Assemblea azionisti ENI

Il 14 maggio 2019 si è svolta a Roma l’annuale Assemblea degli Azionisti dell’ENI, alla quale A Sud ha partecipato in qualità di azionista critico.

L’AGM annuale rappresenta un’importante occasione per porre, di fronte ai vertici dell’impresa, agli analisti e alla stampa, questioni e specifici quesiti riguardanti le politiche industriali e le condotte di ENI nei luoghi di estrazione e trasformazione.

Quest’anno siamo stati presenti all’assemblea assieme ai rappresentanti di diverse battaglie che portano avanti istanze di tutela ambientale e dei diritti proprio nei territori in cui opera ENI: la Val D’Agri, in Basilicata, ove è ubicato il più grande giacimento onshore dell’Europa continentale; Gela, polo petrolchimico siciliano in attesa di bonifica e dell’annunciata riconversione; Licata, con il progetto estrattivo Ibleo che minaccia ecosistemi e tessuto economico; Taranto, dove i fumi della raffineria ENI concorrono a determinare una delle peggiori emergenza sanitarie del Paese. Oltre alle voci dei comitati territoriali italiani abbiamo portato in AGM le questioni poste dalle comunità del Delta del Niger e dell’Amazzonia dell’Ecuador, in cui ENI è presente ed opera da decenni.

Salvo Graci, del comitato NO TRIV Licata, ha chiesto chiarimenti circa le sorti del progetto della Piattaforma offshore IBLEO, quali saranno le modifiche al progetto e quali gli impatti.

Virginia Rondinelli, del comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti di Taranto, ha chiesto chiarimenti circa il piano di emergenza esterno alla fabbrica della raffineria Eni di Taranto, fermo nel suo aggiornamento almeno al 2015: quanto conta la sicurezza di chi lavora e di chi vive in territori dove ci sono gli impianti delle grandi imprese?

Andrea Turco, di NO ENI Gela, ha chiesto chiarimenti circa le sorti dell’ex raffineria e dei progetti di riconversione che, a parte i grossi proclami, non sono mai partiti sul territorio.

Isabella Abate, in rappresentanza dell’Osservatorio Popolare Val D’Agri, ha chiesto all’impresa maggiore trasparenza circa i frequenti incidenti che caratterizzano il Centro Oli di Viggiano, il più grande giacimento di estrazione a terra dell’Europa Occidentale.

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