Notizie dal Guatemala

Abbiamo incontrato il una militante del CODECA, il Comité de Desarollo Campesino, Leiria Vay García, che ci ha raccontato la storia difficile del movimento di cui fa parte come membro della direzione politica.

Leiria Vay García, membro della direzione politica del CODECA, il Comité de Desarollo Campesino, è una militante impegnata contro le politiche neoliberiste e per la tutela delle comunità indigene del Guatemala. L’organizzazione di cui fa parte è nata nel 1992 come movimento indiocampesino in lotta per il diritto alla terra e contro la privatizzazione dei beni comuni.

La storia del CODECA è tumultuosa e violenta e inizia negli anni ’90 con una lotta per la difesa del diritto alla terra a tutela delle condizioni di lavoro e dei diritti dei campesinos e delle campesinas indigeni del Sud del paese, vittime di sfruttamento nelle aziende agricole. Nel 2013, il 91% dei contadini che lavorano nelle aziende agricole si definiscono come indigeni (69% Maya, 18% Xincas e 4% Garifunas). Nel 1996 viene firmato l’accordo di pacificazione nazionale dopo 36 anni di guerra civile: la pace porta entusiasmo, ma anche l’abbassamento del livello di mobilitazione civile.

Leiria Vay García sottolinea il fatto che sia stato lo stesso Governo guatemalteco a firmare la pace e a farsi promotore delle prime grandi riforme di privatizzazione, senza firma di esclusione per la terra coltivabile, del servizio di produzione e distribuzione dell’elettricità e dell’edilizia, cui sono strettamente legate le conseguenti violazioni dei diritti del lavoro.

Secondo Leiria Vey Garcìa, le campagne di diffamazione contro il Codeca sono partite nel 2008, quando il Movimento, durante un’udienza, utilizza due articoli della Costituzione guatemalteca per affermare che l’accesso all’elettricità è un diritto.

La criminalizzazione subita dal CODECA da quel momento ha portato ad un progressivo isolamento del movimento, confermando la volontà dello Stato di annientarlo. Infatti numerose sono le testimonianze delle violenze fisiche e delle minacce di cui sono vittime i dirigenti e gli attivisti del movimento, tra sparizioni, torture, imprigionamenti e omicidi. Malgrado le campagne fatte dal Codeca per ricordare che i militanti non sono criminali ma difensori dei diritti umani, diversi politici, come il Presidente Morales, continuano a paragonare il movimento ad un “cancro politico”.

Gli omicidi sono aumentati notevolmente quando il CODECA ha annunciato di voler cambiare le strutture sociali e politiche del paese, con un progetto di Assemblea Costituente Popolare e Plurinazionale: sei dirigenti nazionali del movimento sono stati assassinati nel 2017, e i colpevoli non sono ancora stati trovati.

Per questo il CODECA è uno dei movimenti politici più perseguiti del Mondo.

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