Messico: “dall’allerta epidemiologica all’allerta proletaria”
I Vertici mondiali e la crisi: dal G20 all’OSA obiettivo superare la crisi. Ma come?
I recenti summit del G20 di Londra, dell'OSA a Puerto Espana e dell'ALBA a Caracas avevano un obiettivo comune, ossia quello di analizzare la crisi mondiale attuale e elaborare politiche concrete per mitigarne gli effetti. I leader del G20, i cui paesi concorrono da soli a circa l'85% della produzione mondiale, si sono divisi sulle azioni da intraprendere per frenare la recessione economica mondiale. A Puerto Espana, Trinidad e Tobago i presidenti dei paesi occidentali si sono trovati in disaccordo su quasi tutti i punti contenuti nell'agenda delle discussioni. Non sono neanche arrivati a discutere della crisi globale.
Dichiarazione di Heredia: clima, boschi e piantagioni
Dichiarazione di Cumanà (Paesi dell’ALBA)
Documento dei paesi dell’Alternativa Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA) nel V Vertice delle Americhe. Noi Capi di Stato e di Governo di Bolivia, Cuba, Dominica, Honduras, Nicaragua e Venezuela, paesi membri dell’ALBA, consideriamo che il progetto di Dichiarazione del V Vertice delle Americhe sia insufficiente ed inaccettabile per i seguenti motivi: non fornisce risposte al tema della Crisi Economica Globale, nonostante questa costituisca la maggiore sfida alla quale l’umanità abbia fatto fronte negli ultimi decenni e sia la maggior minaccia attuale al benessere dei nostri popoli; esclude senza motivo Cuba, senza tenere in conto il consenso generale, esistente nella regione, alla condanna dell’embargo e dei tentativi di isolamento cui il suo popolo ed il suo governo sono stati incessantemente oggetto, in modo criminale.
I beni comuni per uscire dalla crisi
di Giovanna Ricoveri, su Il Manifesto del 15.04.2009 - Dovremmo dare più ascolto a quanti sottolineano che la crisi climatica-ambiental e e economico-finanziar ia del XXI secolo può essere l'occasione per una cambiamento a nostro favore, ma solo se lavoreremo affinché ciò accada. Per questo, servono idee forti e innovative, che sono già nel nostro passato, da rivisitare e aggiornare. L'innovazione vera è infatti quella che costruisce il futuro partendo dalla tradizione.
Raggiunto l’apice nelle emissioni di diossido di carbonio
di J. Martinez Alier - Presidente ISEE (international Society for Ecological Economics) Nel maggio 2008 è stato annunciato che la concentrazione di diossido di carbonio nell’atmosfera aveva raggiunto una cifra record a livello mondiale, 387 parti per milione (ppm) secondo le misurazioni realizzate dall’Osservatorio Mauna Loa, Hawai (Stati Uniti). Questo significava un aumento del 30% in cento anni, a partire da una concentrazione di 300 ppm, di cui era a conoscenza Svante Arrhenius quando scriveva, nel 1985, i primi articoli scientifici sull’aumento dell’effetto serra. Inoltre, tra il 1970 e il 2000 la concentrazione è aumentata di circa 1,5 ppm all’anno, ma a partire dal 2000 (fino al 2007) la crescita media è stata di 2,1 ppm. All’inizio del 2008 ci stavamo dirigendo a tutta velocità verso una concentrazione di 450 ppm nel giro di 30 anni. Però, adesso, la crisi economica suppone un cambio di tendenza.
4 aprile: CGIL in piazza a Roma. Proteste a Strasburgo contro la NATO
ROMA - Giù le mani da salari, pensioni,libertà e diritti. FUTURO SI', INDIETRO NO. Questo lo slogan della manifestazione nazionale indetta oggi dalla CGIL contro la crisi e le misure anticrisi approvate dal Governo. Appuntamento: Roma, Circo Massimo, ore 10.00 Leggi appello e adesioni
G20: cronaca di un fallimento annunciato
50 anni del BID. Adesso basta!
L'analisi dell'Alleanza Sociale Continentale - Dal 27 al 30 marzo è stata celebrata a Medellín, in Colombia, l’Assemblea Generale della Banca Interamericana di Sviluppo (Banco Interamericano de Desarollo – BID) in occasione dei 50 anni dalla sua fondazione. Per i grandi gruppi finanziari e le corporazioni multinazionali la celebrazione è motivo di compiacimento, mentre per i popoli dell’America Latina e del Caribe non c’è niente da celebrare. Al contrario, siamo convinti che la storia si questa istituzione non poteva essere più nefasta. Insieme alla Banca Mondiale e ad altre istituzioni finanziare statali, inter-governative e private, è responsabile, in primo luogo, di una terribile spirale di indebitamento esterno, illegittimo e immorale, che ha fatto precipitare nella povertà e nell’instabilità tutti i nostri paesi. Inoltre, è principale responsabile, con la complicità di molti dei governi che si sono succeduti nella regione durante questi cinquant’anni, della permanenza di un modello di economia e società che hanno voluto chiamare sviluppo ma, in realtà, ha significato un aumento della povertà, l’acutizzazione della disuguaglianza e il saccheggio dell’ambiente naturale.