LE NTA IN CONTRASTO CON LE POLITICHE SUL CLIMA
Le Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore, adottate in Consiglio con Delibera 169 l’11 dicembre 2024, modificano 62 dei 113 articoli del testo originario, entrato in vigore nel 2008 con il PRG. Descritte il successivo 14 febbraio dal Sindaco come “necessarie alla rigenerazione” della città, risultano in effetti in gran parte concepite per agevolare l’attività edilizia, e anche piuttosto generose in premi volumetrici e incentivi agli imprenditori privati, ma avare in benefici per la cittadinanza. Non mirano infatti ad adeguare gli spazi collettivi o a consolidarne le tutele, né a potenziare il patrimonio pubblico o difenderne le valenze.
Il 7 aprile scade il termine per presentare le Osservazioni. Seguiranno le Controdeduzioni degli Uffici per recepirle o rigettarle, quindi sulla definitiva approvazione del testo dovrà pronunciarsi l’Assemblea capitolina. In questi mesi l’impegno delle associazioni civiche, pur significativo per supportare ogni cittadinə nell’esercizio del diritto ad esprimersi sulle scelte urbanistiche che lo riguardano, non ha potuto supplire la scarsa visibilità data dall’Amministrazione alla revisione di uno strumento tanto importante per il futuro assetto di Roma.
La partecipazione limitata a incontri tecnici in Assessorato senza coinvolgere la Soprintendenza nazionale, che infatti ha formalizzato la propria contrarietà, e semmai il confronto privilegiato con le organizzazioni di costruttori hanno prodotto un testo con due lacune nell’impostazione di fondo rilevanti e non superabili da eventuali integrazioni migliorative accolte in fase di Controdeduzioni: il mancato aggiornamento della Rete ecologica e l’assenza di valutazioni sulle ricadute territoriali delle Norme adottate che ne escono così prive di riferimenti cruciali per governare pesi, collocazioni o priorità delle trasformazioni, e ridurne la vulnerabilità ai rischi climatici.
È dunque difficile, al di là degli annunci della Giunta, comprendere come possano in concreto condurre a interventi “rigenerativi” del sistema urbano nel senso più attuale, e da molti auspicato, di contrasto al consumo di suolo e adattamento al clima.
La verifica del carico urbanistico
Secondo l’Assessorato all’Urbanistica che le ha redatte, le nuove Norme costituiscono una Variante “parziale” non sostanziale del Piano, trattandosi di “aggiornamenti” e “semplificazioni” che non incidono sul carico urbanistico, quindi sull’obbligo di fornire servizi e spazi verdi pubblici alla popolazione insediata in una certa area: i cosiddetti “standard” fissati dal PRG in un minimo di 22 metri quadri per abitante, di cui 9,5 a verde.
Simile affermazione però non poggia sulla riconferma delle aree pubbliche a standard previste dal PRG, non realizzate e perciò decadute, che quindi tornano nelle disponibilità edificatorie dei privati. Tanto meno è fondata sulla verifica dello stato di attuazione del Piano Regolatore vigente ormai da circa vent’anni, né sulla valutazione dei carichi che risulteranno dal sommarsi fra cambi d’uso, premi, incentivi o ricostruzioni, e la monetizzazione degli standard consentita dalle Norme adottate in via ordinaria, peraltro con prevalente attribuzione delle relative risorse alla realizzazione di infrastrutture, invece che a servizi e spazi verdi mancanti o resi necessari dalla popolazione generata e attratta dalle trasformazioni.
È così forte il timore che non sia aggredita la povertà sofferta da tanti quartieri soprattutto per le dotazioni a verde, e che ai pregressi si aggiungano ulteriori fabbisogni e nuove carenze di servizi collettivi.
Non si può infine ignorare che le criticità, per cui la stessa “rigenerazione” è invocata, investono Roma per specifiche funzioni e si concentrano in aree dove maggiori sono i vantaggi attesi dai privati: nell’area centrale già fragile per il sovraccarico di turismo, dove accorpamenti e persino demolizioni e sostituzioni, autorizzati purché conservino la facciata degli edifici antichi, favoriranno gli usi commerciali; negli ultimi terreni inedificati delle periferie consolidate dove l’esposizione ai rischi climatici già correlata all’assenza di verde diffuso non potrà che intensificarsi; nelle corone meglio accessibili dell’Agro, la cui integrità paesistica sarà ora minacciata da usi “complementari” all’attività rurale ammessi per aziende rilevate in produzione nel lontano 1997, che potrebbero quindi già essere dismesse.
