Diario da Belém – giorno 8
17 novembre 2025
Siamo a metà dei lavori del vertice sul clima e le speranze di trasformarlo in una vera “COP dell’implementazione” si stanno indebolendo, le dichiarazioni di intenti e gli impegni reali sembrano sempre distanti. Con l’arrivo della seconda settimana si entra nella fase politica più delicata. I ministri dovranno sbloccare l’impasse sugli impegni finanziari, avanzare su un meccanismo globale per la transizione giusta e dare una direzione concreta al phase-out dei combustibili fossili.
Nel frattempo la settimana scorsa è stata segnata dalle tante mobilitazioni sociali. I movimenti hanno chiuso le 5 giornate della Cupula dos Povos consegnando ieri al presidente della cop 30 Andrea Correa do Lago un lungo documento con le istanze da inserire nell’agenda ufficiale: ruolo centrale dei popoli indigeni e delle donne, uscita immediata dai combustibili fossili, transizione giusta e partecipata, rifiuto delle false soluzioni, diritti umani al centro dei negoziati e riconoscimento e protezione delle difensore dell’ambiente.
La Cupula ieri pullulava di persone venute per il rito di chiusura, i Sem Terra, gli indigeni andini e amazzonici, le delegazioni sindacali, le organizzazioni femministe. Una forte fortissima presenza latinoamericana e in particolare brasiliana, ovviamente. Poche le delegazioni europee e africane, perché nonostante l’alto valore simbolico, il cuore dell’Amazzonia è un luogo complicato e costoso da raggiungere.
La grande manifestazione di sabato, almeno 70 mila persone per le strade di Belem, ci ha fatto rivedere i momenti migliori del movimento globale ambientalista. La piazza diceva molte cose ma la più forte, morte ai fossili e i diritti delle persone al centro.
Da una parte le piazze, dall’altra gli spazi della Zona Azul, anche questi attraversati da azioni di protesta da parte degli indigeni e di movimenti globali.
Venerdì è stata la giornata di mobilitazione del popolo Munduruku, che ha bloccato per alcune ore l’ingresso principale all’esterno della COP30 a Belém impedendo l’ingresso e esibendo striscioni con lo slogan “La nostra terra non è in vendita” contro progetti infrastrutturali, vendita di crediti di carbonio e occupazione delle loro terre. Il presidente della conferenza, do Lago, li ha ricevuti impegnandosi a dare seguito alle loro richieste.
E sempre venerdì la coalizione Kick Big Polluters Out e Fossil Free politics hanno realizzato un’azione per denunciare i dati sulla presenza dei lobbisti alla conferenza di Belem. Anche quest’anno si tratta di dati rilevanti: oltre 1600 persone, 1 ogni 25 accreditati , la più grande presenza mai registrata.
Anche in questo vertice la presenza dei lobbisti mette in dubbio la credibilità stessa del sistema delle cop.
Questa Cop potrebbe però essere ricordata per una dichiarazione storica che verrà presentata martedì prossimo dalla Colombia che lancerà anche il primo summit mondiale per Eliminazione Graduale dei Combustibili Fossili. Un passo ambizioso, che potrebbe davvero cambiare il clima di questa conferenza.
Il Diario di A Sud dalla COP è curato da Marica Di Pierri e Laura Greco da Belem ed è parte del podcast di rassegna stampa quotidiana “Scanner” di Valerio Nicolosi per Fanpage.