BUEN VIVIR PER UN ALTRO PARADIGMA DI CIVILTA’
Crisi che sono interamente il prodotto delle politiche e delle scelte portate avanti dalla governance globale, di cui il G8 è emanazione diretta e dalle organizzazioni internazionali che questa crisi hanno allargato: Il FMI, BM, OMC.
È ormai patrimonio comune delle scienze economiche e sociali come la crescita sia totalmente incompatibile con i limiti del pianeta e il metabolismo sociale.
Anche le privatizzazioni portate avanti nel corso di questi anni sono lontane dall’aver provocato maggiore accesso ai servizi basici e diminuzione delle tariffe. Hanno invece trasformato diritti di tutti in privilegi per pochi e sviluppato un “feticismo delle merci” che ha aumentato il conflitto sociale e privato metà della popolazione mondiale dell’accesso a quei “servizi ambientali” gratuiti che la natura offriva ai popoli.
Altrettanto dicasi per le politiche di deregolamentazione che hanno avuto come conseguenze la precarizzazione del mondo del lavoro, l’aumento dei flussi migratori, la deruralizzazione e la distruzione di economie nazionali di interi paesi.
Sono già centinaia di milioni i profughi ambientali costretti a lasciare i propri territori e paesi a causa degli effetti dei cambiamenti climatici.
Un’altra delle conseguenze è che nelle nuove grandi “città globali” i diritti di cittadinanza vengono cancellati per la maggior parte della popolazione ed i processi di urbanizzazione selvaggia creano conflitti, precarizzazione della vita, svuotamento dei saperi, razzismo e fenomeni di intolleranza.
A partire da quei paesi e da quelle comunità, nei sud come nei nord del mondo, che hanno subito nel corso di questi decenni politiche economiche sbagliate e irresponsabili e che hanno pagato il prezzo dello sviluppo economico occidentale, nascono le proposte e le alternative reali per costruire un mondo in cui ci sia giustizia sociale, ambientale, diritti per tutte e tutti e relazioni tra nord e sud del mondo fondate sulla reciprocità, cooperazione e solidarietà.
L’umanità ed il pianeta hanno urgente e necessario bisogno di costruire un nuovo modello economico e sociale e di ripensare un altro paradigma di civiltà, che la rottura del contratto sociale ha reso inevitabile.
Buen vivir o Sumak Kawsay, come dicono i popoli indigeni, come risposta alle crisi, che consente di ripensare le relazioni tra i viventi ed il pianeta in maniera più sobria e armoniosa, in cui la partecipazione democratica delle cittadine e dei cittadini sia elemento fondativo che conduce ad una vera e propria democrazia deliberativa.
A Sud considera immorale la scelta di tenere il G8 a L’Aquila e di utilizzare il dolore della popolazione locale, strumentalizzandola come “set mediatico” per occultare le loro responsabilità cercando di offrire il volto di un “capitalismo compassionevole” dinanzi all’opinione pubblica mondiale.
A Sud promuove e partecipa insieme ai territori e alle reti sociali giornate di mobilitazione diffusa su tutto il territorio nazionale, per costruire insieme a tutte e tutti i nessi per dar vita dal basso a processi di accumulazione di forze sociali come risposta alle crisi.
25 giugno: ore 15.30 Palazzo Valentini, Roma: Convegno ECONOMIA ECOLOGICA E CRISI per confrontarci insieme ad intellettuali, enti locali, mondo dell’informazione, società civile sulla crisi ed i conflitti ambientali
25 – 27 giugno: Trieste: mobilitazioni contro il G8 dei Ministri degli Esteri
2 – 5 luglio: Sulcis, Sardegna: tre giorni di dibattito con realtà locali, associazioni, comunità – organizzato dal Gsotto.
4 luglio: Vicenza, manifestazione indetta dal comitato No Dal Molin in concomitanza con la Giornata dell’indipendenza celebrata negli Usa.
Parteciperemo alle iniziative e mobilitazioni a fianco delle popolazioni aquilane nei giorni precedenti al G8.