Come stanno i fiumi che attraversano Roma? A raccontarcelo il report: “I fiumi e la città"

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Livelli elevati di Escherichia coli, di nitrati e di fosfati : ecco la fotografia del fiume Aniene, il secondo affluente del Tevere, sorvegliato speciale del secondo anno di monitoraggi partecipati svolti da A Sud e Insieme per l’Aniene Aps, nell’ambito del progetto RomaUp, finanziato dal programma Periferiacapitale della Fondazione CharleMagne e dall’8×1000 dellla Chiesa Valdese.

“I fiumi e la città” è il racconto della seconda campagna di monitoraggio partecipato dei fiumi di Roma, quest’anno dedicata ai fiumi Tevere e Aniene. Realizzata da attiviste e attivisti ambientali e associazioni di cittadine e cittadini, curata da A Sud Ecologia e Cooperazione Odv e l’associazione Insieme per l’Aniene Aps. La campagna, della durata di 11 mesi, ha visto la partecipazione sul fiume Tevere di 70 attivisti e di 10 associazioni, con un totale di 616 analisi condotte e 7 punti di campionamento analizzati, scelti e identificati all’interno del tratto urbano di questo fiume. Per quanto riguarda l’Aniene, invece, la campagna ha visto la partecipazione di 60 ragazzi per un totale di 495 analisi condotte su cinque punti di campionamento, identificati tutti all’interno della Riserva Naturale della Valle dell’Aniene, tra il G.R.A e la confluenza con il fiume Tevere. 

Per valutare la presenza di inquinamento diffuso nei due fiumi attenzionati, si è scelto di analizzare parametri “spia”, sensibili a condizioni di criticità e la cui variazione oltre ad un certo range segnala uno squilibrio/perturbazione dell’ecosistema. I parametri spia analizzati sono stati: azoto ammoniacale NH4+ (indicatore della scarsità di ossigeno); nitrati e fosfati (indicatore di inquinamento da eccesso di nutrienti o eutrofizzazione); Escherichia coli (insieme a NH4+ indicatore di inquinamento fecale recente). I parametri spia, pur essendo parametri fondamentali per capire lo stato di salute dei fiumi, non riescono a stabilire le cause puntuali di fenomeni come le morie di pesci, ma mirano a dare un quadro complessivo che caratterizza i fiumi, segnalando criticità utili anche ad indirizzare le politiche pubbliche.  

I risultati del monitoraggio partecipato rivelano che i livelli di Escherichia coli e ammonio continuano a destare preoccupazione e mostrano livelli alti di contaminazione fecale in particolare a valle del depuratore di Roma Sud per il Tevere, confermando i risultati del primo anno di monitoraggio, e in tutte le stazioni sull’Aniene. 

Sull’Aniene nei punti A, B e D andrebbe verificata la presenza di scarichi abusivi e nel punto E l’effettiva efficacia del depuratore di Roma Est, probabilmente sotto-tarato per il numero di abitanti della zona. Sono stati in particolare registrati valori critici anche per nitrati e fosfati sull’Aniene di cui è necessario indagare approfonditamente le cause, soprattutto perché i valori elevati di nitrati mettono in evidenza un uso del suolo agricolo e spesso sono il risultato di processi di dilavamento di suoli molto fertilizzati.

Per quanto riguarda i fosfati, i valori medi di tre stazioni sono da considerarsi critici e questo può dipendere da industrie, scarichi urbani o dall’agricoltura. In tal senso, è urgente migliorare il patrimonio conoscitivo sullo stato di salute del fiume aumentando i monitoraggi istituzionali di Arpa Lazio. . 

“I fiumi sono beni comuni fondamentali, con un prezioso apporto ecosistemico e climatico. E’ necessario averne cura costantemente. Già lo fa una fitta rete di attivisti, associazioni ed enti che amano e vivono il Tevere e l’Aniene e il loro apporto va ascoltato e valorizzato. Il Tevere, grazie ai progetti Giubilari e al PNRR vedrà nei prossimi mesi molteplici investimenti. Con questo lavoro vogliamo anche suggerire di guardare lo stato di degrado ambientale del fiume di Roma, oltre che la sua, auspicabile, fruizione. E quindi anche lo stato di salute del suo principale affluente, l’Aniene, fiume, scrigno di biodiversità, di cui troppo poco ci occupiamo. Anche quest’anno torniamo a chiedere dati pubblici ambientali migliori, perché il nostro lavoro non è in alcun modo sostitutivo ad un sistema di protezione ambientale capace di produrre e diffondere dati continui, completi, accessibili e fruibili. Purtroppo gli ultimi dati pubblici che abbiamo sui fiumi del Lazio sono di due anni fa’, nonostante i monitoraggi mensili” dichiara Sara Vegni di A Sud.

Il progetto Roma UP

Il progetto RomaUp, al suo secondo anno, si è posto l’obiettivo di costruire ponti tra varie realtà sociali, che si occupano – e preoccupano – della salute ecologica della Capitale, e il mondo della ricerca, le istituzioni e le autorità politiche. L’intento di RomaUp è quello di fornire strumenti di attivazione, advocacy e competenze/conoscenze per promuovere raccolte dati, campagne legali e di sensibilizzazione per chi ha già iniziato a mobilitarsi al fine di tutelare l’ambiente e i propri diritti.

RomaUp contribuisce al processo di creazione di conoscenze dal basso ad opera della cittadinanza attiva, attraverso attività di citizen science (ricerca scientifica aperta e partecipata), formazione dei cittadini e condivisione degli strumenti scientifici (sensori e kit di analisi solitamente a basso costo e quindi accessibili a tutti). Tali iniziative producono una conoscenza indipendente e potenzialmente più capillare rispetto a quella istituzionale, grazie alla maggiore conoscenza che le persone hanno del proprio territorio e delle relative criticità. Inoltre, creano reti di relazioni tra persone e favoriscono la condivisione di informazioni, esperienze e possibili soluzioni, permettendo di affrontare in modo più efficace le problematiche ambientali

Questa forma di citizen science coinvolge, in tutte le fasi del progetto, comunità attive che si avvicinano alla scienza e ai suoi strumenti e metodi, per intervenire in modo più efficace sul loro territorio. La scienza partecipata riesce così ad approcciare il tema della giustizia ambientale e sociale perché fornisce alle comunità colpite il potere di controllare il grado di minaccia ambientale – e dunque di erosione di diritti sociali ed economici – e stimola allo stesso tempo una discussione attorno alle responsabilità dei fenomeni di compromissione della qualità delle matrici ambientali, e delle conseguenti violazioni del diritto alla salute.

Per favorire la diffusione delle sperimentazioni di scienza partecipata è stato anche pubblicato un Vademecum, ovvero una Guida operativa per implementare campagne di monitoraggio partecipato.

locandina monitoraggio fiumi 7 giugno

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