Uribe A Roma: Protestano I Movimenti E Le Organizzazioni Sociali

Uribe a Roma: protestano i movimenti e le organizzazioni sociali

uribeI sontuosi preparativi disposti per l’arrivo del premier colombiano testimoniano che il governo italiano ignora  le enormi responsabilità a quest’ultimo imputabili per le massicce violazioni dei diritti umani in Colombia e la persecuzione continua di attivisti, sindacalisti, leader sociali e indigeni, giornalisti, compiuti spesso attraverso gruppi paramilitari con i quali sono noti i legami della maggioranza di governo, che vede metà dei suoi membri inquisiti o detenuti per vincoli con i gruppi armati irregolari. Lo stesso vale per il governo progressista di Zapatero, che ha addirittura deciso di assegnare a Uribe il “Premio per la Libertà”, tra le proteste delle organizzazioni sociali sia spagnole che colombiane.

 

Nonostante la pretesa “pacificazione” del paese propagandata da Uribe e il processo di smobilitazione dei paramilitari (che, piuttosto che significarne la scomparsa ha significato l’impuntià per i crimini commessi) anche l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha denunciato la presenza di gruppi paramilitari nelle province di Antioquia, Cauca, Chocò, Cordoba e Narino che, oltre a esercitare un controllo armato su questi territori, risultano anche coinvolti in traffici illeciti di armi e droga, oltre che in azioni criminose ai danni delle comunità indigene e di civili colombiani.

 

La Ley de justicia y paz , varata nel luglio 2005 nel quadro della politica di Sicurezza Democratica e presentata dal governo Uribe come parte del processo di negoziazione politica e pacificazione del conflitto armato, è appunto riuscita soltanto a sancire l’impunità per i paramilitari, sottraendo alle normali procedure giudiziarie tutti gli indagati per abusi ai danni di civili, esecuzioni extragiudiziali, rapimenti e sparizioni. Numerosi organismi internazionali di tutela dei diritti umani, come Amnesty International e il Tribunale Permanente dei Popoli, hanno più volte denunciato il governo di Uribe per la sua condotta contraria agli standard internazionali di diritto umanitario, per il clima di impunità e violenza diffusa perpetrato dalle organizzazioni paramilitari congiuntamente alle truppe statali.

 

In occasione della visita di Uribe a Roma, la società civile italiana riunita nel Comitato Italiano di Appoggio al popolo colombiano, esprime la propria solidarietà nei confronti delle associazioni e movimenti sociali colombiani impegnati da anni nella lotta per il rispetto dei diritti umani nelle zone di conflitto e per una risoluzione pacifica della guerra civile, che rifiuti il terrorismo di stato e  riconosca tutti gli attori coinvolti, favorendo il negoziato e la mediazione politica. Si oppone inoltre alla decisione del nostro governo di accogliere in pompa magna un presidente più volte accusato di violare lo stato di diritto e di fomentare una situazione di violenza generalizzata e repressione ai danni della popolazione civile colombiana. Denuncia la doppia morale delle nostre istituzioni governative che dichiarano guerra al terrorismo per poi ricevere con tutti gli onori un capo di stato sospettato di complicità con le organizzazioni paramilitari e incapace di avviare una politica condivisa per porre fine a un conflitto armato che produce un altissimo numero di vittime civili e una situazione di instabilità e violenza istituzionalizzata.

 

Chiede al governo italiano e all’ambasciata italiana a Bogotà di porre il rispetto dei diritti umani come precondizione per la continuazione delle relazioni diplomatiche tra i due paesi, pretendendo un impegno concreto da parte del governo colombiano in favore di una soluzione “non armata” della guerra civile in corso, rispettosa di tutte le parti belligeranti e del diritto internazionale umanitario. Rifiuta di considerare Uribe come unico interlocutore dell’attuale situazione colombiana, schierandosi a fianco delle organizzazioni della società civile e dei movimenti sociali colombiani impegnati nella denuncia delle violazioni da parte dell’esercito colombiano e dei paramilitari. Ricorda che numerosi collaboratori di Uribe sono attualmente indagati perché accusati dalla Corte Suprema Penale Colombiana di complicità con le organizzazioni paramilitari e i narcotrafficanti anche se il governo di Bogotà ha sempre negato ogni legame tra apparato statale civile e paramilitari.

Mentre Alvaro Uribe sarà accolto ufficialmente da Silvio Berlusconi, la società civile italiana mobilitata si darà appuntamento in piazza Venezia per un sit-in di protesta contro la posizione del nostro governo, diffondere materiale informativo sul conflitto colombiano e esprimere solidarietà alla società civile e alle comunità indigene colombiane vittime della violenza di stato e della repressione ingiustificata portata avanti dal governo Uribe in nome della legalità e della lotta al terrorismo.   Appuntamento a Piazza San Marco (adiacente Piazza Venezia), ore 13.00

 

Leggi e aderisci all’appello delle organizzazioni sociali

Leggi la lettera aperta della Commissione colombiana di Justicia y Paz al Papa (in spagnolo)

Francesca Casafina, Redazione A Sud