Glossario Ecologista: Patti Educativi di Comunità
I patti educativi di comunità sono uno strumento per costruire alleanze territoriali tra scuola, amministrazione pubblica e terzo settore in grado di trasformare le istituzioni scolastiche e le comunità educanti (si veda lemma dedicato) in agenti di conoscenza e rinnovamento che si aprono al territorio attivando processi di co-progettazione del cambiamento.
Alleanze tra scuola e comunità educante sono largamente diffuse da diverso tempo mentre i patti educativi di comunità sono stati introdotti nel Piano Scuola 2020/21 sulla scia dell’emergenza pandemica e con la necessità di reperire spazi alternativi a quelli scolastici dove svolgere la didattica. Ben presto è emerso con chiarezza il potenziale trasformativo di questo strumento in cui le istituzioni scolastiche diventano protagoniste insieme al resto della comunità di un processo di co-progettazione del cambiamento che ha diversi obiettivi: lotta alla dispersione scolastica, contrasto alla povertà educativa, consolidamento dell’identità del territorio, sperimentazione di forme alternative di didattica, rigenerazione dei saperi e degli spazi. Il potenziale trasformativo dei patti educativi territoriali è particolarmente importante nei territori a rischio esclusione e marginalità.
I patti educativi di comunità sono in grado di favorire l’accesso alle opportunità offerte dal territorio facendosi promotori di iniziative sociali e culturali. La cittadinanza non si limita a partecipare ma può recuperare un ruolo centrale nei processi di cambiamento sociale.
Il territorio si trasforma divenendo spazio educativo condiviso, dove l’educazione può, uscendo dalle mura scolastiche, recuperare la sua dimensione collettiva. Il territorio attraversato dal mondo della scuola e dall’agire dei più giovani è così investito da una grande possibilità di cambiamento restituendo la sensazione di poter compiere azioni efficaci per il raggiungimento di un obiettivo e la capacità di percepire l’influenza delle proprie azioni sugli eventi.
I patti educativi di comunità rappresentano uno strumento centrale per lavorare sulla multifattorialità della povertà educativa che è connessa alla povertà energetica, alla vulnerabilità ambientale dei territori e delle persone che li abitano, alla salute e al diritto al lavoro.
Le conseguenze dell’emergenza ambientale e climatica sul mondo dell’infanzia e dei giovani sono diverse: problemi di salute, ritardi e/o disturbi dell’apprendimento, fragilità dei territori, sicurezza degli edifici scolastici, accessibilità al verde, nuove povertà. Attraverso i patti educativi di comunità la scuola può divenire presidio culturale e sociale ma anche ecologista, in grado di realizzare e diffondere nuove pratiche, nuovi stili di vita, nuovi modelli esistenziali, abitativi, di consumo e di mobilità che sappiano rispondere alle sfide poste dalla realtà. Sono molteplici le azioni che concretamente si possono implementare. Ad esempio: ridurre l’impatto degli edifici scolastici; mettere le scuole al centro di comunità energetiche e altre soluzioni innovative; introdurre aree pedonalizzate per una mobilità sostenibile; recuperare spazi verdi abbandonati; promuovere progetti di rigenerazione urbana e territoriale in grado di fermare il consumo di suolo e stimolare processi di riforestazione urbana e di risanamento ambientale, praticare Scienza Aperta e monitoraggi civici partecipati, dialogando con il mondo della ricerca per sostenere forme di attivazione dal basso su vertenze ambientali sul territorio.
Con i patti educativi di comunità non ci si vuole sostituire al pubblico ma proporre sistemi solidaristici e cooperativi dal basso, necessari alla costruzione di un futuro più giusto per tutte e tutti, sia da un punto di vista sociale che ambientale.
Per approfondire:
- Forum Diseguaglianze e Diversità “Patti educativi territoriali e percorsi abilitanti. RAPPORTO DI RICERCA Un’indagine esplorativa , 2021
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