Luoghi Terzi Climatici

I luoghi terzi come sorgenti di educazione informale ai cambiamenti climatici: come coinvolgere chi frequenta bistrò, parchi, centri sportivi e culturali, ristoranti e saloni estetici a parlare di emergenza climatica?

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L’obiettivo è quello di creare una comunità europea di intenti e buone pratiche, che possa costituire una guida per l’integrazione del clima nella quotidianità delle persone che altrimenti non verrebbero raggiunte dalla narrazione sull’emergenza attuale.

Contesto

L’educazione ai cambiamenti climatici come viene fatta oggi è satura di lezioni frontali, presentazioni e lunghe letture scientifiche. La conversazione sull’emergenza climatica spesso è relegata ad ambienti scientifici e altamente formativi che precludono l’avvicinamento al tema di tutte le persone che non li frequentano, che hanno livelli di formazione generale e specifica diversa e diverse preoccupazioni nella propria vita.

L’emergenza climatica attuale, invece, tocca tutte le persone, a prescindere dal loro ambito di vita. L’idea di approfondire i temi dei cambiamenti climatici, anche con chi non ha gli strumenti lessicali, tecnici, contestuali di base per parlarne, è fondamentale all’interno del progetto Luoghi Terzi Climatici.

I Luoghi Terzi sono quei luoghi che non costituiscono né l’abitazione primaria (Luoghi Primi), né il proprio luogo di lavoro quotidiano (Luoghi Secondi), ma sono quei luoghi che le persone liberamente frequentano nel proprio tempo libero e che sono fortemente caratterizzati da una componente di scambio interpersonale: sono comunicativi, aperti e informali.

Progetto

Con questa premessa, il progetto vede la formazione di persone di 3 diversi paesi (Italia, Francia, Romania), all’educazione non formale sui cambiamenti climatici.

Le persone coinvolte scelgono un luogo terzo di propria frequentazione in cui sperimentare il metodo del Design Thinking, modalità di progettazione empatica incentrata sull’essere umano, per realizzare piccoli interventi e azioni di approfondimento dei temi dell’emergenza climatica rivolti alle persone che vivono quel luogo terzo nella propria quotidianità.

Un primo workshop di Design Thinking è realizzato in Francia, successivamente sono svolti incontri online per lo scambio di pratiche e azioni climatiche nei luoghi terzi dei diversi paesi.

L’obiettivo è quello di creare una comunità europea di intenti e buone pratiche, che possa costituire una guida per l’integrazione del clima nella quotidianità delle persone che altrimenti non verrebbero raggiunte dalla narrazione sull’emergenza attuale.

Non solo, i luoghi terzi in cui sperimentano le azioni di diffusione diventano i piloti per attuare la progettazione tramite il metodo del Design Thinking, che si incentra in tutte le sue fasi nel coinvolgimento attivo delle persone a cui sono rivolte le formazioni: il metodo si basa, infatti, sull’empatia come pratica per raggiungere più persone possibili in un determinato contesto, concentrando la progettazione sull’essere umano come focus più importante.


Scheda

Annualità: 2022-2024

Promotore: REPER21 A Sud

Partners: A Sud, Canopée srl

Persone coinvolte: 36 educatrice e educatori climatici in 3 paesi europei (Italia, Francia, Romania), 60 staff di luoghi terzi nei 3 paesi, persone che frequentano luoghi terzi

Finanziamento: Co-finanziato dall’Unione Europea


Immagini

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