Se il vento può essere definito come quello spostamento di masse d’aria per differenze di temperatura e di pressione che si determinano fra una zona e l’altra dell’atmosfera, con il termine vento forte ci si riferisce a venti con una velocità superiore a quella considerata normale per una determinata area o regione. La velocità del vento è generalmente misurata in metri al secondo (m/s) o in nodi. Un vento è considerato forte quando supera una certa soglia, che può variare in base agli standard locali.
I danni causati da venti forti possono variare considerevolmente a seconda della durata, dell’intensità e del territorio in cui si verificano. Tra i principali possiamo citare danni agli edifici e alle infrastrutture, attraverso il danneggiamento di tetti, finestre e altre parti degli edifici, nonché il potenziale sollevamento di strutture; caduta di alberi e rami; danneggiamenti agli impianti di produzione e distribuzione energia elettrica, inondazioni costiere, poiché possono spingere l’acqua verso la costa, provocando mareggiate; lesioni dirette e indirette agli animali umani e non umani.
Anche i cambiamenti climatici dovuti all’immissione di gas serra in atmosfera possono influire sulla frequenza e sull’intensità dei venti forti questo a causa dell’aumento della differenza di temperatura e pressione tra regioni contigue.
Questa definizione è parte del Glossario degli eventi estremi del progetto Sentinelle Climatiche.
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Sentinelle Climatiche è un progetto promosso da A Sud con Cospe, Un Ponte per, Resilea, Palmanana, Docenti senza frontiere, CDCA, Società Meteorologica Italiana, Ismed-CNR, finanziato da AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo)