Annullamento di Wangari Maathai 2020

Perché annulliamo la nona edizione del Premio Donne e destiniamo il budget dell’evento al sostegno delle spese legali per Dana Lauriola

Il 7 marzo 2020, a Lucha y Siesta, si sarebbe dovuta tenere la nona edizione del Premio Donne, Pace e Ambiente Wangari Maathai. Da ben nove anni il premio è infatti l’occasione in cui, come A Sud, contribuiamo al percorso verso l’8 marzo in particolare premiando quattro donne (più un premio speciale) rappresentanti altrettanti conflitti ambientali. E’ sempre stato il nostro strumento per trovare una occasione ulteriore per parlare di quei conflitti, di farlo con un taglio diverso da quello tradizionale, mettendo al centro le figure delle donne, spesso fondamentali protagoniste nelle dinamiche territoriali.

Quest’anno la formula del premio sarebbe cambiata: cambia il mondo, la società e i fronti di contrapposizione. Le donne premiate sarebbero state rappresentative, per la prima volta, non di singoli conflitti ambientali ma di ambiti di impegno e attivazione. Vogliamo raccontare il mondo che cambia: la questione climatica che prende forza nel discorso pubblico e in quello della mobilitazione, la repressione di chi prova a costruire un modello alternativo di società, i tentativi di imporre modelli diversi e gli strumenti utilizzati da chi si attiva per la giustizia ambientale e climatica nel resto d’Europa.

Abbiamo dovuto posticipare il nostro premio a causa degli avvenimenti degli ultimi mesi, del lockdown e dell’impossibilità di tenere un evento fisico, di confronto e scambio, come ogni anno è il premio.

Avremmo voluto riprendere questo discorso questo autunno, ma poi è successo qualcos’altro. Tra le figure che avevamo individuato perché ricevessero il premio, c’era Nicoletta Dosio, in rappresentanza di tutte le compagne che animano il percorso NoTav e di tutte le donne, in generale, che subiscono sulla propria pelle l’apparato repressivo di uno Stato che risponde alla partecipazione con gli arresti, alla contestazione con le condanne.

Quando ci siamo confrontate – a distanza e con tutte le difficoltà che sono immaginabili dalla situazione – lei ci ha fatto presente di non essere l’unica a star vivendo quella situazione, e ci ha proposto di cointestare il premio alle altre compagne coinvolte in processi di cui – al tempo – non conoscevamo gli esiti. Tra loro c’era anche Dana. Abbiamo accettato di buon grado di estendere il premio a tutte loro, ma le vicende delle ultime settimane ci hanno imposto di rivedere i nostri piani, prendere una decisione diversa e annullare questa edizione del premio.

L’arresto di Dana Lauriola, il rifiuto di accordarle qualunque misura alternativa e la pretesa che venisse condotta in carcere, dove dovrà scontare due anni, si configurano, come è stato detto da molti e molte, come un attacco sproporzionato alla compagine degli attivisti e delle attiviste NoTav. Dana è stata punita per non essersi allontanata dalla sua battaglia, per non aver rinnegato il suo movimento, finanche per essere rimasta ad abitare a casa sua, nella Valle che ama e ha sempre difeso.

Questo, lungi dall’essere un episodio isolato e un clamoroso caso di accanimento giudiziario, è secondo noi l’ennesimo segnale inquietante della deriva securitaria che la gestione dell’ordine pubblico sta prendendo. Si risponde alla contestazione con il pugno di ferro, con condanne esemplari secondo principi che non dovrebbero appartenere a uno Stato di diritto.

Esprimiamo solidarietà e vicinanza a Dana, con cui abbiamo percorso negli ultimi anni diversi cammini e condiviso diversi percorsi, e vogliamo che queste non siano soltanto parole. Per questo abbiamo preso una decisione che per noi è stata molto sofferta. Rinunciamo quest’anno a un’occasione che aspettiamo sempre con entusiasmo: annulliamo questa edizione del Premio e destineremo il budget che avremmo utilizzato per l’organizzazione dell’evento e l’acquisto dei premi a sostegno delle spese legali per Dana e per le attiviste NOTAV sottoposte a provvedimenti giudiziari.

Si tratta di un contributo minimo ma doveroso: simbolico come sarebbe stato conferirle un premio. E’ la nostra presa di parola, è il nostro modo, piccolo, di renderci utili e di sostenere chi ogni giorno difende con il proprio impegno, il proprio corpo e finanche la propria libertà una terra oggetto degli interessi della speculazione più feroce, devastante e disumana.

Avanti tutta Dana, ora e sempre Viva la Val Susa e Viva il Movimento NoTav!

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