La newsletter di aprile 2023 dedicata a RomaUp: supporto ai comitati di Roma nelle battaglie per la giustizia ambientale

La deriva autoritaria che ha intrapreso l’Italia con il governo Meloni – lo si può vedere dal tentativo di sigillare le rotte migratorie del Mediterraneo Centrale e criminalizzare le organizzazioni che provano a salvare vite umane, dal precedente decreto anti-rave che rientra in una strategia di repressione di tutte le forze dissidenti all’interno del paese, tra cui quella contro gli attivisti climatici, e la condiscendenza con cui l’esecutivo sta affrontando la crisi climatica – la scarsa attenzione a politiche di net zero, la delega alle industrie fossili nel decidere i prossimi progetti energetici, il ritardo nell’elaborazione di un piano nazionale di contrasto alla siccità, considerata ancora un’emergenza – rende ancora più evidenti, oltre che necessarie, le geografie resistenti dei nostri territori.

La città che resiste

Roma è un laboratorio di resistenza a cielo aperto. E oggi più che mai la resistenza passa per il conflitto ambientale, per la crisi climatica e l’assoluta necessità di contrapporvisi. Da Valle Galeria, passando per il parco di Centocelle, al Pratone di Torre Spaccata, al Lago che combatte dell’ex Snia, alla Certosa di Torpignattara. Luoghi sotto attacco o semplicemente abbandonati, popolati da comitati e gruppi di cittadin* mai arresi ma con il bisogno di supporto pratico, legale, e di connessione. Lo dice anche Ferdinando Cotugno nella sua newsletter Arale, che la solitudine fa male alla lotta – Gli effetti della solitudine sul clima. E infatti, la lotta paga, ma stanca pure. Per questo come associazione ambientalista ed ecologista non possiamo permettere, ma soprattutto non vogliamo, che le lotte dei comitati locali, dei cittadini resistenti e di chi si batte contro il consumo di suolo, l’abusivismo edilizio, gli inceneritori e le discariche, di chi si batte per tenere puliti i nostri fiumi, per una migliore qualità dell’aria, di chi lotta contro la povertà educativa come parte di un processo per arrivare alla giustizia ambientale, rimangano fuochi di paglia.

Bruciamo, insorgiamo e lottiamo insieme.

Pre(o)messe capitoline

A settembre 2022 il sindaco Gualtieri firma un protocollo d’intesa con il ministero delle infrastrutture che ufficializza l’adesione di Roma al raggiungimento dell’obiettivo di azzerare le emissioni di gas serra o comunque ridurle, compensando quelle rimanenti.
La Capitale dovrà adottare un piano per la neutralità climatica entro il 2030 e le zero emissioni entro il 2050.
La Commissione Europea, infatti, ha deciso di accogliere la richiesta di 9 città italiane: oltre a Roma, anche Milano, Bologna, Torino, Firenze, Parma, Bergamo, Padova e Prato, dello stanziamento di 360 milioni di euro per il 2023. Sono risorse messe a disposizione da Bruxelles, e che arrivano dal fondo europeo per la ricerca e l’innovazione, l’Horizon Europe, da cui deriva la missione “100 Climate-Neutral and Smart Cities by 2030”. Dopo il 2023 verranno individuate altre risorse.
In questo contesto il comune si è anche dotato di un Ufficio Clima, lanciando un percorso per l’adozione di un piano di adattamento ai cambiamenti climatici al livello comunale, e un programma sperimentale di interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici in ambito urbano. Quest’ultimo atto, approvato il 20 ottobre 2022 dalla Giunta capitolina è finalizzato ad aumentare la resilienza ai rischi dei cambiamenti climatici dei Comuni sopra i 60mila abitanti. E i progetti di Roma Capitale ammessi ai finanziamenti ministeriali per complessivi 5.315.764 euro sono cinque: si parla di forestazione lineare per evitare le ondate di calore; riqualificazione ecologica di asili nido, efficientamento energetico di una scuola, manutenzione del Fosso di Gregna dove si sono più volte verificati fenomeni alluvionali e riqualificazione ambientale del Piazzale Ennio Flavio.
Gli interventi non ci sembrano sufficienti: non coprono numerose aree periferiche ma soprattutto, nonostante i piani sperimentali e le promesse, ci sono ancora troppe zone di Roma in cui adattamento e mitigazione sono considerate esigenze secondarie e dove le scelte di campo entrano in contrasto con il piano stesso: l’autorizzazione alla costruzione di un Polo Logistico che minaccia il monumento naturale del lago Bullicante dell’ex Snia o la cementificazione del Pratone di Torre Spaccata, prevista nel Piano regolatore generale (prg) di Roma Capitale, ne sono esempi.

