Climate Pride in azione alla Cop30 per una roadmap ambiziosa di uscita dai fossili

A Belém la società civile italiana rompe il silenzio: azione pacifica nella Blue Zone per pretendere che l’Italia sostenga una roadmap globale e vincolante fuori dai fossili. Perché il futuro non si difende con la cautela, ma con il coraggio politico.


 “L’Italia vuole una roadmap ambiziosa per l’uscita dai combustibili fossili”

Il Global Stocktake dell’UNFCCC pubblicato quest’anno è netto: «la causa principale della crisi climatica è l’uso dei combustibili fossili e la loro eliminazione graduale è indispensabile» (fonte: UNFCCC GST).

Belém, 20 novembre 2025 – Questa mattina, all’interno della Blue Zone della COP30, la delegazione del Climate Pride alla COP30 ha organizzato una manifestazione apartitica e pacifica per chiedere al governo italiano di sostenere la roadmap globale per l’uscita dai combustibili fossili, al centro del negoziato guidato da oltre 80 Paesi.

L’iniziativa è nata in risposta alla notizia della posizione negoziale dell’Italia, estremamente cauta nel sostenere una roadmap ambiziosa per l’eliminazione graduale di petrolio, gas e carbone.

Vari rappresentanti della piattaforma negoziale del Climate Pride, che riunisce oltre 80 realtà della società civile italiana, si sono riunite con cartelli e messaggi diretti al governo italiano. Tra i messaggi esposti:

  • “Vogliamo la roadmap”
  • “Il Nord-Est sott’acqua, transizione ora!”
  • “Ministro pensi alle generazioni future”

Una lettera aperta all’Italia

Gli attivisti hanno consegnato una lettera ufficiale al ministro italiano Gilberto Pichetto Fratin, chiedendo che l’Italia si allinei agli obiettivi più ambiziosi della COP30: una roadmap vincolante per l’uscita dai combustibili fossili, investimenti rapidi e coerenti in rinnovabili ed efficienza, la protezione delle comunità vulnerabili, trasparenza nei negoziati e coerenza tra dichiarazioni pubbliche e scelte politiche.

Nella lettera si chiede al Governo italiano di:

  • appoggiare la roadmap alla COP30,
  • scegliere di guidare, e non subire, la transizione,
  • sostenere il settore italiano della transizione ecologica, che già oggi genera migliaia di posti di lavoro,
  • riconoscere che l’Italia è tra i Paesi europei più colpiti dagli eventi climatici estremi e che difendere lo status quo non è nell’interesse del Paese.

Viola Ducati, attivista Italiana in rappresentanza del Climate Pride: “Il nostro Paese conosce già alluvioni, siccità, incendi. Non esiste alcuna ragione per dire “no” a una roadmap globale sui fossili. Siamo qui per dire che l’Italia non coincide con la posizione del suo governo.”

Marica Di Pierri, portavoce A Sud:

“Il nostro paese sta facendo a Belèm una pessima figura. Che sia tra i paesi europei che frenano ogni ambizione climatica è ormai noto e questo costruisce un elemento di forte imbarazzo anche in seno alla UE. Non possiamo passare alla storia come un ostacolo all’ambizione di definire finalmente una road map per l’uscita dai fossili, un avanzamento atteso da 30 anni e che finalmente è sul tavolo delle discussioni. L’Italia deve anche rispettare e aumentare i suoi impegni per la finanza climatica, e agire con più efficacia nelle politiche di adattamento a livello nazionale. Tutto questo avremmo voluto dire al ministro Pichetto Fratin. Che non è qui per rappresentare gli interessi dell’oil&gas ma delle future generazioni. Si sieda dalla parte giusta della Storia”.

 

La cantautrice e artivista italiana LOTTA, Carlotta Sarina ha dichiarato:

“Sono giorni che ascolto le autorità indigene, e capisco che per loro la terra, l’acqua e il respiro non sono slogan. Come dice Célia Xakriabá, “noi non deprediamo la terra, noi la custodiamo”. Ieri, quando ho saputo che il mio Paese e la Polonia non sottoscrivevano l’impegno a inserire nella decisione finale della COP30 una roadmap globale per l’uscita dai combustibili fossili, una proposta sostenuta da oltre 80 Stati e dalla maggior parte della società civile, mi sono sentita tradita dal mio governo. Accolta dalle popolazioni dell’Amazzonia e tradita dal mio Paese.  Se scegliamo comunque di dire “no”, allora è una scelta politica che preferisce la lobby del fossile invece della protezione degli esseri viventi. Il nostro futuro non è negoziabile.”

