Incontro aperto sull’intercultura al parco Sangalli
Un tavolo di lavoro partecipativo per un confronto su come sostenere il dialogo interculturale
Incontro aperto sull'interculturalità
Incontro aperto a distanza di dieci giorni dalla sera che ha visto il parco Giordano Sangalli essere teatro di una grave aggressione razzista con associazioni, abitanti, enti locali, istituzioni, scuole e realtà del terzo settore. Un’occasione preziosa per rimettere in fila il lavoro fatto finora dalla comunità educante di Tor Pignattara. Ragionare insieme su come proseguire, da dove ripartire, che priorità darsi, che impegno mettere in campo in prima persona. Anche che impegno richiedere alle istituzioni di prossimità, Municipio e Comune.
Il Patto Educativo di Comunità: Diritti e Bisogni al Centro
Dialogo e Confronto: Visioni per un Quartiere Inclusivo
Il 10 luglio alle 17.00 ci si è confrontati su bisogni, risorse, idee e visioni. Qui l’obiettivo era fare del quartiere un luogo di convivenza, di accoglienza, di possibilità per chi lo abita e per le nuove generazioni.
Molti interventi si sono susseguiti nelle due ore. Di questi, la maggior parte ha evidenziato la necessità di continuare e potenziare lo sforzo di fare rete. Si è parlato di creare una cooperazione virtuosa tra i quartieri limitrofi, specialmente all’interno delle scuole.
Allo stesso tempo si condivide una certa idea di società e ci si impegna a realizzarla ogni giorno, spesso in contesti di totale isolamento.
Spazi Pubblici: Una Necessità Urgente
Infatti la convinzione diffusa è che il parco Giordano Sangalli sia il luogo di incontro privilegiato dei tanti mondi che vivono Tor Pignattara. È il teatro di centinaia di iniziative nate dal basso. Per questo, lo spazio da riaprire subito e restituire alla cittadinanza è proprio il bocciofilo.
Inoltre questa struttura potrebbe essere il naturale presidio nel parco e contribuire a rivitalizzare il tessuto sociale. Sarebbe utile soprattutto per chi non ha spazi in tutto il quadrante, come le giovani e i giovani. Attualmente ha le sembianze di un fantasma urbano: poco frequentato, invisibile al territorio in cui sorge e incapace di farsi luogo di iniziativa e scambio.