C’è bisogno di “Parole Giuste” per raccontare le crisi ambientali

Si è chiusa ieri a Roma la prima edizione del Festival di giornalismo d’inchiesta ambientale “Le Parole giuste”, organizzato dall’Associazione A Sud. Un grande successo di pubblico ha assistito agli eventi in cartellone affollando gli spazi di Industrie Fluviali, ex lavatoio lanario recuperato nel cuore del quartiere Ostiense. 

Per tre giorni più di 500 persone, tra cui molti giornalisti e giornaliste, si sono ritrovate per partecipare ai 35 appuntamenti in cartellone, tra talk, laboratori, proiezioni e spettacoli, con un record di presenze e gran parte degli eventi sold out.

Per Laura Greco, presidente di A Sud “il successo di pubblico che conferma che c’è un grande bisogno di confrontarsi sulle sfide del nostro tempo, a partire da quelle ambientali, e di ragionare su come si raccontano mettendo assieme mondo dell’informazione, della scienza, e quello dell’attivismo”.

I NOMI DELLA PRIMA EDIZIONE

Tra gli oltre 90 ospiti di questa prima edizione: Elena Kostyuchenko, giornalista di Novaja Gazeta, Francesco Cancellato, direttore di Fanpage.it, Giulia Innocenzi, giornalista d’inchiesta e autrice del documentario Food for Profit, Sigfrido Ranucci, conduttore di Report Rai Tre, Mara Cossu del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, Giulia Zoli di Internazionale, Alberto Nerazzini, giornalista investigativo e direttore del DIG festival, Giulio Rubino, direttore di IRPI Media, Cristiana Castellotti, responsabile dei programmi informativi di RadioRai3, Oscar Buonamano dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, Donata Columbro, data journalist, Ferdinando Cotugno, giornalista di Domani, Giancarlo Sturloni di Greenpeace Italia, Teresa Paoli, giornalista di Presa Diretta Rai Tre, Vins Gallico direttore di Fandango Podcast e Tiziana Triana, direttrice di Fandango Libri, Fabio Ciconte, direttore di Terra!, Gian Paolo Accardo, direttore di Voxeurop, il giornalista e scrittore Stefano Liberti, Simone Fontana, caporedattore di Facta, la giornalistaSara Manisera di Fada Collective, Nuri Fatolahzadeh e Laura Fasani del Giornale di Brescia, e tante altre firme del giornalismo d’inchiesta e di approfondimento.

Sold out anche per la sezione dedicata agli spettacoli, con Rapa Nui di Fill Pill e la presentazione in anteprima del nuovo spettacolo di Giulio Cavalli, “La Nuvola Sporca” dedicato al disastro ambientale di Seveso, che inaugura la collaborazione di Fandango e A Sud anche sul fronte delle produzioni teatrali, dopo la partnership con Fandango Podcast e il lancio del podcast Poderosa – femminista, sostenibile, circolare, realizzato assieme alla libreria Tuba.

 

 

 

UNO SGUARDO AL MONDO

Tre giorni di riflessione e di confronto corale e prezioso sul giornalismo ambientale  in Italia, con uno sguardo allo scenario internazionale, grazie alla partecipazione di Elena Kostyuchenko, giornalista e attivista arrestata più volte dal regime di Putin, vittima di un tentativo di avvelenamento e costretta a lasciare il suo paese. In collegamento da Boston la reporter di Novaja Gazeta ha raccontato cosa vuol dire fare giornalismo d’inchiesta spiegando le condizioni dei suoi colleghi rimasti in Russia. Un altro sguardo sul mondo è arrivato anche da Amal Khayal, attivista e cooperante palestinese che ha ricordato i 99 giornalisti e operatori dei media uccisi nel mondo nel 2023, piu di tre quarti sono stati uccisi nei primi tre mesi delle operazioni militari israeliane a Gaza.

