Diario da Belém – giorno 1

Dalla Cop30 alla Cúpula dos Povos: a Belém si apre la sfida per la giustizia climatica tra responsabilità globali, diritti dei popoli e resistenza dei territori.


10 novembre 2025

Inizia oggi a Belém, in Brasile  la Cop30, Conferenza delle Nazioni Unite sul clima: il più importante appuntamento globale che proverà a mettere d’accordo i governi per affrontare l’ emergenza climatica. Dal 10 al 21 novembre, i delegati di 197 Paesi si troveranno alle porte dell’Amazzonia.

Parallelamente dal 12 al 16 novembre, si terrà la Cúpula dos Povos, il Vertice dei Popoli, dove centinaia di organizzazioni sociali provenienti da tutto il mondo si incontreranno per denunciare le responsabilità di politica e imprese e per discutere di giustizia climatica e diritti dei popoli.

Il 6 e 7 novembre Belem ha ospitato il Leader Summit inaugurale con la partecipazione di una cinquantina di capi di stato, tra questi erano assenti i leader di quattro delle cinque economie più inquinanti al mondo – Cina, Stati Uniti, India e Russia. Nell’incontro di apertura António Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite ha dichiarato che “troppe aziende stanno facendo profitti record sulla devastazione climatica” e ha anche detto che abbiamo due opzioni: guidare il cambiamento o essere trascinati alla rovina. 

Ma quali sono i principali temi di cui si discuterà ai tavoli negoziali nei prossimi giorni? 

Innanzitutto si dovranno valutare gli impegni climatici nazionali, i cosiddetti NDCs: ogni Paese in vista della Cop avrebbe infatti dovuto presentare il proprio piano di riduzione delle emissioni e purtroppo ad oggi solo un terzo dei paesi lo ha fatto.

L’Unione europea arriva in extremis consegnando il suo NDC solo pochi giorni fa, a dimostrazione di un ormai compromosso ruolo di leader climatico globale. Un impegno di riduzione del 90% al 2040 senza un target preciso al 2035. L’Italia dal canto suo viaggia a Belem con una posizione ancor più debole ed è tra i paesi che frenano le ambizioni europee.

Alla Cop si  discuterà inoltre di adattamento ai cambiamenti climatici, con l’obiettivo di definire un quadro comune nel cosiddetto Global Goal on Adaptation (GGA).

Un altro capitolo chiave sarà la finanza per il clima che punta a tracciare il percorso per mobilitare almeno 1.300 miliardi di dollari l’anno entro il 2035.

La Cop30 si inserisce in un contesto geopolitico che non potrebbe essere più complesso, segnato da guerre, negazionismo, riarmo e una violenza istituzionale diffusa che mettono pesanti ombre sul percorso diplomatico.

A 10 anni da Parigi e a 20 dall’entrata di vigore del protocollo di Kyoto, l’auspicio è che il vertice riesca a superare la ritualità e che multilateralismo e governance globale mettano in campo azioni concrete che risultano essere sempre più urgenti.


Il Diario di A Sud dalla Cop è curato da Marica Di Pierri e Laura Greco da Belem ed è parte del podcast di rassegna stampa quotidiana “Scanner” di Valerio Nicolosi per Fanpage.

Riascolta la puntata qui

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