A Belém torna il protagonismo sociale
Alla Cop30 di Belém c’è un elemento che più di altri sta segnando la differenza: la società civile che è tornata al centro della scena. Popoli indigeni, movimenti ecologisti, organizzazioni sociali, sindacati e comunità amazzoniche stanno riportando nel cuore del negoziato una verità necessaria: la crisi climatica è una questione di giustizia.
Dentro e fuori i padiglioni della Cop azioni, marce, assemblee, campagne di denuncia e proposte politiche stanno mostrando che le istanze partecipative sono in ottima salute e raccolgono consenso sociale. Le strade di Belém in questi giorni raccontano il volto sociale della transizione. Barche di comunità fluviali, tamburi tradizionali, volti e corpi indigeni che bloccano a più riprese gli ingressi della conferenza declinano la sfida climatica come questione che attiene a diritti, lavoro, equità, democrazia. Il messaggio è che non c’è giustizia climatica possibile senza la partecipazione reale di comunità e popoli vulnerabili e senza la fine del modello estrattivo che alimenta crisi climatica e disuguaglianze sociali.