LE PAROLE GIUSTE PER LE SFIDE DEL NOSTRO TEMPO

Crisi climatica, comunità, trasformazione ecologica, mutualismo, mitigazione, sostenibilità, riuso, greenwashing, giustizia ambientale e sociale. Sono queste alcune delle parole più evocate durante gli incontri del festival, per esempio nei talk dedicati all’impact e al data journalism, alla Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile, al ruolo del giornalismo nel racconto della crisi climatica, e nei tanti circular talk curati da EconomiaCircolare.com. Grande interesse di pubblico anche per Food For Profit, la nuova docu-inchiesta di Giulia Innocenzi, che dopo cinque anni di lavoro con giornalisti sotto copertura ha svelato i legami tra lobbisti europei e il mondo della zootecnia. Dopo la proiezione nella sala principale di Industrie Fluviali, Giulia Innocenzi ha dialogato con il pubblico spiegando che l’atrocità appena viste sono l’ordinarietà degli allevamenti intensivi, un sistema che continua a ricevere milioni di euro di finanziamenti pubblici nonostante produca violenze sugli animali, sfruttamento dei lavoratori in tutta la filiera e tossicità che finiscono nei supermercati di tutta Europa.

IL FESTIVAL IN NUMERI

Più di 90 speaker, tra giornalistə, scienziatə, attivistə, espertə
Oltre 500 ingressi unici registrati di cui 150 giornalistə
35 eventi in cartellone
20 talk
5 laboratori formativi su graphic journalism, podcasting, greenwashing, giornalismo investigativo e video storytelling, tutti Sold out, con più di 120 iscritti
5 corsi accreditati dall’Ordine dei giornalisti con 250 partecipanti
4 documentari d’inchiesta proiettati e 2 spettacoli, tutti Sold out

Il Network

Il festival è stato realizzato da A Sud in partnership con EconomiaCircolare.com, Voxeurop, Fandango Libri, Centro di documentazione sui conflitti ambientali e in collaborazione con DIG Festival, Fada Collective, ISFCI e Sveja podcast, con il finanziamento del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, realizzato nell’ambito dell’avviso pubblico per proposte di iniziative a supporto dell’attuazione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile – Vettore “Cultura della sostenibilità” (SNSVS3)

 

Un festival a basso impatto ambientale grazie a cultura sostenibile

“Le Parole Giuste” non si è limitata a raccontare la sostenibilità: con una filiera corta e una logistica che ha  ridotto le emissioni di viaggi e accomodation, il festival ha messo in pratica le parole e i concetti raccontati in questi tre giorni. Non solo: l’allestimento ha evitato l’utilizzo di plastica monouso e di prodotti usa e getta. Queste e altre azioni organizzative rientrano nel Programma Cultura Sostenibile, promosso da A Sud, EconomiaCircolare.com e Melting Pro che accompagna le realtà culturali verso la riduzione e la compensazione ambientale degli eventi.

PREMIO WANGARI MAATHAI – X Edizione

La cerimonia di premiazione del Premio Donne Pace Ambiente Wangari Maathai, giunto alla sua decima edizione, ha chiuso domenica il festival “Le Parole Giuste”.

Anche quest’anno il riconoscimento, promosso da A Sud assieme alla Casa Internazionale delle Donne di Roma, è stato assegnato a cinque tra donne e realtà in prima linea nella difesa dell’ambiente e dei diritti, impegnate su più fronti: dall’attivismo, all’informazione, alla scienza. L’edizione 2024 ha previsto anche un riconoscimento speciale dedicato al giornalismo, intitolato a Ilaria Alpi, inviata del Tg3 assassinata 30 anni fa a Mogadiscio assieme all’operatore Miran Hrovatin. 

I NOMI DELLE PREMIATE 

PREMIO ACQUA

Flavia Pelliccia per il collettivo Balia dal Collare, collettivo del reatino, per l’impegno per nella difesa dell’ecosistema montano, dei fiumi e dell’acqua.

PREMIO ARIA

Cristina Mangia, ricercatrice CNR per l’impegno e il contributo nel costruire una scienza situata, una scienza al servizio dei cittadini e delle comunità impattate da progetti inquinanti e per la prospettiva ecotransfemminista che caratterizza il suo approccio.

PREMIO FUOCO

Laura Paracini in rappresentanza delle attiviste e degli attivisti di Ultima Generazione, per il loro impegno nel denunciare le responsabilità della crisi climatica e la necessità di un cambiamento radicale e urgente attraverso campagne di disobbedienza civile nonviolenta.

PREMIO TERRA

Amal Khayal attivista e cooperante per il suo impegno nel supporto alle donne e ai minori nella Striscia di Gaza e nella denuncia del genocidio in corso in Palestina

MENZIONE SPECIALE ILARIA ALPI

Elena Kostyuchenko, giornalista russa di Novaja Gazeta per il suo infaticabile impegno per dare voce a chi lotta contro l’inquinamento in Russia, a chi lotta per la libertà d’espressione e per i diritti umani.

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