Alla Cop30 fallisce, per il terzo anno di fila, l’obiettivo di raccolta minima per finanziare l’adattamento dei Paesi del Sud globale. Un segnale assai preoccupante, perché dimostra la scarsa volontà dei Paesi industrializzati di rimediare agli effetti delle emissioni prodotte. Ma l’adattamento è un obbligo


Lo hanno affermato più volte i rappresentanti della società civile e dei paesi del Sud globale riuniti nella Cop30: il finanziamento climatico per l’adattamento nei Paesi vulnerabili non è carità. È un obbligo legale, oltre che etico e politico.

Lo stabilisce l’articolo più nominato in assoluto dell’Accordo di Parigi, il 9.1, poco più di due righe che fondano le dinamiche economiche e politiche delle ultime 10 conferenze sul clima: i Paesi sviluppati devono fornire risorse finanziarie ai Paesi in via di sviluppo per aiutarli a mitigare e ad adattarsi.


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