“È più facile immaginare la fine di un bosco che la fine di un supermercato”

Il Bosco Ospizio, un’area verde cresciuta spontaneamente negli ultimi dieci anni, sta per essere distrutto per far spazio a un nuovo supermercato Conad con tanto di parcheggio interrato e strade di cemento in superficie. Il nuovo centro commerciale porterà alla costruzione di un palazzo di cinque piani, per un totale di 31.050 metri quadrati di cemento, 154 alberi tagliati e un piccolo polmone verde eliminato sulla trafficata via Emilia, scrivono cittadine e cittadini. 

Il progetto, però, prevede in cambio la restituzione di una Casa della Comunità destinata a funzioni sanitarie e civili. Ma vale la pena barattare un’area verde per l’ennesima struttura commerciale?Il Bosco Ospizio non è solo un pezzo di verde incolto ma un’area cruciale per l’assorbimento del carbonio, per la mitigazione del calore e la qualità dell’aria. Secondo Marco Cervino, ricercatore del CNR presso l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima, la distruzione del bosco comporterebbe danni irrimediabili. Cervino sottolinea che nuove piantumazioni non possono compensare il valore ecologico di un’area arborizzata da oltre un decennio.

 A livello locale, il verde urbano nel Comune di Reggio Emilia copre appena il 4,27% (report Ispra 2023) della superficie totale, un dato preoccupante per una città che sta affrontando le sfide del cambiamento climatico ed eventi climatici estremi negli ultimi anni. Se guardiamo al consumo di suolo dell’ Emilia-Romagna, i dati dell’Ispra ci dicono che è la quarta regione in Italia per consumo netto di suolo nel 2022 , con un incremento di 635 ettari rispetto all’anno precedente. Reggio Emilia è tra i comuni con l’aumento maggiore: 46 ettari consumati in un solo anno, l’equivalente di 65 campi da calcio. Tra il 2019 e il 2022, la provincia di Reggio Emilia ha perso 222 ettari, pari a 300 campi da calcio.

 In un contesto simile sacrificare anche solo un’area verde urbana come il Bosco Ospizio per un nuovo supermercato di cui la comunità non ha bisogno, non è in linea con le sfide ambientali del nostro tempo.  La costruzione del nuovo supermercato comporterà l’edificazione del 60% della superficie del bosco, cui si aggiungerà il consumo di suolo per la viabilità interna. Le conseguenze saranno l’aumento del traffico e delle emissioni inquinanti nella zona, la perdita della capacità del bosco di filtrare l’aria e di contrastare l’isola di calore urbana, e l’impermeabilizzazione del suolo che ridurrà la capacità di assorbire le acque piovane, aggravando il rischio di alluvioni durante gli eventi meteorologici estremi.

 Inoltre, come sottolinea chi protesta, le alternative ci sono: la Casa della Comunità potrebbe essere ospitata in una struttura già esistente e inutilizzata, come il padiglione Esquirol dell’ex San Lazzaro. La decisione di distruggere il Bosco Ospizio ha suscitato una forte mobilitazione da parte dell3 cittadin3, oltre 7.000 persone hanno firmato una petizione online per chiedere a CONAD di rinunciare al progetto e regalare il bosco alla comunità. Inoltre, oltre 2.300 firme sono state raccolte fisicamente per sostenere una richiesta formale di sospensione del progetto, che verrà discussa in consiglio comunale il 2 dicembre.

Il comitato cittadino e le associazioni ambientaliste chiedono di ripensare le priorità della città, dando valore al verde urbano: non si può più sacrificare un’area naturale per l’espansione di strutture commerciali in un contesto di crisi climatica.

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