Non possiamo più fingere di non sapere. L’IPCC ci ha detto chiaramente che senza eliminare i combustibili fossili non esiste alcuno scenario compatibile con +1,5°C (fonte: IPCC AR6 Synthesis Report – https://www.ipcc.ch/report/ar6/syr).

Il Global Stocktake dell’UNFCCC pubblicato quest’anno è ancora più netto: «La causa principale della crisi climatica è l’uso dei combustibili fossili e la loro eliminazione graduale è indispensabile» (fonte: UNFCCC GST).

L’Italia non può essere ricordata come una delle nazioni che ha frenato il mondo. L’Italia vuole giustizia. Vuole transizione. Vuole una strada chiara, un calendario, una roadmap fuori dai fossili.

E vuole ascoltare gli insegnamenti delle popolazioni dell’Amazzonia, che ci ricordano che la terra non si possiede, si custodisce; che la foresta non è una risorsa, è una parente; e che tutto ciò che ferisce la terra ferisce anche noi. È da qui che dobbiamo ripartire.

La mobilitazione è stata accolta con interesse dai delegati presenti e ha rafforzato il fronte internazionale che chiede di inserire, per la prima volta nella storia della COP, una roadmap globale per il phase-out dei combustibili fossili.

La manifestazione di oggi dimostra che l’Italia non è rappresentata solo dalla sua delegazione ufficiale, ma anche da cittadine e cittadini che vogliono avere un futuro compatibile con la vita per se stesse e per le future generazioni.

 

 


Il Climate Pride è una piattaforma politica a cui aderiscono: 

A buon diritto, Acli, ActionAid Italia, Agesci (gruppi regionali), Acrobax, ACS – Ulivi Cultura di Pace, AGENDA – Associazione Genitori IC Mastroianni, ANITA Garibaldi APS, Amnesty International Italia, Arci nazionale, Arci servizio civile nazionale, A Sud, Associazione Genitori Giardinieri, Astra, BDS Castelli Romani – Roma Sud, BDS Roma, Brancaleone, Bologna for Climate Justice, Casale Garibaldi – common at work, Casetta Rossa, CGIL, Ci sarà un bel clima, CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario, Clean Cities, Climate Art Project, Climate Reality Italia, Comitato Pratone di Torre Spaccata, Collettivo No Porto, Coordinamento Sì Parco Sì Ospedale No Stadio, Coordinamento CERS Roma e Lazio, Communia, COSPE, CSOA La Strada, CSOA Ex Snia, CSOA Insurgencia, Ecorà, Esc Atelier Autogestito, Esn Italia, Extinction Rebellion Italia, Forum del Terzo Settore, Forum Disuguaglianze Diversità, Forum Territoriale Permanente Parco delle Energie, Fridays For Future Italia, Giustizia per Taranto, Greenpeace Italia, GKN, Lab Puzzle Bene Comune, Legambiente, Libera Contro le Mafie, Link Coordinamento Universitario, Lunaria, Marevivo, Movimento Giovani Save The Children, Movimento per la Decrescita Felice, Nonna Roma, Nero edizioni, Per il Clima, fuori dal Fossile, Oxfam, Rete degli Studenti Medi, Rete della Conoscenza, Rete Ecosocialista, Rete Pace e Disarmo, Rete Emergenza Climatica e Ambientale, Rete nazionale A Pieno Regime, Rinascimento Green, Salvaiciclisti Roma, Santa Libbirata La Carretteria, Save the children, Scomodo, Streets For Kids, Studenti alla Terza, SemiVolanti, SpinTime Lab, Stalker Lab, Villetta social Lab, Vivinstrada, UDS – Unione degli Studenti, UDU – Unione degli Universitari, UISP, Ultima Generazione, Un Ponte Per, VAS, WWF Italia, Yalla Roma

 

Contatti stampa Italia: Marisandra Lizzi | marisandra@mirandola.net | +393483615042

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