RomaUP

Con il progetto RomaUp proviamo a intervenire laddove le associazioni di quartiere, cittadin* , comitati, attivist* fanno emergere un’istanza ambientale o chiedono supporto.
Per comprendere cosa è successo a Torre Spaccata e qual è il nostro contributo facciamo un passo indietro: nel 1965 viene elaborato un piano regolatore di Roma Capitale, poi rinnovato negli anni, che presenta per la prima volta un progetto su Torre Spaccata: il Sistema Direzionale Centrale (SDO) con nuove costruzioni e penetrazione dell’autostrada Roma Napoli, mai realizzati. Il prg è principale strumento urbanistico che regola l’attività edificatoria all’interno del territorio comunale. Nell’aggiornamento del 2008 vengono previsti ulteriori 18 progetti edificatori, di cui 10 sono stati realizzati senza aver effettuato nessuna valutazione dell’impatto ambientale e socio economico che le nuove costruzioni hanno avuto. Gli interventi vengono definiti “nuove centralità urbane” che, sul sito del Comune sono associate a zone “qualificate da funzione pregiate”, tra cui rientra proprio la zona di Torre Spaccata. Rimandato a lungo, finalmente il Comune sembra aver trovato i giusti fondi: 65 milioni del Pnrr. Si tratta di parte dell’investimento “Sviluppo industria cinematografica” per l’edificazione di parte dei 600mila metri cubi della centralità, tra cui l’ampliamento degli Studios di Cinecittà, che andrà a coprire 31 ettari di verde su cui si affacciano palazzoni di un quartiere densamente popolato. Gli abitanti lo chiamo appunto, il Pratone. Un luogo che, secondo il comitato locale, nasconde una biodiversità incredibile – 150 specie vegetali e oltre 60 specie animali – oltre che un valore archeologico inestimabile, come testimonia il diniego, negli anni, da parte della Sovrintendenza Capitolina di costruire nell’area.

Fonte: https://pratonetorrespaccata.it/

Il comitato, però, immagina un futuro diverso, e noi con loro.

Un primo incontro c’è stato tra A Sud e il comitato per elaborare nuove strategie di coprogettazione. A dicembre gli attivisti avevano già cominciato a organizzare laboratori di automappatura e progettazione collettiva per raccontare una storia diversa rispetto al Comune di Roma a partire dagli elementi naturali e archeologici della zona. In un recente laboratorio su politiche locali e adattamento ai cambiamenti climatici, attivisti, accademici, istituzioni hanno concordato, poi, che il processo di impermeabilizzazione del suolo, prevista all’interno del progetto di Torre Spaccata, è in contrasto con qualsiasi politica di adattamento. Grazie a RomaUp possiamo fornire supporto strategico e, speriamo, di riuscire a fermare un processo di consumo di suolo dannoso e inutile.
Secondo i dati del rapporto Ispra 2022 sul consumo di suolo, infatti, il quadro italiano è tutt’altro che rassicurante e Roma svetta con il suo record negativo: in 12 mesi la Capitale ha perso altri 95 ettari di suolo, per un totale consumato di 30mila 294 ettari, il 23,56% del totale.
Di un altro pezzo di città cementificata, non abbiamo certamente bisogno.

Monitoraggi ambientali partecipati

RomaUp è un progetto ampio, che comprende diverse attività. Iniziato due anni fa con l’intento di migliorare la qualità della vita a partire dalle periferie di Roma e con il sostegno del Programma Periferiacapitale della Fondazione Charlemagne, RomaUp cerca di fornire strumenti alla comunità locali e alle realtà attive per la difesa dell’ambiente per aumentare la loro incidenza politica negli spazi pubblici nella città di Roma.

Uno degli strumenti che ha avuto maggior successo è sicuramente il monitoraggio ambientale partecipato: avviare tali processi, pensati insieme alla realtà che conoscono bene il territorio e le sue debolezze ci ha consentito di trovare dati spesso non pubblicati neppure dalle istituzioni pubbliche. Molto spesso, infatti, le informazioni ambientali diffuse dalle istituzioni pubbliche non si trovano e quando vengono pubblicati i dati, sono spesso disorganizzati, non aggiornati e poco fruibili. In alcuni casi sono prodotti finanziati dagli stessi attori che per anni hanno avuto un impatto negativo sull’ambiente.

Nel tempo, quindi, questo progetto si è evoluto ma lo scopo è sempre lo stesso: ottenere giustizia ambientale.

