Acqua potabile con cromo esavalente a Brescia: “Bonifiche, non bottigliette”
A Brescia servono con urgenza bonifiche del sottosuolo, non basta limitarsi alla distribuzione nelle scuole delle bottigliette di acqua minerale. «Nel frattempo, bisogna applicare tecnologie più avanzate per il filtraggio e trattamento dell’acqua.
Questo è certamente preferibile, in termini di tempi e costi, a ipotesi dalla fattibilità incerta o improbabile come l’approvvigionamento dall’alta Valtrompia». È la dura presa di posizione di Legambiente Brescia sulla situazione dell’acquedotto cittadino: «l’acqua distribuita da A2A in città è potabile – si legge in una nota stampa – ma per esserlo ha bisogno di pesanti trattamenti. Cromo esavalente, tri e tetracloroetilene, tetracloruro di carbonio sono rilevabili nell’acqua dei nostri rubinetti, per quanto a livelli inferiori alle soglie massime di legge. E restano seri dubbi sugli effetti per la salute dalla combinazione di tante sostanze pericolose».
NO ALLE BOTTIGLIETTE – Legambiente ha sempre dichiarato le proprie perplessità alla somministrazione di acqua commerciale in bottiglie di plastica nelle mense scolastiche: «Ci sono garanzie insufficienti sulla sua qualità e produce un notevole impatto ambientale. L’Amministrazione Comunale per ora si è impegnata per una verifica attenta delle tubature degli edifici scolastici e per la costituzione di un osservatorio sulle risorse idriche comunali. I cittadini meritano un’informazione puntuale e rigorosa, e chiedono che dal negazionismo e immobilismo degli anni scorsi si passi ad azioni concrete e risolutive».
BONIFICHE DEI SITI INQUINATI-L’associazione ambientaliste chiede « investimenti immediati e consistenti nella messa in sicurezza e bonifica dei siti contaminati». E ricorda le diverse criticità: non solo il cromo e i solventi che scorrono sull’asse nord-sud ovest, ma anche il cesio 137 e i metalli pesanti presenti nella zona est della città, nell’ex cava Piccinelli e alla discarica Ve-Part . E poi c’è l’emergenza del sito ex Forzanini in zona Chiesanuova, con un fortissimo inquinamento da cromo che percola inesorabilmente nel sottosuolo. Legambiente chiede non « interventi-tampone» ma risultati di lungo termine, secondo programmi e scadenze certe e verificabili. «Il Comune di Brescia può e deve farsi promotore di un’azione forte a livello intercomunale e regionale per realizzare le opere necessarie, che sono assolutamente alla portata in tempi ragionevoli». A partire dalla depurazione della Valtrompia.