero oltre 40.000 ettari di foresta primaria, e garantire la sopravvivenza della loro cultura.

Il Popolo Cofan ha creato, per questo, un sistema di difesa speciale chiamato “Guardiani del Territorio” per proteggere la terra in cui vivono da persone esterne e pratiche dannose come l’estrazione di minerali, agricoltura e allevamento non autorizzati. Il sistema di guardiania è esclusivamente partecipato e organizzato da persone indigene, dando vita ad un esperimento di gestione partecipata del territorio a guida indigena molto interessante.  Oltre ai più moderni ritrovati tecnologici per sorvegliare le loro terre “ I Guardiani del territorio”, si affidano al sapere tradizionale delle loro guide spirituali.

L’incontro con l’esperienza e le pratiche indigene diventa fondamentale per un cambiamento di paradigma del nostro modo occidentale e coloniale di vivere lo spazio naturale. Contaminare la nostra concezione dualistica del mondo, che divide nettamente tra Umano/Non Umano, Natura/Cultura con altre visioni del mondo, centrate su una visione animistica, e radicata in un contesto di rete multispecie, diventa necessario non solo da un punto di vista culturale ma per trovare nuovi strumenti per cambiare il sistema produttivo e di consumo che ha determinato la crisi climatica ed ecologica che stiamo attraversando.

Lo scambio che si è dato con la lotta territoriale del popolo Cofan getta il progetto di Sentinelle climatiche, che segue da vicino alcune vertenze locali vicine a noi, in un contesto globale di alleanze, che sottolineano ancora una volta la necessità di mantenere un piano di attivazione con un punto di vista globale di lotta al cambiamento climatico radicato nelle esigenze locali, sociali e ambientali.

 

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