Il lago Bullicante non si ferma: ricorso contro il Comune e manifestazione il 5 giugno
Nella prossima giornata mondiale dell’ambiente la foresta dell’Ex Snia si rimette in cammino per affermare la giustizia economia e sociale. I quartieri del Prenestino consegneranno una lettera aperta e i doni della biodiversità al Sindaco Gualtieri.
Intanto presentato un ricorso al Tar per l’annullamento del permesso a costruire.
Dopo essere riusciti con la lotta a ottenere l’unico parco in una zona tra le più densamente abitate di Roma, dopo aver ottenuto la tutela ambientale per salvaguardare la biodiversità del Lago Bullicante, gli abitanti non possono restare a guardare la realizzazione di un polo logistico di 4 ettari a meno di dieci metri dalle sue sponde, in un quadrante già avvelenato dallo smog e affogato nel cemento.
Il rischio che l’ecosistema e il sorprendente processo di rinaturazione in corso venga irrimediabilmente danneggiato dalla cementificazione dell’Ex SNIA è altissimo.
Per questo gli abitanti, insieme alla rete delle scuole, ai collettivi universitari, alle associazioni ambientaliste, ai comitati territoriali contro il consumo di suolo e i movimenti per il clima, dichiarano aperta la lotta contro questo progetto urbanistico e mettono in campo una serie di azioni per difendere il Monumento Naturale e tutelare la salute di tutti noi.
Il 5 giugno, Giornata mondiale dell’ambiente, il territorio si rimette in cammino verso il Campidoglio. L’appuntamento è al lago Bullicante alle ore 9 per uno spettacolo di accoglienza per tutti i bambini e i bambine delle scuole del territorio. La partenza è prevista per le ore 10 verso il Campidoglio. Il Forum ha invitato a partecipare l’attivista internazionale Vandana Shiva, ospite del IPER – Festival delle Periferie di Roma, per testimoniare la valenza globale delle scelte locali sull’ambiente. Quel giorno verrà consegnata una lettera aperta al sindaco Roberto Gualtieri.
Per la giornata di domenica 4 giugno dalle ore 11 è stata lanciata una chiamata alle arti, per disegnare insieme la foresta in cammino, per realizzare le maschere, i costumi, le fogge e i simboli dell’incredibile biodiversità dell’ecosistema insorto, presagio di futuro, nel cuore della città di cemento.
Oltre alla manifestazione, la mobilitazione prosegue anche sul piano legale: nelle scorse settimane il Forum Territoriale Permanente del Parco delle Energie, A Sud e Legambiente hanno avanzato un ricorso al Tribunale amministrativo del Lazio per chiedere l’annullamento del permesso di costruire rilasciato dal Comune di Roma l’11 novembre 2022 alla società immobiliare Ponente 1978 Srl., sulla base della convinzione che l’Amministrazione capitolina non abbia portato avanti l’istruttoria come avrebbe dovuto, valutando ogni aspetto critico e i pareri tecnici dovuti ma non considerati.
In attesa di discutere nel merito con il TAR la richiesta al Sindaco Gualtieri è di sospendere la concessione edilizia in autotutela al fine di procedere con le opportune verifiche e aprire un tavolo di pianificazione con le parti sociali e istituzionali per ristabilire una road map verso la definizione di Pubblica utilità per il sito dell’Ex Snia Viscosa, per realizzare definitivamente il parco archeologico naturalistico, atteso da trent’anni.
“Anche se non possiamo anticipare i dettagli del ricorso, possiamo dire che ci sono una serie di carenze nell’istruttoria che riguardano i tanti procedimenti in essere e che ci hanno portato a impugnare il titolo edilizio”, dichiara l’avvocato Michele Trotta. “Questo ricorso si pone all’interno di una vertenza importante che non nasce oggi, ma che oggi fa un salto di qualità con un ricorso al Tar che risulta imprescindibile rispetto all’intero percorso. Non dobbiamo dimenticare che su quest’area grava un procedimento di demanializzazione bloccato da anni. Con il ricorso gli attivisti si stanno sostituendo alle istituzioni per far valere l’interesse collettivo e della costituzione”, aggiunge Antonello Ciervo del team legale.
