Minacce nel centro d’accoglienza
Dopo le vicende legate all’accoglienza gestita, nella Capitale, come occasione di lucro da parte della cricca di Buzzi e Carminati, il 18 dicembre, giornata internazionale dei migranti, è stata diffusa la notizia delle minacce e delle violazioni di diritti subite dai richiedenti asilo ospitati in un centro di accoglienza di Paestum. Il gestore del centro, puntando una pistola, si sarebbe rivolto agli ospiti con queste parole: “Noi siamo la mafia, le regole le decidiamo noi”. La denuncia è avvenuta dopo un sopralluogo nella struttura effettuato mercoledì 17 dicembre. Trentacinque i migranti richiedenti asilo ospitati presso l’Hotel Engel, in Via Afrodite a Paestum, quasi tutti di nazionalità afgana. Già l’11 novembre avevano protestato in Prefettura inviando una lettera. Fino al 18 dicembre, però, nessun riferimento alle minacce subite per paura di connivenze e assenza di tutele.
Ciò che lascia temere possa trattarsi di un caso che confermi la natura sistemica di fenomeni simili a quelli emersi con le inchieste legate a “Mafia Capitale” è il giro di denaro legato alla struttura. A gestire il centro è la Engel Italia s.r.l., che ha sede a Salerno, insieme all’associazione “Engel for Life” di Capaccio. La srl, iscritta alla Camera di Commercio nel 2012, ha un capitale sociale di 10mila euro, ed è di proprietà di Paola Cianciulli. Nel 2013 ha avuto un utile di 707 euro a fronte di un fatturato di 473 mila euro. Ad aggravare la situazione il fatto che il centro di Paestum è interno al circuito Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati finanziato dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata.
Dopo questi fatti, ci è stato chiesto come A Sud di firmare insieme ad altre realtà, tra cui l’associazione Africamente, una lettera indirizzata al prefetto di Salerno. Nonostante la distanza geografica che ci separa dalle vicende sopra riassunte, quanto ci è stato raccontato ci è sembrato aver a che fare con fenomeni simili a quanto negli ultimi giorni sta emergendo dalle indagini capitoline. Per questo abbiamo deciso di firmare e metterci a disposizione, per quanto possibile, delle realtà che stanno cercando di far luce su quanto avvenuto.
Riportiamo di seguito un articolo che racconta la vicenda e la lettera al Prefetto di Salerno che abbiamo firmato insieme ad altre realtà e cittadini.
“Ci minacciano con la pistola”: la denuncia dei profughi nel centro d’accoglienza di Paestum
È lo stesso gestore del centro che usa la pistola per intimidire gli ospiti. “Siamo la mafia, le regole le decidiamo noi”. Khalid Chaouki, deputato Pd e coordinatore dell’Intergruppo parlamentare immigrazione presenterà un’interrogazione al ministro dell’Interno, Alfano. Ha fatto un sopralluogo nella struttura, allertato da Jasmine Accardo dell’Associazione “Garibaldi 101” nella Rete LasciateCiEntrare
[di A. Custodero su repubblica.it] ROMA – Il gestore del centro di accoglienza per richiedenti asilo minaccia con la pistola gli ospiti stranieri: “Noi siamo la mafia, le regole le decidiamo noi”. Trentacinque migranti richiedenti asilo, quasi tutti afgani, vivono da mesi sotto la minaccia delle armi presso l’Hotel Engel, in Via Afrodite a Paestum. La denuncia, fatta oggi in occasione della Giornata internazionale del migrante, è di Khalid Chaouki, deputato Pd e coordinatore dell’Intergruppo parlamentare immigrazione.
L’interrogazione parlamentare. Il deputato, che presenterà un’interrogazione al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha fatto un sopralluogo nella struttura mercoledì 17 dicembre verso le quattro del pomeriggio, sotto la pioggia, allertato da Jasmine Accardo, coraggiosa militante dell’Associazione “Garibaldi 101” e rappresentante in Campania delle Rete LasciateCiEntrare. Chaouki, con il suo smartphone, ha registrato le lamentele e le denunce degli stranieri. “Qui non ci sentiamo al sicuro, ti prego, Khalid, non abbandonarci!”. Rahman, giovane afgano, implora il parlamentare. “Ha paura – racconta Chaouki – questi ragazzi mi dicono che i boss, come li chiamano loro, hanno le armi, li minacciano con una pistola, gli ripetono che loro sono la mafia e che le regole le decidono loro”. “Mi hanno riferito – dice ancora il deputato democratico – che una volta uno dei boss ha sparato in aria davanti agli ospiti per far vedere che non scherzava”.