A ciò si sommano la derubricazione a silenzio-assenso dei poteri della Sovrintendenza Capitolina a tutela del patrimonio storico minore inserito nella Carta della Qualità del Piano, e l’ennesimo rinvio del recepimento dei vincoli paesistici sul centro storico, più autorevoli e stringenti della sua semplice appartenenza al patrimonio Unesco.
Questo quadro rende doverosa una verifica, in forma di Valutazione Ambientale Strategica per le Varianti al PRG, che affronti localmente, in modo puntuale e trasparente i carichi urbanistici dei futuri interventi prima che l’approvazione ultima delle nuove NTA impatti irreversibilmente sulla Roma che viviamo ogni giorno.
L’adeguamento della Rete ecologica al rischio climatico
Roma figura tra le 100 città europee che nel 2022 hanno accettato l’ambiziosa sfida di centrare la neutralità di emissioni climalteranti di CO2 entro il 2030. Allo scopo, la Giunta ha costituito un Ufficio Clima che nel 2024 ha completato la Strategia di Adattamento, disponendo, tra le varie linee d’azione, il rafforzamento della Rete Ecologica.
Il documento ricorda come, sin dall’adozione nel 2003, il Piano regolatore avesse concepito la Rete quale strumento prescrittivo di “raccordo dinamico” tra le spinte alla trasformazione e gli obbiettivi di difesa della biodiversità e come, nelle Norme tecniche di allora, avesse preposto a garanzia che la Rete fosse “oggetto di tutela, qualificazione e completamento”, un successivo Regolamento: mai prodotto pur essendo esplicitamente previsto. La Strategia suggerisce siano appunto le nuove Norme l’occasione per riconoscere le valenze ecologiche della Rete nel frattempo maturate, e adeguarne la consistenza alle esigenze di “adattamento e resilienza ai cambiamenti climatici”.
Il mutuo collegamento fra la Strategia climatica e il parallelo, ampio procedimento di revisione delle NTA condotto dalla stessa Amministrazione, tuttavia non c’è stato; nessuno dei criteri ambientali concepiti vent’anni or sono è stato aggiornato e l’articolo 72 relativo alla Rete ecologica è rimasto identico alla versione originaria.
Spetta ora pertanto al Consiglio subordinare l’approvazione delle Norme tecniche all’ottemperanza delle indicazioni di Piano per restituire alla Rete il ruolo di “elemento strutturante” delle scelte urbanistiche, integrandone quello di “asse portante” nel senso auspicato dalla Strategia climatica di “spina dorsale dei servizi ecosistemici della città di Roma”.
Nell’assenza di modifiche all’articolo 72, ad essere disatteso è infatti proprio il carattere “dinamico” che il PRG aveva stabilito la Rete dovesse assumere. Estesa al perimetro tracciato nel 2008 dal Piano, come allora poco strutturata nelle connessioni tanto fisiche quanto funzionali verso l’Agro e all’interno della città, suddivisa in componenti il cui valore ecologico ha scarsa attinenza con i processi ambientali avvenuti in questi vent’anni, la Rete fatica a preservare la biodiversità per la quale è stata progettata, con le conseguenti difficoltà a gestire l’adattamento del territorio urbano alle sfide climatiche.
Così pur restando il principale Elaborato prescrittivo del PRG al pari delle Norme tecniche, la sua forza nel “condizionare e regolare” gli interventi sulla città si è indebolita, e in certi casi annullata, mentre la vulnerabilità ai rischi climatici di Roma ha continuato a crescere.
Oggi per recuperarne la prescrittività, le Norme devono fissare, anche al di fuori della Rete, criteri, obbiettivi e priorità che ne ristabiliscano la cogenza ambientale tutelando, oltre alle eccellenze, i processi ecosistemici.
Le Adesioni
Associazione Roma Ricerca Roma
Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli
Forum Territoriale Permanente “Parco delle Energie ex SNIA”
Comitato Si al Parco No allo Stadio
A Sud
Quarticciolo Ribelle
Salviamo il Paesaggio Roma e Lazio
Associazione Roma Agricola
Fridays For Future
Arci Roma
WWF Roma e Area Metropolitana
Insieme 17 APS
Insieme per l’Aniene
Comitato Pratone di Torre Spaccata
ABC Associazione Beni Comuni Stefano Rodotà
Italia Nostra Roma
Crocevia
Associazione Progetto Celio APS
Comitato Colline e Valli di Pietralata e Tiburtina
Rete per Aguzzano
Ecomuseo Casilino AD Duas Lauros
Comitato Stadio Pietralata No Grazie
Extinction Rebellion Roma
Casale Podere Rosa APS
Associazione La Torre del Fiscale ODV
Ecomuseo della Via Latina