A sud sostiene da anni le vertenze locali e romane, come quella del lago Bullicante, con RomaUp, un ampio programma di intervento. “Abbiamo scelto di aderire al ricorso contro il permesso a costruire rilasciato dal Comune di Roma e a tutto il percorso di mobilitazione lanciato oggi. L’amministrazione sa quali sono le gravi vulnerabilità ambientali e climatiche del territorio, che hanno una ricaduta sulla vita e sulla salute delle persone: per mitigare e adattarci all’emergenza climatica la prima cosa da fare è fermare subito il consumo di suolo. Nel giorno della catastrofe in Emilia Romagna e nella giornata mondiale della biodiversità, ripartiamo dal Lago Bullicante, per difendere con ogni mezzo necessario ogni metro quadrato di verde e di aria pulita.” afferma Sara Vegni, responsabile Advocacy di A Sud
A fianco della vertenza legale è stata avviata una campagna di monitoraggio che, oltre ad analizzare l’aria, il suolo e l’acqua, aggiornerà i dati della flora e della fauna per integrarli con i rilievi delle comunità di impollinatori, lepidotteri, artropodi e chirotteri presenti nel monumento naturale. La campagna è partita a maggio grazie alla collaborazione del Forum territoriale permanente del Parco delle Energie con Roma Natura ed è stata affidata a giovani ricercatori sotto la supervisione di esperti riconosciuti a livello internazionale. Questo progetto rappresenta un fattivo e concreto contributo per consolidare la salvaguardia del patrimonio ambientale della città di Roma.
In un momento in cui la città sta facendo i conti con nuove limitazioni alla circolazione delle auto più inquinanti imposte proprio per rispondere alla tutela della salute pubblica, appare enorme la contraddizione di aver rilasciato un permesso a costruire un polo logistico all’interno della nuova ZTL, all’interno della città consolidata, in uno dei quadranti più inquinati della città.
Riportare la Natura in città e salvaguardare la biodiversità, ridurre drasticamente le emissioni nocive per invertire il riscaldamento della Terra e far fronte alla crisi climatica, fermare il consumo di suolo e la sua impermeabilizzazione dovrebbero essere tra le più grandi preoccupazioni di chi governa Roma.
Sotto gli occhi di tutti le conseguenze drammatiche della cieca messa a profitto del territorio in contrapposizione con i processi naturali. Alla solidarietà diretta verso le popolazioni colpite dall’alluvione in corso in Emilia Romagna, si deve associare la consapevolezza che le devastazioni, hanno responsabilità politiche e economiche.
La strada per difendere il lago Bullicante e la giustizia sociale e ambientale nella città di Roma è chiara. La Giunta comunale dia risposta alle richieste del Municipio V e dell’Assemblea capitolina per ottenere dalla Regione Lazio l’allargamento del perimetro di tutela del Monumento Naturale e per chiudere l’iter di demanializzazione delle acque del lago Bullicante e il conseguente inserimento nel Piano paesaggistico regionale. Roma Capitale ha inoltre la possibilità di completare la proposta di variante urbanistica, chiusa in un cassetto dalla scorsa legislatura, con il cambio di destinazione d’uso dell’area privata per destinarla a verde e servizi. Infine questa amministrazione può decidere di avviare sull’area un progetto di riforestazione utilizzando gli ingenti fondi pubblici stanziati per questo obiettivo.
Oltre alla manifestazione, la mobilitazione prosegue anche sul piano legale: nelle scorse settimane il Forum Territoriale Permanente del Parco delle Energie, A Sud e Legambiente hanno avanzato un ricorso al Tribunale amministrativo del Lazio per chiedere l’annullamento del permesso di costruire rilasciato dal Comune di Roma l’11 novembre 2022 alla società immobiliare Ponente 1978 Srl., sulla base della convinzione che l’Amministrazione capitolina non abbia portato avanti l’istruttoria come avrebbe dovuto, valutando ogni aspetto critico e i pareri tecnici dovuti ma non considerati.
In attesa di discutere nel merito con il TAR la richiesta al Sindaco Gualtieri è di sospendere la concessione edilizia in autotutela al fine di procedere con le opportune verifiche e aprire un tavolo di pianificazione con le parti sociali e istituzionali per ristabilire una road map verso la definizione di Pubblica utilità per il sito dell’Ex Snia Viscosa, per realizzare definitivamente il parco archeologico naturalistico, atteso da trent’anni.