La denuncia. I 35 stranieri accettano di fare la denuncia davanti a una cinepresa. “È importante – spiega Chaouki – per far sentire la loro voce e magari usarla poi in sede giudiziaria. Gli prometto che non rimarranno soli. Mi ricordano che avevano già protestato in Prefettura lo scorso 11 novembre come testimonia una loro lettera timbrata dalla Prefettura di Salerno. Non avevano parlato della pistola perché non si fidavano. Temevano connivenze o la paura di non essere tutelati a seguito della loro denuncia”. “In nove mesi – riferiscono gli stranieri – non abbiamo mai visto un medico, un legale, mancano vestiti e soldi per telefonare o prendere il bus”. Mostrano alcune ferite, alcuni hanno la scabbia.
Il sopralluogo. Abbandonati completamente, raccontano di continue minacce appena si azzardano a chiedere qualsiasi cosa. A volte con tono aggressivo, a volte minacciati con la pistola. “Durante il sopralluogo – racconta il parlamentare – svolto in compagnia di Jasmine Accardo, si presenta uno dei gestori arrivato all’hotel a bordo di una Alfa rossa. Si avvicina e ci chiede di presentarci. Yasmine risponde imbarazzata: “Siamo un’associazione”. Lui replica: “Quale associazione?”. Intervengo io: “L’associazione Camera dei deputati”. Il ‘boss’, come lo chiamano gli ospiti, cambia tono, fa qualche passo indietro. “Dottore, risponde, poteva avvisarci, avremmo potuto preparare meglio la sua visita”.
E non è un centro qualsiasi. Il centro è gestito dalla Engel Italia s.r.l., che ha sede a Salerno, e dall’associazione “Engel for Life” di Capaccio. La srl, iscritta alla Camera di Commercio nel 2012, ha un capitale sociale di 10mila euro, ed è di proprietà di Paola Cianciulli. Nel 2013 ha avuto un utile di 707 euro a fronte di un fatturato di 473 mila euro. Quello di Paestum non è un centro qualunque. È uno Sprar il cui ente gestore, si legge, è di “comprovata esperienza pluriennale e che, nella presa in carico di richiedenti e titolari di protezione internazionale, ha collaborato anche con la Caritas diocesana, attivamente operante sul territorio provinciale”. Diverse le nazionalità degli ospiti, prevalentemente afgani, questi ultimi sono là da circa un mese trasferiti da un centro di Udine.
Trattati come animali. “La situazione – riferisce Yasmine Accardo – è disastrosa. Gli ospiti non solo si sentono trattati come animali, senza alcun rispetto, ma vivono continuamente nella paura per la loro incolumità. L’Engel Hotel, si trova nel nulla, “le uniche persone che girano sono armate di pistola”, raccontano i migranti”. “Alcuni di loro – aggiunge la responsabile della “Garibaldi 101” – testimoniano che, dopo quattro mesi di permanenza, non hanno ricevuto vestiti, indossano ancora quelli ricevuti al momento dello sbarco. Non ci sono né corsi di italiano né attività di orientamento o cura del tempo libero (cosa comunque prevista negli Sprar). Gli ospiti riferiscono che “gli insegnanti vengono, fanno l’Abc, poi se ne vanno perché non vengono pagati”. Così i mediatori, che vengono cambiati frequentemente, pare sempre per lo stesso motivo.
Abbandonati a se stessi. Nessuno di loro, anche quelli che sono lì da 5 mesi, ha ancora il permesso temporaneo, che viene rilasciato in attesa della commissione. Hanno incontrato un legale soltanto all’arrivo al centro e nessuno li ha informati dei loro diritti o seguito il loro percorso di preparazione all’intervista in commissione, che nessuno ha ancora visto. Inoltre, non hanno tessera sanitaria. “Uno dei mediatori – aggiunge ancora Accardo – mi dice che la procedura è stata avviata, ma di fatto non hanno ancora ricevuto nulla. Uno dei migranti racconta che ha dovuto pagare di tasca propria un medico. Per tutti l’assistenza sanitaria è assente. Se chiedono di vedere un medico nessuno li accompagna.