Spesso le dinamiche all’interno dei conflitti ambientali si ripetono, per cui è diventato necessario sistematizzare modalità di lotta a partire dai dati scientifici, consentendo a tutt* di acquisire informazioni e dati in maniera indipendente sulla qualità delle matrici ambientali come acqua, aria e suolo.
In questo modo i cittadin* diventano più consapevoli dei rischi a cui sono esposti e hanno uno strumento in più per chiedere le risposte e le azioni necessarie alle autorità competenti. Conoscere la qualità dei corsi d’acqua della propria città, lo stato di contaminazione dei suoli o la qualità dell’aria che ogni giorno respiriamo, non dovrebbe essere un lusso riservato a pochi. Si tratta di informazioni di base che tutte e tutti dovremmo essere in grado di reperire. Anche per questo, insieme all’associazione OnData, abbiamo elaborato un vademecum per diventare Sentinelle ambientali, una piccola guida per attivist*, semplic* cittadini* e giornalist* che fornisce nuovi strumenti di giustizia ambientale e parte dai casi di monitoraggio ambientale partecipato del fiume Tevere e del fiume Aniene come casi scuola da replicare

L’oro blu della Capitale

Come raccontato anche in una recente inchiesta su RomaToday, il Tevere, considerato uno dei fiumi più puliti al mondo, presenta diversi punti critici con rilevanti tracce di escherichia coli, un batterio che di solito si trova nell’intestino umano e può portare malattie anche gravi e che viene utilizzato come parametro per valutare la qualità dell’acqua. Per fortuna il nostro Tevere, si rigenera con le sue capacità autodepurative, soprattutto perchè in città scorre veloce, eppure, negli ultimi anni abbiamo notato frequenti morie di pesci che continuano a non trovare una spiegazione. La qualità delle acque, poi, subisce un vistoso peggioramento una volta che il fiume è uscito dalla città: abbiamo riscontrato criticità ambientali presso il depuratore di Roma Sud, l’ultimo punto di osservazione per i monitoraggi partecipati, questione nota anche alle autorità competenti. Non sta meglio l’Aniene, affluente del Tevere, i cui dati, che pubblicheremo nei prossimi giorni, sono allarmanti.

Queste informazioni, che abbiamo raccolto con monitoraggi costanti (qui trovate il nostro ultimo report sullo stato del Tevere), vogliono contribuire a creare un quadro completo per poter migliorare la condizione delle nostre acque. La prossima settimana si concluderanno due anni di monitoraggio partecipato sullo stato dei fiumi romani. Il compleanno coincide con un periodo particolarmente favorevole al fiume Capitolino dato che sono in arrivo le risorse dei fondi governativi investiti per il Giubileo di Roma Capitale:

  • 63 milioni di euro di Fondi Governativi per il Giubileo, destinati a Roma Capitale.
  • 15 milioni di euro dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nella linea di finanziamento “Roman Cultural Heritage for EU-Next Generation” per il progetto TEVEREVER.
  • 3,6 milioni di euro per il Protocollo di Intesa tra Regione Lazio, Roma Capitale e Terna per la riqualificazione della banchina sinistra del Tevere da Ponte Matteotti a Ponte Marconi

Che l’amministrazione si sia ricordata del Tevere è un’ottima notizia, certamente preoccupa che gli interventi previsti non siano stati condivisi con le comunità di attivisti e attiviste che quotidianamente si prendono cura del fiume, attraverso, ad esempio, il Contratto di Fiume, un prezioso strumento partecipativo, attivo da più di un anno, definito in Italia dalla Carta Nazionale dei Contratti di Fiume, a cui aderisce anche A Sud. Lo scopo è di promuovere la riqualificazione ambientale e paesaggistica attraverso azioni di prevenzione, mitigazione e monitoraggio delle criticità idrogeologiche e della qualità delle acque. A questo scopo, il 25 marzo è nato anche l’Osservatorio Tevere, grazie all’impulso di Agenda Tevere per la creazione di una rete informale in grado di portare avanti gli intenti del Contratto di Fiume in maniera più estesa e partecipata possibile. Da questa comunità di intenti è nata anche una mappa partecipativa e collaborativa per riuscire a costruire un tavolo di lavoro con le istituzioni che ci aiuti ad avere voce in capitolo rispetto agli interventi previsti sul nostro fiume.

Quello che respiriamo

“Luntano
Si putesse, te purtasse luntano
Pecché ll’anema è troppo vicina a ‘sta terra
C’ha avvelenato tutt”e canzone e tutt”e persone” – (L’anima è troppo vicino a questa terra che ha avvelenato ogni cosa, canzoni e persone)

