La FIDH consegna il rapporto sul massacro di Bagua
Sotto il titolo di “ Spargimento di sangue nel contesto del sciopero. è urgente aprire un dialogo di buona fede.”, il documento di 68 pagine raccomanda anche di derogare tutte le norme che violano i diritti dei popoli indigeni. Questo è il punto centrale delle questioni che motivarono le mobilitazoni amazzoniche nell’aprile passato, che portarono al massacro di Bagua del 5 giugno, nonostante gli indigeni avessero accordato con la polizia lo sgombero della parte di strada presa, conosciuta come “ Curva del diavolo”.
Altra importante raccomandazione del rapporto Stavenhagen-Monge è quella di sospendere tutte le concessioni minerarie e petrolifere e gassifere e altre ulteriormente concesse nei territori indigeni, fino a quando non si siano realizzate le consultazioni, “ per garantire il diritto al consenso, libero e informato da parte dei popoli colpiti”.
Si pronuncia, analogamente, contro la penalizzazione delle richieste indigene, chiedendo la deroga dei atti legislativi che criminalizzano la protesta (982, 983, 988 e 989), “in quanto implicano serie minacce ai diritti fondamentali”.
Chiede inoltre che “il governo e in particolare il Presidente Alan Garcia, rettifichi le sue dichiarazioni che fomentano la criminalizzazione nei confronti dei dirigenti indigeni e che potrebbero alimentare il razzismo”, sommandosi alle raccomandazioni in questo senso del relatore speciale per i popoli indigeni James Anaya così come a quelle del comitato per l’Eliminazione della Discrimazione Razziale (CERD) delle nazioni Unite.
Si deve ricordare che il Coordinamento Andino delle Organizzazioni Indigene (CAOI) presentò nel mese di marzo un’istanza per razzismo contro lo stato peruviano al CERD, basata sull’articolo che sotto il titolo de “ la sindrome del cane dell’ortolano” il presidente Garcia pubblicò nel diario El Comercio, denigrando i popoli indigeni.
Tutte le raccomandazioni citate nel rapporto della FIDH sono per evitare che fatti come il Massacro di Bagua si ripetano. In relazione a tali violazioni dei diritti Umani , il rapporto, tra i punti più importanti, raccomanda di costituire una commissione investigativa indipendente, con i rappresentanti dei popoli indigeni e di organismi internazionali; garantire i diritti delle vittime e dei familiari alla verità, la giustizia e la riparazione; ritirare le indagini giudiziali e gli ordini di cattura contro i dirigenti dei popoli indigeni implicati e le loro organizzazioni.
La missione della FIDH visitò il Perù dal 16 al 20 giugno. I suoi obiettivi furono di ottenere informazioni sui fatti violenti che accaddero nella regione dell’Amazzonia nei giorni 5 e 6 giugno, che lasciarono un triste bilancio di numerosi morti e feriti tra i membri delle comunità native, civili non indigeni e membri della polizia; avere chiarimneti sui casi di sparizioni; determinare la dimensione delle violazioni ai diritti umani che ebbero luogo nel quadro di questi avvenimenti; e conoscere la responsabilità dei differenti attori che intervennero nel conflitto.
Il suo rapporto esamina il contesto generale, comprese le numerose concessioni a industrie estrattive nell’Amazzonia peruviana; il quadro giuridico, in particolare rispetto al trattato di libero commercio tra Perù e gli Stati Uniti e i piani legislativi emessi per implementarlo; analizza la violazione del diritto alla consultazione, con una cronologia degli avvenimenti esaminati che include testimonianze dei protagonisti; la descrive le reazioni ai fatti in ambito nazionale e internazionale; sottolinea la necessità urgente di aprire un dialogo; riporta il Rapporto della Organo di Difesa del Popolo e infine le sue conclusioni e raccomandazioni.
Lima, 23 ottobre 2009
Coordinamento Generale CAOI
Rapporto Completo: http://www.politicaspublicas.net/panel/noticias/a-latina/417-fidh-bagua.html
Traduzione di Fabiola Correale