Diario da Belém – giorno 11
21 novembre 2025
Penultimo giorno di COP.
Mentre scrivo il mio contributo per Scanner scoppia un incendio all’interno dei padiglioni della COP, e veniamo evacuati tutti.
Non è uno scherzo, e in questo evento possiamo leggerci un sacco di simboli e anche di presagi.
Questa è una COP calda, perchè ci sono 40 gradi e perchè i blocchi dei paesi pro e contro l’uscita dai combustibili fossili si stanno scontrando da ore facendo scintille, e non si sa se troverà un accordo per una cover decision unitaria.
E’ una COP che si realizza in Amazzonia, una foresta che va difesa per salvarci dal cambiamento climatico ma che ad oggi brucia. Solo nel 2024 gli incendi hanno avuto un impatto diretto su circa 2,8 milioni di ettari nella foresta primaria amazzonica.
Ed è la COP del surriscaldamento globale, la comunità scientifica ci dice che abbiamo già superato la soglia di 1,5 °C stabilita dall’Accordo di Parigi, e che il nostro è già un punto di non ritorno.
Potremmo dire che è anche esplosiva, poiché attendiamo tra le altre cose anche un’importante decisione su un nuovo meccanismo chiamato BAM il Belem Action Mechanism che mira a creare un quadro globale per la Giusta Transizione.
Secondo Javier Andaluz coordinatore dell’Area Energia e Clima nella ONG spagnola Ecologistas en Accion, “ è fondamentale presidiare i negoziati per difendere il BAM affinchè non venga stravolto e mantenga la sua integrità. L’aspetto rivoluzionario di questo dispositivo, ma allo stesso tempo più critico e cruciale è il fatto che metterebbe a sistema tutte le questioni: la riduzione delle emissioni e i finanziamenti per la giusta transizione.
Non ci possono essere delle strade parallele altrimenti avremmo sempre e solo chiacchiere. Vogliamo un meccanismo operativo concreto che stabilisca date e tappe e garantisca finanziamenti e trasferimento di conoscenze dal nord al sud del mondo. à-ù
Mentre per Simona Fabiani della CGIL il BAM è essenziale perché è un meccanismo per realizzare una transizione che tenga insieme giustizia ambientale e sociale, tutela dei lavoratori e delle comunità.
Intanto ieri, prima dell’incendio ieri una delegazione italiana del Climate Pride, piattaforma italiana che riunisce più di 80 realtà ecologiste, ha realizzato un’azione unendosi alla mobilitazione dei movimenti per il clima europei per chiedere al Ministro Pichetto Fratin di aderire alla roadmap per di accelerare immediatamente la phase ot dai combustibili fossili nel nostro paese. La delegazione ha anche cercato di consegnare una lettera al Ministro che non ha avuto i 5 secondi utili a prenderla in mano e guardare in faccia gli attivisti venuti dall’altra parte del mondo per chiedere giustizia climatica per il pianeta, ma a partendo da casa nostra.
Il Diario di A Sud dalla COP è curato da Marica Di Pierri e Laura Greco da Belém.