“Respira” – La Niña

A livello globale, fa sapere Copernicus, il mese di febbraio del 2023 è stato il quinto più caldo mai registrato, con una temperatura media che ha superato di 0,29 gradi quella del periodo 1991-2020. Nel suo insieme, l’inverno è stato il secondo più caldo mai registrato in Europa, con una temperatura media che supera di 1,44 gradi centigradi quella stagionale del periodo 1991-2020. I mesi invernali sono anche i mesi più problematici per i livelli di inquinamento dell’aria e l’assenza di precipitazioni incide in maniera determinante.
Sempre di più la cittadinanza si mobilita per una migliore qualità dell’aria. Con RomaUp siamo impegnate nel monitoraggio dell’aria al fianco del Comitato Valle Galeria Libera, un’area periferica di Roma, in cui insistono diverse criticità ambientali: dall’ex raffineria di Eni, all’ex discarica di Malagrotta, alle numerose cave in attività. Con le bambine e i bambini della scuola Pisacane e grazie al supporto dell’associazione Che Aria Tira abbiamo autocostruito una centralina per la qualità dell’aria (qui il videoracconto). Ma abbiamo anche partecipato alla campagna No2NoGrazie di Cittadini per l’aria per monitorare i livelli di biossido di azoto in tutta la città di Roma.

E ancora una volta scendono in strada le bambine e i bambini per tutelare l’aria che respiriamo.
Il 5 maggio grazie al successo europeo di Streets for Kids, la coalizione di associazioni Clean Cities Campaign ha deciso di rilanciare con la Spring Edition per chiedere più Strade Scolastiche e mobilità attiva in tutte le città d’Europa.
Qui tutte le informazioni per creare un’azione.

Infine, domenica 14 maggio Roma festeggia i 10 anni di Bike to School nel migliore dei modi, organizzando la prima Kidical Mass della città – un festoso circuito di bambine e bambini in bici e monopattini – dal titolo Scatenati in Bici! Info e contatti: biketoschoolroma@gmail.com

Torpignattara

RomaUp non è solo un contenitore per i monitoraggi ambientali partecipati. In una zona di Roma un po’ diversa, posta sulla destra di Via Casilina e alle spalle di Via del Mandrione, c’è il quartiere di Villa Certosa, nel cuore di Torpignattara: 2500 abitanti distribuiti per lo più su case singole, edificate tutte tra gli anni ‘20 e ‘50, abitazioni popolari con grande dispersione termica.
Anche qui abbiamo fatto un lavoro di costruzione con il comitato di quartiere attivando il progetto CER-tosa, con l’obiettivo di fornire benefici ambientali, economici e sociali all’intera comunità sperimentando democrazia energetica. Ponendoci come scopo il contrasto alla povertà energetica, infatti, con il comitato territoriale Villa Certosa abbiamo presentato la domanda per poter installare pannelli solari su area che copre 44 abitazioni, 1 istituto scolastico, 1 attività commerciale e 2 enti privati, per risparmiare fino a un 30% di consumi energetici. Il coinvolgimento che ci preme di più è sicuramente quello dell’ Istituto Comprensivo Via Laparelli – scuola secondaria “Lodovico Pavoni”, che ha già espresso il proprio interesse e che rappresenta un contatto fondamentale, anche per via delle nostre attività di educazione ecologista con i bambin* della zona.

Nell’ambito del lavoro di rafforzamento della comunità di Torpignattara, inoltre, si inserisce il progetto “Innesti di comunità. Spazi aperti per crescere insieme“, un progetto selezionato da Con i Bambini, e finanziato dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile dell’associazione Pisacane 0-99, di cui A Sud è partner con un gruppo di organizzazioni sorelle: Asinitas, Cemea del mezzogiorno, Ecomuseo Casilino, Passaparola, IC Simonetta Salacone, Melting Pro, Rebike Altermobility. Il progetto punta a rafforzare la comunità educante del territorio coinvolgendo attivamente tutti i suoi attori in campo: il più grande successo finora è stato sicuramente dotare la comunità di un presidio culturale-educativo stabile e aperto al territorio grazie alle restaurazione dell’ex casa del custode in una casa del e per il quartiere.

Il 13 aprile non perdetevi l’evento di presentazione del progetto: ore 17.00, aula magna scuola Pisacane!

Reti di mutualismo e poli civici a Roma

Venerdì 14 Aprile alle 18:30 presso il Giardino Ciro Principessa in Largo dei Savorgnan a Torpignattara, l’associazione A Sud e il Comitato Certosa vi invitano a partecipare alla presentazione della ricerca Poli Civici e Reti di mutualismo a Roma.

La ricerca ha voluto mappare il protagonismo sociale e le forme di attivazione civica nel territorio romano studiando modelli ed esperienze di reti di mutualismo italiane ed estere e la co-progettazione partecipata di un hub per l’attivazione di processi di sviluppo socio economico nei quartieri della periferia romana.

Interverranno esponenti del mondo della ricerca, delle fondazioni e della società civile attiva sul territorio di Torpignattara, quartiere in cui associazioni e comitati lavorano per sostenere le comunità e le persone. Vi aspettiamo!

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