Nuovo inceneritore a Roma: un passo indietro di 30 anni
L’annuncio shock di Gualtieri: un maxi inceneritore per risolvere l’emergenza rifiuti a Roma. Una scelta da contrastare con fermezza: è un passo indietro di 30 anni e un fallimento per la politica.
Si scrive termovalorizzatore, si legge inceneritore. Il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha annunciato ieri a sorpresa, durante il Consiglio Comunale straordinario dedicato al tema rifiuti, la scelta di realizzare un maxi inceneritore come risposta all’annoso problema dei rifiuti che attanaglia la capitale. Un cambio di strategia che ha spiazzato tutti, dato che in campagna elettorale, finita appena pochi mesi fa, si era detto contrario.
Per A Sud si tratta di “un passo indietro di 30 anni e un fallimento per la politica. Una scelta incomprensibile che evidenzia ancora una volta la mancanza di una visione di lungo termine. La gestione dei rifiuti continua ad essere affrontata in termini di emergenza anzichè favorire un ripensamento dell’intero ciclo dei rifiuti”, ha affermato Laura Greco, presidente dell’associazione.
“Per le strade di Roma campeggiano ancora grandi cassonetti per l’indifferenziata, il sistema di raccolta non è uniforme, in gran parte dei Municipi il porta a porta è un’utopia. E, peggio, non c’è spazio nel dibattito per ragionare di politiche di riduzione a monte, di multimodalità, di impiantistica per differenziare i materiali e riavviarli a nuovi circuiti produttivi favorendo l’applicazione dei principi dell’economia circolare. Queste sarebbero scelte finalmente degne di una capitale europea, non certo la falsa soluzione di un ennesimo impianto di incenerimento. Che, lo ricordiamo, rappresenta nella piramide della corretta gestione dei rifiuti soltanto la penultima opzione, prima del conferimento in discarica ma ben dopo riduzione, riuso e riciclo. Inoltre, la pratica dell’incenerimento comporta rischi non trascurabili per la salute pubblica in termini di rilascio di inquinanti, ed è inefficiente sul piano energetico ed economico”.
Roma è maglia nera nel Lazio in termini di raccolta differenziata
Negli ultimi anni si è addirittura tornati indietro. Secondo i dati comunicati al MiTE, la quota differenziata di rifiuti urbani è scesa dal 45,2% del 2019 al 43,8% del 2020. Lontani dalla media nazionale che raggiunge il 61% e lontani dall’obiettivo, fissato dall’Unione Europea del 65% entro il 2035.
Il tema che l’annuncio del sindaco pone è anche però di tipo democratico. “Speravamo da questa nuova giunta l’apertura di una nuova stagione per la città di Roma, fatta di dialogo, partecipazione e protagonismo del prezioso panorama della società civile capitolina”- aggiunge Greco – “invece il Sindaco sceglie di decidere da solo. E lo fa su una delle questioni più paradigmatiche per il futuro della città”.
La notizia riporta l’attenzione sulla retorica troppo spesso vuota nascosta dietro espressioni come “transizione ecologica” o “politiche green”. Espressioni divenute mantra di politici e manager, dietro cui continuano a nascondersi proposte vecchie e tutt’altro che sostenibili, che non rispondono nè alle questioni ecologiche nè ai limiti posti dal modello di produzione e di consumo.
Oggi più che mai è importante che si levino le voci dei cittadini e delle cittadine, delle organizzazioni e delle comunità di Roma affinchè il Consiglio Comunale e la Giunta, dove siedono anche esponenti di riferimento per l’ambientalismo, cambino finalmente rotta, per davvero.