L’albergatore con la pistola. Il responsabile della struttura, proprietario anche di un altro hotel nelle vicinanze, non occupato da migranti, gira con una pistola, soprattutto la sera. I migranti riferiscono che anche quando non la porta con sè, l’ha sempre in ufficio. I migranti sono stati di frequente minacciati verbalmente da lui ed invitati a tornarsene nel loro Paese. “Questa è casa mia. Questo è il mio albergo. O seguite le mie regole e ve ne andate a dormire fuori”, urla il “boss”. Dopo la protesta in prefettura, all’hotel si sono recati alcuni operatori del comune e poliziotti che si sono limitati ad invitarli a “essere pazienti””. Tutti i migranti chiedono ora di essere trasferiti in un altro centro più umano, dove non si sentano sempre minacciati o abbiano paura di ritrovarsi di fronte alle scene di violenza già vissute nei propri paesi di origine e da cui sono scappati alla ricerca di un mondo sicuro. “Certo – conclude Accardo – un gestore con la pistola non è davvero quello che si sarebbero aspettati dall’Italia”.
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Al Prefetto di Salerno
Dott.ssa Gerarda Maria Pantalone
Salerno, 22 Dicembre 2014
Oggetto: Gestione accoglienza rifugiati e richiedenti asilo in provincia di Salerno
Siamo un gruppo di persone ed associazioni impegnate, in forme differenti, sui temi dei diritti civili, umani e sociali e delle relazioni tra individui e gruppi sociali con provenienze nazionali differenti e, pertanto, siamo particolarmente attente a quanto accade sul territorio nelle relazioni tra la popolazione locale ed i membri di altri gruppi nazionali.
Sappiamo che la provincia di Salerno è stata fortemente interessata, soprattutto negli ultimi mesi, dalla presenza di rifugiati e richiedenti asilo e che questo ha visto l’attiva partecipazione istituzionale e di soggetti del terzo settore per rispondere alle esigenze emerse.
Le recenti notizie e denunce relative alla gestione del centro di accoglienza per rifugiati presso l’hotel Engel di Capaccio, in aggiunta a quelle rilevate nella città di Roma nell’ultimo mese, ci hanno allarmato profondamente. In virtù del riconoscimento dell’impegno istituzionale e della società civile nella provincia di Salerno e della necessità di vivere in un contesto in cui sia assicurato il rispetto dei diritti di tutti e tutte,
CI SENTIAMO DI RICHIEDERE AL PREFETTO DI SALERNO
– di avviare in breve tempo una verifica dello stato della gestione di tutti i centri e di tutte le strutture di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo attive nel territorio di competenza;
– di realizzare la verifica prestando attenzione non solo al rispetto degli aspetti formali, ma anche alle esigenze materiali delle persone ospitate, prevedendo la loro partecipazione attiva ed il loro ascolto;
– di rendere pubblici gli esiti di questa verifica, anche al fine di tranquillizzare tutta la popolazione locale sul rispetto dei diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati presenti nel territorio salernitano.
Con osservanza,
distinti saluti,
Associazione di promozione sociale “Affricamente”
Associazione Internazionale “Il mondo a colori”
Gennaro Avallone – ricercatore Università degli studi di Salerno.
Associazione “Garibaldi Centouno”
Associazione di Promozione Sociale “Aria Nuova Laboratorio Multiculturale”
Associazione “A Sud” Onlus
Associazione culturale “Le Réseau”
Adalgiso Amendola – professore Università degli studi di Salerno
Associazione culturale “aut aut”
Legambiente Vento in faccia Battipaglia/Bellizzi
Per comunicazioni ulteriori si rinvia ai seguenti recapiti:
– Associazione di promozione sociale Affricamente
(tel: 3505059373; e-mail: affricamente@gmail.com)
– Associazione Internazionale “Il mondo a colori”
(e-mail: fatihachakir@libero.it)
– Gennaro Avallone
(tel: 3929237226; e-mail: gavallone@unisa.it)