Convergere e lottare per un mondo migliore
13 novembre 2025
a Esc Atelier Autogestito
Via dei Volsci, 159, Roma | h.18.00
Giovedì 13 novembre, alle 18.00 all’ESC Atelier Autogestito, chiudiamo il percorso Rome for Climate Justice con un incontro che mette al centro l’eco-trasfemminismo come pratica viva di convergenza delle lotte.
Con Non Una Di Meno Roma, Climate Pride, Baladna e Miriam Tola, apriremo uno spazio politico per immaginare e costruire movimenti moltitudinari, radicali, intersezionali.
Come riuscire a intrecciare e unire le forze di lotte e movimenti diversi tra loro? Come continuare, nel tempo e nello spazio, a combattere per un mondo più giusto, fuori da sfruttamento capitalista, patriarcato e colonialismo? Queste sono le domande a cui proverà a rispondere l’evento conclusivo del progetto “Rome for Climate Justice”, che si terrà giovedì 13 novembre alle 18.00 a Esc atelier autogestito a Roma.
L’obiettivo dell’iniziativa, intitolata “Convergere e lottare per un mondo migliore”, è di discutere di eco-trasfemminismo come concetto “di convergenza delle lotte”, cioè come strumento per comprendere e praticare le lotte per la difesa degli eco-sistemi, per la liberazione da guerre, oppressione e colonialismo e contro il sistema economico capitalista, razzista e patriarcale.
Le ospiti saranno:
– Non Una Di Meno Roma, movimento transfemminista
– Irene De Marco, del Climate pride, movimento ambientalista e A Sud
– Nidaa Nasser, del collettivo giovanile palestinese Baladna
– Miriam Tola, John Cabot University
L’evento sarà quindi l’occasione per parlare di eco-trasfemminismo sia a partire dagli strumenti teorici che fornisce per sviluppare lotte “convergenti”, sia da un punto di vista pratico, cioè interrogando le lotte stesse su come creare lo spazio necessario al dispiegarsi di movimenti moltitudinari e intersezionali.
Tra le ospiti è prevista anche la partecipazione da remoto di Nidaa Nasser, del collettivo giovanile palestinese Baladna. Il dialogo con Nidaa Nasser darà alle e ai partecipanti l’opportunità di ascoltare la voce dei movimenti sociali in Palestina e di creare un dialogo tra movimenti provenienti da diverse parti del mondo.