Esalazioni e malori nell'era dell'industria 2.0

L’incidente nella Raffineria Api è accaduto mercoledì 11 Aprile, ed è stato causato dalla fuoriuscita di greggio dal serbatoio TK61 vicino al pontile.

Era in corso un’operazione di svuotamento del serbatoio per bonifica e successiva realizzazione di un doppio fondo.

L’Api si scusa per le esalazioni: “Problema durante la manutenzione di un serbatoio di petrolio grezzo. Si è verificato un trafilamento di prodotto del tetto del serbatoio, ciò ha comportato l’emissione degli odori che spinti dal vento hanno raggiunto la città”.

Gli operai avevano segnalato, da circa un anno, che il serbatoio necessitava di una manutenzione, ma questa è stata sempre rimandata fino ad arrivare ai disagi di questi giorni.

La colpa quindi è da imputare alla negligenza di qualche dirigente che ha sottovalutato il problema e non ha messo in atto le dovute procedure in tempi tali da evitare possibili danni alla salute delle persone.

L’accaduto cade 10 giorni prima del rinnovo dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) da parte della Conferenza dei Servizi convocata per il 20 Aprile e, questo incidente, deve mettere tutto in discussione.

Il picco delle esalazioni è stato registrato giovedì pomeriggio.

Secondo i dati dell’Arpam le concentrazioni di benzene hanno raggiunto livelli fino a 69,5 microgrammi per metro cubo, e le concentrazioni di idrocarburi fino a 1.242 microgrammi per metro cubo nella zona limitrofa alla raffineria.

L’azienda dichiara che “nonostante i picchi di concentrazione di composti idrocarburici, non si registrerebbero superamenti dei valori limite previsti dalle norme”. Questo perché il calcolo della concentrazione viene fatto secondo una media giornaliera e i picchi rappresentano solo degli eventi isolati.

Il responsabile della salute, sicurezza e ambiente della raffineria Api, ing. Giovanni Bartolini ha dichiarato che “l’evento, che è rimasto confinato sul tetto del serbatoio, non ha comportato danni alle persone, né impatti significativi sull’ambiente”.

Notevoli sono le incongruenze con i dati rilevati nel territorio. Ormai è quasi una settimana che la popolazione sta respirando queste esalazioni tossiche.

A Falconara la situazione è notevolmente critica e non è tutt’ora risolta. Le scuole sono rimaste aperte ma i bambini sono sbarrati in classe con finestre chiuse e il divieto di uscire per la ricreazione. I forti odori sono arrivati sino ad alcuni quartieri di Ancona.

La popolazione è stata vittima di malori, forti bruciori agli occhi e intossicazione alle vie respiratorie dovuti all’aria irrespirabile, alcuni si sono recati anche al Pronto Soccorso.

I comitati ambientalisti che si battono da anni contro la raffineria si sono subito mobilitati.

L’associazione OndaVerde Onlus ed il comitato Mal’Aria hanno scelto di andare in massa dai carabinieri per fare denuncia collettiva. Ad oggi sono circa 1000 gli esposti presentati in questura. In una città di 26.000 abitanti è un dato alquanto rilevante della situazione di malessere che si vive.

Secondo studi svolti dai comitati “gli Enti sono in ritardo sia sul fronte della sorveglianza sia su quello degli interventi primari, che consistono nel rimuovere o comunque alleggerire le criticità alla base degli eccessi di malattia”.

Il Comune ha aderito alla denuncia ma negli anni non ha mai attuato una procedura di emergenza per questo tipo di eventi, nonostante la raffineria sia classificata come un sito a rischio di incidente rilevante.

Non ci sono misure preventive per questi fenomeni ed il Comune non si è nemmeno interessato di avvertire la popolazione. Anzi negli anni, la Giunta di centro- destra ha sostenuto a manforte la raffineria, basti pensare che nel 2008 rinunciò a costituirsi parte civile nel processo per la morte di due operai avvenuta all’interno stesso dello stabile. Chissà perché tutto questo interesse ora? Forse perché siamo in piena campagna elettorale e a Falconara si voterà il 10 giugno? È evidente come la scelta del Comune di aderire alle denunce è una mossa puramente politica. Non viene messa in primo piano la salute dei cittadini bensì la propaganda elettorale.

Lunedì 16 in aria si sono propagate masse di schiuma maleodoranti, che è stato rilevato essere uno schiumogeno utilizzato sul tetto del serbatoio soggetto a manutenzione per evitare ulteriori emissioni maleodoranti, così almeno hanno dichiarato le fonti ufficiali.


I prossimi appuntamenti:

Mercoledì 18/04 ore 17,45 presso la sala del consiglio comunale di Falconara Alta (P.zza Carducci 4) ci sarà la Commissione Ambiente
Giovedì 19/04 ore 21,15 Assemblea pubblica cittadina presso via Marsala 23 Falconara
Il 25 Aprile un corteo cittadino per la giornata della liberazione attraverserà le vie della città e sarà caratterizzato anche da un’ampia discussione sulla questione Api
Il 27 Aprile è stato indetto uno sciopero degli operai della raffineria

 

FONTI:

Ansa Marche
Centro Pagina
Comitati Cittadini
Corriere Adriatico

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