Monnezza Blues. La gestione dei rifiuti nel Lazio
Emergenzialità, conflitti sociali e nuovi modelli. Un report che racconta origine, miopie e costi sociali e ambientali dell’emergenza rifiuti nel Lazio
A cura di: Stand Up Società Cooperativa e CDCA
Roma, Capitale della “monnezza”
Da quando le immagini dell’immondizia riversata per le strade di Napoli hanno occupato per mesi gli spazi mediatici main stream, si è sviluppato un immaginario popolare che, in sostanza, associa ai rifiuti unicamente un problema da risolvere. Da diversi anni, tale problematica ha effettivamente assunto contorni allarmanti per diverse regioni italiane. La mancanza di una strategia di lungo termine, finalizzata alla drastica riduzione dei rifiuti attraverso politiche di riduzione a monte, raccolta differenziata “porta a porta”, riuso e riciclo, e cogenerazione di energia, ha portato ad una prassi consolidata per cui la tematica viene trattata utilizzando la comoda etichetta dell’emergenza. Per quanto, in termini normativi, lo “stato d’emergenza” venga spesso utilizzato per praticare scelte non conformi alle leggi vigenti, i conflitti ambientali e sociali riguardanti i rifiuti assumono risvolti effettivamente drammatici. L’origine di questi ultimi sta in una gestione del ciclo dei rifiuti che, per quanto abbia impatti drammatici per l’ambiente e per la salute dei cittadini, risulta enormemente profittevole per i gestori stessi.
La regione Lazio e la città di Roma non fanno eccezione in questo scenario, anzi, sono esempio emblematico delle drammatiche conseguenze di un modello di gestione dei rifiuti miope, obsoleto e insostenibile. La città di Roma ospita la discarica più grande d’Europa, con un’estensione superiore ai 140 ettari, che, nonostante sia giunta a definitiva saturazione dopo 35 anni, continua a ricevere le circa 5000 tonnellate di rifiuti prodotti ogni giorno dalla capitale, dalla Città del Vaticano e dagli aereoporti di Fiumicino e Ciampino.
Dal 2002 al 2012 la regione Lazio ha avuto tre piani rifiuti, sostanzialmente con gli stessi contenuti. Ciò che cambia sono alcuni dettagli di gestione e gli obiettivi numerici, irrealistici se rapportati alla realtà che viviamo, nella quale attualmente, secondo quanto dichiarato il 20 giugno 2012 dal commissario straordinario per l’emergenza rifiuti Goffredo Sottile, la quota di raccolta differenziata (considerando la quantità di rifiuti effettivamente riciclata) raggiunge appena l’11%.
A livello nazionale, una delle contraddizioni maggiori riguarda la coesistenza di incenerimento, raccolta differenziata e riciclaggio, e riduzione alla radice della produzione di rifiuti, i tre assi su cui si fonda il modello delineato dai piani varati negli ultimi dieci anni. L’incenerimento in Italia è ancora considerato una fonte di energia rinnovabile, prodotta in grandi quantità sfruttando i rifiuti. Quale interesse potrebbe avere chi investe in questo tipo di impianti, allora, a vedersi ridurre la quantità di rifiuti disponibile o a differenziarla, al fine di utilizzare ogni tipo di rifiuto per determinati fini a seconda delle caratteristiche? Resterebbe poco per il combustibile di cui gli inceneritori necessiterebbero per funzionare a regime.
Da decenni insomma lo scenario laziale e romano in materia di rifiuti si basa su individuazione di discariche e incenerimento come l’unica soluzione possibile, ma le alternative esistono e sono riassunte dalla cosiddetta strategia “rifiuti zero”.
Associazioni e comitati di cittadini ne hanno spostato gli obiettivi – primo fra tutti la tempestiva pianificazione decentrata della raccolta differenziata “porta a porta” spinta –, facendosi promotori di numerose proposte finalizzate a cambiare il modello attuale e improntate su una diversa priorità: la riduzione della quantità di rifiuti prodotta.
La ricerca
La ricerca, coordinata dal Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali e realizzata assieme all’Associazione A Sud e alla Società cooperativa Stand Up, mira a indagare e ricostruire la storia e gli elementi qualificanti della gestione dei rifiuti a Roma e dintorni. Una storia complessa, che parte dal disastro ambientale e dal lungo conflitto nato attorno alla discarica di Malagrotta, la più grande d’Europa, analizzando i vari aspetti e le varie fasi di emergenza vissute da Roma e dall’intera Regione Lazio.
La ricerca passa in rassegna la disciplina normativa e i piani rifiuti approntati negli anni dai diversi esecutivi regionali; analizza i diversi passaggi del ciclo dei rifiuti, dalla raccolta al conferimento al trattamento, enumera e descrive i principali conflitti ambientali dovuti alla mala gestione o all’imposizione di discariche ed inceneritori nel territorio attorno alla Capitale; dedica un focus al trattamento dei rifiuti speciali; infine, riserva spazio alle proposte della società civile che negli anni ha accumulato negli anni competenze e conoscenze tecniche specifiche e qualificata rispetto alle differenti problematiche relative al ciclo dei rifiuti.
Ogni tematica viene introdotta e corredata dalla descrizione del contesto geografico, per poi passare alla disamina di cause, impatti e cronologia dei singoli conflitti descritti. Nella stesura della mappatura sono stati recepiti gli studi esistenti realizzati da centri di ricerca, università, enti pubblici etc. prevedendo inoltre il coinvolgimento in via diretta dei comitati locali nati attorno ai singoli casi di conflitto.
In tal senso, la pubblicazione ha un duplice obiettivo: richiamare l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica sui casi descritti ed elaborare uno strumento divulgativo che raccolga e sistematizzi le informazioni esistenti su ogni singolo conflitto rendendole accessibili ad un ampio bacino di utenza.
Info e contatti:
federicogennari@asud.net | +39.338.8364837
Il Report è stato realizzato nell’ambito del progetto: Conflitti socio ambientali nella città di Roma: ricerca, mappatura e ipotesi di gestione locale condivisa. Finanziato da: “Dipartimento tutela ambiente e del verde – protezione civile”. Ricerche e redazione schede a cura di: Federico Gennari Santori / CDCA; Gabriele Contenti / Stand Up. Coordinamento ricerca: Marica Di Pierri e Federico Gennari Santori / CDCA.
I dati contenuti nella ricerca sono aggiornati a Febbraio 2013.