“Anche se non possiamo anticipare i dettagli del ricorso, possiamo dire che ci sono una serie di carenze nell’istruttoria che riguardano i tanti procedimenti in essere e che ci hanno portato a impugnare il titolo edilizio”, dichiara l’avvocato Michele Trotta. “Questo ricorso si pone all’interno di una vertenza importante che non nasce oggi, ma che oggi fa un salto di qualità con un ricorso al Tar che risulta imprescindibile rispetto all’intero percorso. Non dobbiamo dimenticare che su quest’area grava un procedimento di demanializzazione bloccato da anni. Con il ricorso gli attivisti si stanno sostituendo alle istituzioni per far valere l’interesse collettivo e della costituzione”, aggiunge Antonello Ciervo del team legale.
A sud sostiene da anni le vertenze locali e romane, come quella del lago Bullicante, con RomaUp, un ampio programma di intervento. “Abbiamo scelto di aderire al ricorso contro il permesso a costruire rilasciato dal Comune di Roma e a tutto il percorso di mobilitazione lanciato oggi. L’amministrazione sa quali sono le gravi vulnerabilità ambientali e climatiche del territorio, che hanno una ricaduta sulla vita e sulla salute delle persone: per mitigare e adattarci all’emergenza climatica la prima cosa da fare è fermare subito il consumo di suolo. Nel giorno della catastrofe in Emilia Romagna e nella giornata mondiale della biodiversità, ripartiamo dal Lago Bullicante, per difendere con ogni mezzo necessario ogni metro quadrato di verde e di aria pulita.” afferma Sara Vegni, responsabile Advocacy di A Sud
A fianco della vertenza legale è stata avviata una campagna di monitoraggio che, oltre ad analizzare l’aria, il suolo e l’acqua, aggiornerà i dati della flora e della fauna per integrarli con i rilievi delle comunità di impollinatori, lepidotteri, artropodi e chirotteri presenti nel monumento naturale. La campagna è partita a maggio grazie alla collaborazione del Forum territoriale permanente del Parco delle Energie con Roma Natura ed è stata affidata a giovani ricercatori sotto la supervisione di esperti riconosciuti a livello internazionale. Questo progetto rappresenta un fattivo e concreto contributo per consolidare la salvaguardia del patrimonio ambientale della città di Roma.
In un momento in cui la città sta facendo i conti con nuove limitazioni alla circolazione delle auto più inquinanti imposte proprio per rispondere alla tutela della salute pubblica, appare enorme la contraddizione di aver rilasciato un permesso a costruire un polo logistico all’interno della nuova ZTL, all’interno della città consolidata, in uno dei quadranti più inquinati della città.
Riportare la Natura in città e salvaguardare la biodiversità, ridurre drasticamente le emissioni nocive per invertire il riscaldamento della Terra e far fronte alla crisi climatica, fermare il consumo di suolo e la sua impermeabilizzazione dovrebbero essere tra le più grandi preoccupazioni di chi governa Roma.
Sotto gli occhi di tutti le conseguenze drammatiche della cieca messa a profitto del territorio in contrapposizione con i processi naturali. Alla solidarietà diretta verso le popolazioni colpite dall’alluvione in corso in Emilia Romagna, si deve associare la consapevolezza che le devastazioni, hanno responsabilità politiche e economiche.
La strada per difendere il lago Bullicante e la giustizia sociale e ambientale nella città di Roma è chiara. La Giunta comunale dia risposta alle richieste del Municipio V e dell’Assemblea capitolina per ottenere dalla Regione Lazio l’allargamento del perimetro di tutela del Monumento Naturale e per chiudere l’iter di demanializzazione delle acque del lago Bullicante e il conseguente inserimento nel Piano paesaggistico regionale. Roma Capitale ha inoltre la possibilità di completare la proposta di variante urbanistica, chiusa in un cassetto dalla scorsa legislatura, con il cambio di destinazione d’uso dell’area privata per destinarla a verde e servizi. Infine questa amministrazione può decidere di avviare sull’area un progetto di riforestazione utilizzando gli ingenti fondi pubblici stanziati per questo obiettivo.