La "Dichiarazione per il futuro" degli attivisti per il clima

Foto di Javier Allegue Barros su Unsplash
Tutte le nostre richieste ai leader
La Climate Open Platform presenta la “Dichiarazione per il futuro”: un pacchetto di proposte per i ministri dell’Ambiente e del Clima, che in questi giorni si sono riuniti in occasione della Pre-Cop26.
Siamo gli attivisti fuori dai palazzi che ogni giorno si battono sui territori e queste sono le proposte di oltre 130 realtà (Fridays For Future, Greenpeace, Legambiente, WWF, A Sud, Mani Tese, Fondazione finanza etica e tante altre). Le proposte sono state consegnate da una delegazione di Fridays For Future insieme a Greta Thunberg al Presidente Mario Draghi.
Sul fronte dei diritti umani chiediamo:
• di combattere il sistema razzista e neocoloniale con il finanziamento del Green Climate Fund e la cancellazione del debito dei paesi più poveri;
• strumenti vincolanti per imporre alle imprese obbligazioni climatiche (ad oggi imposte solo agli Stati), il cui rispetto deve essere garantito attraverso meccanismi di controllo e di sanzione;
• il riconoscimento del diritto umano al clima nel diritto internazionale, presupposto del rispetto di tutti gli altri diritti fondamentali.
Sul tema energia vogliamo:
• investimenti su fonti rinnovabili, con progetti destinati all’accumulo di energia e utilizzo delle comunità energetiche senza la realizzazione di nuove centrali a gas, o investimenti nell’idrogeno derivato da fonti fossili;
• eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi entro il 2025;
• investimenti su efficienza energetica: vivere in Classe A deve essere un diritto di tutti e tutte.
Sul tema lavoro:
• una giusta transizione con il passaggio a un sistema decentrato basato su efficienza energetica e fonti energetiche rinnovabili e da a un sistema produttivo lineare ed estrattivo ad uno circolare e rigenerativo;
• un piano di giusta transizione definito attraverso un ruolo forte dello Stato nelle politiche industriali, fiscali ed economiche in economia con la creazione diretta di posti di lavoro;
• percorsi di riqualificazione professionale e formazione permanente, ampliamento delle misure a sostegno di lavoratori e lavoratrici;
•una legge contro le delocalizzazioni capace di disincentivare, con sanzioni e normative ad hoc, la chiusura di unità produttive con conseguente spostamento di investimenti in Paesi dove le tutele del lavoro sono più deboli, i salari più bassi e le normative di tutela ambientale inadeguate alla sfida del cambiamento climatico.
Finanza:
• una carbon tax globale e meccanismi efficaci di aggiustamento alle frontiere;
• una tassa sulle transazioni finanziarie degli speculatori, con un piccolo prelievo su un’ampia base imponibile da utilizzare per progetti di mitigazione e di adattamento;
• tassa per incentivare le imprese ad operare una transizione nell’ottica di azzerare le emissioni nette di CO2 al più presto;
• ruolo forte delle banche centrali superando il principio di “non ingerenza sui mercati”, dato che i mercati hanno dimostrato di non essere in grado di auto-regolarsi.
Scuola:
• no al concetto di merito che svilisce la formazione a privilegio per pochi.
Il sapere non è neutro: servono nuovi programmi didattici e libri di testo per la prevenzione a qualsiasi forma sfruttamento delle risorse del nostro pianeta;
• fuori aziende inquinanti e industria del fossile da scuole e università;
• la riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici ed universitari con un approccio fondato sull’ecosostenibilità.
Risorse:
• la deriva predatoria dell’economia di mercato sta mettendo sotto attacco le risorse naturali rinnovabili del nostro pianeta. Chiediamo politiche pubbliche basate su agroecologia: un approccio all’agricoltura all’allevamento e alla pesca che promuove una pluralità di pratiche di piccola scala in armonia con gli ecosistemi locali;
• ritorno del pubblico nella gestione delle risorse idriche per il rispetto del diritto universale all’acqua con riduzione dei consumi idrici e ristrutturazione delle reti senza ricorso a nuove grandi opere;
• accesso e la redistribuzione delle terre, in particolare a beneficio di giovani e donne;
• libero accesso e la libera riproduzione delle sementi, superando l’attuale regime di proprietà intellettuale;
Città, territori, comunità:
La città deve essere rivista dal punto di vista concettuale, deve diventare multicentrica riducendo gli spostamenti “origine-destinazione”.
Chiediamo quindi:
Una rete di trasporto pubblico che colleghi ogni sua parte in modo efficiente, a cui si affiancare una rete che agevoli gli spostamenti in bici o a piedi.
Arrestare il consumo di suolo con un divieto di espansione urbana
Obiettivo “zero emissioni” con progetti sottoposti a valutazioni di impatto ambientale e sociale.
Adesso cari ministri e leader della Terra, non osate dire che non abbiamo proposte. Uscite dalle sale di cristallo e tornate ad ascoltare i popoli: il vostro lavoro è quello di rappresentarli. Se non lo farete, continueremo a disturbare il vostro sonno con le nostre proteste.