La "Dichiarazione per il futuro" degli attivisti per il clima

Tutte le nostre richieste ai leader

La Climate Open Platform presenta la “Dichiarazione per il futuro”: un pacchetto di proposte per i ministri dell’Ambiente e del Clima, che in questi giorni si sono riuniti in occasione della Pre-Cop26.

Siamo gli attivisti fuori dai palazzi che ogni giorno si battono sui territori e queste sono le proposte di oltre 130 realtà (Fridays For Future, Greenpeace, Legambiente, WWF, A Sud, Mani Tese, Fondazione finanza etica e tante altre). Le proposte sono state consegnate da una delegazione di Fridays For Future insieme a Greta Thunberg al Presidente Mario Draghi.

 

Sul fronte dei diritti umani chiediamo:

• di combattere il sistema razzista e neocoloniale con il finanziamento del Green Climate Fund e la cancellazione del debito dei paesi più poveri;
• strumenti vincolanti per imporre alle imprese obbligazioni climatiche (ad oggi imposte solo agli Stati), il cui rispetto deve essere garantito attraverso meccanismi di controllo e di sanzione;
• il riconoscimento del diritto umano al clima nel diritto internazionale, presupposto del rispetto di tutti gli altri diritti fondamentali.

Sul tema energia vogliamo:

• investimenti su fonti rinnovabili, con progetti destinati all’accumulo di energia e utilizzo delle comunità energetiche senza la realizzazione di nuove centrali a gas, o investimenti nell’idrogeno derivato da fonti fossili;
• eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi entro il 2025;
• investimenti su efficienza energetica: vivere in Classe A deve essere un diritto di tutti e tutte.

 

Sul tema lavoro:

• una giusta transizione con il passaggio a un sistema decentrato basato su efficienza energetica e fonti energetiche rinnovabili e da a un sistema produttivo lineare ed estrattivo ad uno circolare e rigenerativo;
• un piano di giusta transizione definito attraverso un ruolo forte dello Stato nelle politiche industriali, fiscali ed economiche in economia con la creazione diretta di posti di lavoro;
• percorsi di riqualificazione professionale e formazione permanente, ampliamento delle misure a sostegno di lavoratori e lavoratrici;
•una legge contro le delocalizzazioni capace di disincentivare, con sanzioni e normative ad hoc, la chiusura di unità produttive con conseguente spostamento di investimenti in Paesi dove le tutele del lavoro sono più deboli, i salari più bassi e le normative di tutela ambientale inadeguate alla sfida del cambiamento climatico.

Finanza:

• una carbon tax globale e meccanismi efficaci di aggiustamento alle frontiere;
• una tassa sulle transazioni finanziarie degli speculatori, con un piccolo prelievo su un’ampia base imponibile da utilizzare per progetti di mitigazione e di adattamento;
• tassa per incentivare le imprese ad operare una transizione nell’ottica di azzerare le emissioni nette di CO2 al più presto;
• ruolo forte delle banche centrali superando il principio di “non ingerenza sui mercati”, dato che i mercati hanno dimostrato di non essere in grado di auto-regolarsi.

 

 

Scuola:

• no al concetto di merito che svilisce la formazione a privilegio per pochi.
Il sapere non è neutro: servono nuovi programmi didattici e libri di testo per la prevenzione a qualsiasi forma sfruttamento delle risorse del nostro pianeta;
• fuori aziende inquinanti e industria del fossile da scuole e università;
• la riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici ed universitari con un approccio fondato sull’ecosostenibilità.

Risorse:

• la deriva predatoria dell’economia di mercato sta mettendo sotto attacco le risorse naturali rinnovabili del nostro pianeta. Chiediamo politiche pubbliche basate su agroecologia: un approccio all’agricoltura all’allevamento e alla pesca che promuove una pluralità di pratiche di piccola scala in armonia con gli ecosistemi locali;
• ritorno del pubblico nella gestione delle risorse idriche per il rispetto del diritto universale all’acqua con riduzione dei consumi idrici e ristrutturazione delle reti senza ricorso a nuove grandi opere;
• accesso e la redistribuzione delle terre, in particolare a beneficio di giovani e donne;
• libero accesso e la libera riproduzione delle sementi, superando l’attuale regime di proprietà intellettuale;

 

 

Città, territori, comunità:

La città deve essere rivista dal punto di vista concettuale, deve diventare multicentrica riducendo gli spostamenti “origine-destinazione”.

Chiediamo quindi:
Una rete di trasporto pubblico che colleghi ogni sua parte in modo efficiente, a cui si affiancare una rete che agevoli gli spostamenti in bici o a piedi.
Arrestare il consumo di suolo con un divieto di espansione urbana
Obiettivo “zero emissioni” con progetti sottoposti a valutazioni di impatto ambientale e sociale.

Adesso cari ministri e leader della Terra, non osate dire che non abbiamo proposte. Uscite dalle sale di cristallo e tornate ad ascoltare i popoli: il vostro lavoro è quello di rappresentarli. Se non lo farete, continueremo a disturbare il vostro sonno con le nostre proteste.

 

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