Parco subito: bloccato il progetto dei nuovi studios di Cinecittà al Pratone di Torre Spaccata
Da decenni l’area del Pratone di Torre Spaccata – 58 ettari di verde all’interno del quadrante più popoloso e cementificato di Roma e parte di un importante corridoio ecologico, culturale e archeologico data la vicinanza con il Parco di Centocelle – è stata oggetto di numerosi tentativi di edificazione e cementificazione.
E’ di ieri la notizia che anche l’ultimo tentativo è fallito: quello di usare i fondi del PNRR destinati al rilancio di Cinecittà per la costruzione di nuovi studios aprendo di fatto la porta a un progetto, già presente sui tavoli dell’amministrazione così come sulle pagine dei giornali locali, che prevederebbe anche la realizzazione completa della centralità urbana prevista dal PRG del 2003-2008, 600mila mc di cemento che nelle intenzioni dei proponenti e in particolare di Cassa Depositi e Prestiti avrebbero dovuto portare sul Pratone hotel, studentati privati, un multisala e tanta edilizia residenziale.
CdP che ricordiamo essere società pubblica partecipata all’83% dal MEF, proprietaria di 48 dei 58 ettari del Pratone, che da anni cerca di ottenere remunerazione da un investimento chiaramente infruttuoso mettendo l’area alla mercè di chi vorrebbe edificarci sopra, in barba ai principi della propria mission statutaria, orientata a garantire coesione sociale ed ecosostenibilità delle infrastrutture.
L’ufficialità, anticipata nella relazione sullo stato di attuazione del PNRR presentata dal Ministro Fitto alle Commissioni riunite Bilancio e Politiche Ue di Camera e Senato e contenuta nel documento di proposte presentato alla Commissione Europea dal Governo Meloni il 31 luglio, è stata ribadita anche nella Commissione PNRR del Comune di Roma tenutasi il martedì 1 agosto 2023.
Tra i motivi ostativi, oltre all’imprevisto incremento di fabbisogno finanziario dell’investimento a causa della spirale inflattiva scatenata dalla guerra in Ucraina e ai ritardi nella trattativa di compravendita dell’area tra CdP e Cinecittà Spa, anche l’apposizione di un vincolo archeologico diretto e indiretto, da parte dell’ufficio regionale della Soprintendenza di Stato sulla Villa romana A204 al centro del Pratone, che ha sancito ufficialmente quell’area come di interesse archeologico particolarmente rilevante.
Un finale che il Comitato per il Pratone di Torre Spaccata aveva già anticipato ai suoi interlocutori istituzionali, suggerendo l’individuazione di aree alternative dove poter sviluppare il progetto degli studios senza consumare nuovo suolo.
Il comitato da anni tenta ogni strada per la tutela dell’area e la creazione di un Parco, tra cui una delibera di iniziativa popolare forte di 11.000 firme, che chiede, finalmente, il cambio di destinazione dell’area per sventare fin da subito ogni ulteriore tentativo: ora ci sono le condizioni per attuare tutte le azioni necessarie alla realizzazione di un Parco Pubblico.
E’ una scelta politica e amministrativa di buon senso di fronte alle conseguenze della crisi ecologica e climatica. Come affermato dalla Segretaria del Partito Democratico, principale forza politica al governo della città di Roma,il giorno dopo il picco delle ondate di calore di luglio, è il momento di mettere in campo misure di mitigazione e adattamento. Tra queste, indubbiamente, ci deve essere lo stop al consumo di suolo.
“Nei giorni scorsi abbiamo partecipato all’audizione dal Presidente Giovanni Caudo in merito all’ampliamento dei nuovi studios apprendendo le motivazioni che hanno portato all’interruzione del progetto: la bella notizia è che la Soprintendenza speciale di Roma, oltre al vincolo già apposto sui resti di una villa romana al centro della zona del Pratone, ne approverà altri quattro su altrettanti ritrovamenti archeologici. Abbiamo dunque nuovamente ribadito che l’area merita di diventare un parco e che le esigenze industriali di Cinecittà possono essere soddisfatte recuperando parte di quel patrimonio immobiliare abbandonato nei dintorni degli Studios. Ma soprattutto continueremo a ribadire che non può essere realizzata nel Pratone la centralità urbana, un modello che già altrove si è dimostrato fallimentare e dannoso” – ha dichiarato il Comitato per il Pratone di Torre Spaccata.
“Chiediamo un atto di coraggio e di coerenza all’amministrazione comunale. Il Comune di Roma è consapevole delle ricadute potenzialmente drammatiche della crisi climatica su una città vulnerabile come Roma. Lo ripetiamo a gran voce: una delle prime cose da fare per rispondere agli impatti previsti è fermare il consumo di suolo e anzi, de-impermeabilizzare i suoli. Con il programma RomaUp, siamo tutti i giorni accanto a comitati, attiviste e attivisti ambientali della capitale, perché le loro voci difendono il verde, i fiumi, la qualità dell’aria, i nostri beni comuni più importanti.” – dichiara Sara Vegni di A Sud.
Per informazioni e contatti:
– 3393617890 – Stefano Becchetti – Comitato Pratone Torre Spaccata
– 3484924525 – Giulia Quercini – A Sud