La causa Ikebiri contro ENI, il primo giudizio intentato in Italia da un ricorrente straniero contro una multinazionale italiana per una condotta commessa all’estero.


A cura di: Marica Di Pierri e Livia D’Ambrosio

Il 9 gennaio 2018 si è aperto presso il Tribunale di Milano il processo civile che vede coinvolte da una parte la multinazionale petrolifera ENI e la sua controllata nigeriana NAOC, Nigerian Agip Oil Company Limited, e dall’altra la comunità nigeriana Ikebiri, composta da diversi villaggi situati nella regione del delta del Niger.
Oggetto della causa è la richiesta di risarcimento avanzata dalla comunità indigena contro ENI per il forte danno ambientale prodotto al loro territorio dalle attività estrattive della controllata locale NOAC.
I fatti contestati risalgono a otto anni fa: il 5 aprile del 2010 l’oleodotto della NAOC esplose a 250 metri dal fiume situato nell’area nord del territorio Ikebiri. La contaminazione prodotta dall’incidente ha messo da allora gravemente a rischio la sopravvivenza della popolazione locale, la cui sussistenza dipende principalmente dall’agricoltura e dalla pesca.
La prima richiesta di risarcimento avanzata all’ENI si risolse nell’offerta, da parte della multinazionale, di 22 mila euro (4,5 milioni di naira) e fu rifiutata dal Re, autorità locale della comunità, perché ritenuta irrisoria e del tutto insufficiente alla compensazione del danno prodotto. Di fronte alla difficoltà di ottenere giustizia presso le corti nigeriane, la comunità ha avviato, con il sostegno della ong internazionale Friends of the Earth – FoE, l’iter per la citazione in giudizio nel paese di provenienza della multinazionale, ovvero in Italia.
La causa è rappresentata nel nostro paese dall’avvocato Luca Saltalamacchia ed è iscritta presso il tribunale di Milano che risulta foro competente rispetto alla sede legale della compagnia petrolifera, sita nel comune di San Donato milanese. La richiesta di risarcimento ammonta a due milioni di euro (700 milioni di naira). La cifra è stata calcolata tenendo conto degli standard applicati dai giudici nigeriani e degli otto anni trascorsi dall’incidente senza che sia stata avviata alcuna procedura di bonifica. Oltre alla richiesta di risarcimento, i ricorrenti chiedono all’impresa la bonifica del territorio contaminato.

La causa Ikebiri contro ENI segna un precedente della massima importanza per l’accertamento delle responsabilità delle imprese italiane all’estero. Il processo di Milano è infatti il primo giudizio intentato in Italia da un ricorrente straniero contro una multinazionale italiana per una condotta commessa all’estero.

 

Report speciale Osservatorio Eni Ikebiri

Il Report è stato realizzato nell’ambito del progetto….

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