Liberare Roma dalla Gabbia del Cemento: un Passo Verso una Città più Sostenibile
Oggi, alcuni metri quadrati di periferia romana sono stati simbolicamente liberati dalla gabbia del cemento e dell’asfalto dal Fronte di Liberazione dal Cemento. Un piccolo ma significativo gesto per restituire respiro alla terra e favorire la crescita della natura in un contesto urbano sempre più soffocato dall’espansione incontrollata delle superfici artificiali.
Il Cemento e l’Asfalto: Nemici Silenziosi delle Città
Il cemento e l’asfalto sono nemici silenziosi delle nostre città. Questi materiali non solo soffocano il suolo, ma alterano profondamente l’ecosistema urbano, creando condizioni di vita difficili sia per le persone che per la biodiversità. Le superfici pavimentate, infatti, impediscono l’assorbimento naturale dell’acqua piovana e accentuano l’effetto isola di calore, aumentando la temperatura urbana di 3-5°C rispetto alle aree rurali circostanti.
Un fenomeno che, in un contesto di riscaldamento globale, porta a ondate di calore sempre più intense e frequenti, con gravi rischi per la salute nelle aree più densamente urbanizzate.
Ma gli effetti devastanti del cemento non si fermano qui. L’incapacità di queste superfici di permettere l’assorbimento delle acque piovane contribuisce a un grave problema di inquinamento. Le piogge, infatti, trascinano con sé sostanze inquinanti come plastica, metalli pesanti e altre sostanze tossiche, che finiscono nei fiumi e nelle risorse idriche, compromettendo la qualità dell’acqua.
La Soluzione: Depavimentare e Restituire Spazio alla Natura
Eppure, c’è una soluzione. Ogni 1.000 metri quadrati di superficie depavimentata possono assorbire circa 1 milione di litri d’acqua all’anno, riducendo il deflusso e ricaricando le falde acquifere. Ma depavimentare significa anche restituire spazio alla natura. Piante, arbusti e alberi, che possono rinfrescare l’aria, fornire ombra e migliorare la qualità dell’ambiente urbano, diventano essenziali per affrontare il cambiamento climatico.
Liberare il suolo significa anche rispondere all’emergenza sociale che colpisce i quartieri più fragili. In molte periferie di Roma, l’espansione del cemento ha creato ambienti insostenibili per chi non può permettersi soluzioni abitative più “comode”, come il condizionatore o le villette in montagna. La lotta contro il collasso climatico diventa così anche una battaglia per l’uguaglianza sociale, contro la scarsità di spazi verdi accessibili alle persone più vulnerabili.
La Politica Romana e il Cemento
Purtroppo, la politica romana sembra ignorare le esigenze di chi lotta per un futuro sostenibile. Nonostante le evidenti criticità ambientali, la lobby del cemento continua a influenzare le scelte delle amministrazioni locali, che invece di fermare il consumo di suolo, lo promuovono. Un chiaro esempio è la recente modifica delle Norme Tecniche Attuative del Piano Regolatore di Roma, che prevede l’arrivo di 1 milione di metri cubi di nuovo cemento nella Capitale, per soddisfare le richieste del mercato immobiliare. Questo processo di cementificazione è ulteriormente accelerato dalle grandi opere legate al Giubileo, che stanno radicalmente trasformando il volto della città, come si può vedere nell’aumento delle pavimentazioni in asfalto da San Giovanni a Termini.
Un Messaggio Chiaro da parte di Fronte di Liberazione dal Cemento
Con l’azione di oggi, però, è stato lanciato un messaggio chiaro dal Fronte di Liberazione dal Cemento: “
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