La cultura a sei zampe. Come, dove e perché Eni finanzia la cultura in Italia

Dalle piccole rassegne teatrali nelle città che ospitano raffinerie e centri di stoccaggio, fino ai grandi appuntamenti musicali come Sanremo, il report illumina tutte le operazioni di cultural washing del colosso petrolifero.

 

Come, dove e perché Eni finanzia la cultura in Italia

Il festival di Sanremo, il concertone del primo maggio a Roma, gli incontri letterari a Mantova. E ancora: il Festivalle ad Agrigento, Senstation Summer a Milano, i fumetti di Jacopo Fo sulla storia di Gela. I finanziamenti di Eni tengono insieme queste e tante altre iniziative culturali del nostro Paese. Con questo report abbiamo cercato di illuminare le tante operazioni di cultural washing del colosso petrolifero: dalle piccole rassegne teatrali nelle città che ospitano raffinerie e centri di stoccaggio, fino ai grandi appuntamenti musicali come il festival di Sanremo.

Le pagine di “La cultura a sei zampe. Come, dove e perchè Eni finanzia la cultura in Italia. E cosa fare per evitarlo” compongono una rete di eventi pubblici che restituisce una presenza ingombrante dell’azienda attraverso accordi con comuni e regioni, bandi per elargire fondi e portali online per sostenere il marketing territoriale. Una sofisticata forma di distrazione di massa che punta a deviare l’attenzione dalle gravi responsabilità ambientali dell’azienda. Allo stesso tempo, tenta di costruire un’immagine di vicinanza alle comunità locali e promuove narrazioni di sostenibilità e sostegno alla bellezza artistica italiana.

In questo dossier, il giornalista Andrea Turco ci porta a Gela, a Taranto, a Crotone, a Porto Marghera e in tante altre città segnate dalla presenza tossica di Eni. In queste zone il logo del cane a sei zampe finisce in progetti culturali, in percorsi formativi, entra nelle scuole, nei cartelloni dei teatri e in accordi di programma con enti pubblici. Le bonifiche ambientali? Delle promesse mai concretizzate! In sostanza, Eni rimuove il suo immaginario “nero” e propone un’immagine falsamente green. Rafforza l’idea che solo i grandi attori economici possano guidare la transizione verso un futuro sostenibile. Ignora, però, le responsabilità che essi stessi hanno nel compromettere il nostro futuro.

Abbiamo provato a tracciare una mappatura, ma anche a offrire una exit strategy, come può essere il programma Cultura Sostenibile di A Sud. Con questo programma vogliamo creare un percorso che consenta alle realtà culturali medio-piccole del nostro paese di emanciparsi dai finanziamenti fossili.

La Cultura a sei zampe

Iscriviti alla nostra newsletter!