Il gasdotto sulla faglia sismica: evitabile
La carovana No Tap/ Snam è arrivata anche nelle Marche precisamente a Tolentino, una delle zone più colpite dal sisma del centro Italia nel 2016.
Ma partiamo dall’inizio… Cos’è carovana no Tap/Snam?
Il 15/16/17 settembre dell’anno appena concluso si sono svolti in Salento tre giorni di incontri nazionali, coordinati dal movimento no Tap, con tutte le realtà che lottano contro le grandi opere inutili e dannose per il nostro territorio.
Da qui l’idea di fare rete per un progetto comune. Il gasdotto Tap non è solo un problema del Salento ma riguarda tutto il territorio nazionale, collegandosi al gasdotto Snam che attraverserà la dorsale appenninica fino ad arrivare ai siti di stoccaggio in Lombardia. Il Tour è un modo per portare Tap/ Snam all’attenzione dell’opinione pubblica a livello nazionale e per sensibilizzare ed informare la popolazione che vedrà passare il gasdotto sotto casa.
Sabato 13 gennaio, la Carovana è passata per Tolentino, organizzata insieme agli attivisti di Terre in Moto Marche.
Come spiegano gli attivisti della Carovana, il progetto Rete Adriatica andrà dal Salento alla periferia di Bologna e sarà lungo 687 km. La condotta attraverserà 3 parchi nazionali e 21 aree protette e si svilupperà in 5 lotti. Il gasdotto verrà costruito esattamente sopra la faglia sismica dell’appennino e a Colfiorito, verrà costruita una centrale PIDI (Punto Interconnessione Derivazione Importante) con il gasdotto Foligno Recanati che dagli attuali 40cm di diametro passerà a 120 cm con una pressione di 75bar.
Ma poi utilizzeremo davvero questo gas?
In Italia abbiamo 4 gasdotti già in esercizio, attualmente consumiamo circa 70 miliari di m3 l’anno, ovvero la metà dei 140 miliardi di m3 l’anno a nostra disposizione.
Come afferma l’ingegnere Alessandro Manuelli, da 10 anni i consumi di gas sono in calo perchè le fonti rinnovabili hanno raggiunto una maturità ed economicità tale che sono più convenienti delle fonti fossili.
Il gas di Tap /Snam è gas russo, Snam non ha un gasdotto che può ospitare questo gas e quindi ne costruirà uno ex novo! E’ perciò evidente che la popolazione non trarrà alcun beneficio da questa grande opera, subirà l’impatto dei danni economici ed ambientali senza poter decidere democraticamente.
L’alternativa c’è e va praticata.
L’alternativa è una transizione energetica verso fonti rinnovabili. Pratichiamo ancora un’idea di sviluppo vecchia di 25 anni.
Abbiamo bisogno di un sistema energetico diverso.
A Tolentino si è ribadita la volontà di lasciare quei territori così come sono, piccole oasi di pace, conosciuti per essere incontaminati. Già ci ha pensato il terremoto e la speculazione post- sismica a rovinare la bellezza di quei posti, ed ora? Ulteriori danni ambientali ed ulteriori rischi per la popolazione? C’è chi ancora vive in alloggi di fortuna ed in condizioni non troppo semplici, e si è fortemente allarmato nel sapere che il gasdotto passerà proprio sopra la faglia, non escudendo così ulteriori terremoti.
L’incontro si conclude ribadendo che l’unica grande opera da compiere è la sicurezza e la tutela del territorio.